La galleria Artistocratic presenta, in occasione del MIA Milan Image Art Fair – dal 23 al 25 maggio 2014 a Milano, presso Superstudio Più – l’esposizione “Paesaggio Umano”. Da un lato la natura e la vita indagate come un corpo umano attraverso i contrasti esasperati di Mario Giacomelli, dall’altro le creazioni dei laboratori degli effetti speciali come metafora dell’uomo e della sua ossessione nella ricerca, a tratti sconvolgente, di Massimiliano Camellini.
“Ogni volta che vedo le foto, grido. Non alla mia bravura […] ma alla gioia di avere conosciuto delle immagini così belle… Perché erano foto che ho voluto piene di gioia, la gioia di un mondo diverso, il mondo che ho creato con questi miei bianchi e neri”. Mario Giacomelli intuisce le capacità espressive della fotografia che diventa lo strumento congeniale con il quale trasformare e interpretare la realtà. Il lavoro di Giacomelli si allontana dalla corrente neorealista e, attraverso un linguaggio e uno sguardo inedito e contemporaneo, utilizza la fotografia per rappresentare il suo sentire, la sua vita la sua poesia.
In esposizione le opere vintage appartenenti all’Archivio Mario Giacomelli di Sassoferrato – di cui Artistocratic è rappresentante esclusivo – e pubblicate nel volume “Mario Giacomelli. Sotto la pelle del reale”, edito da 24 ORE Cultura, a cura di Katiuscia Biondi (nipote di Mario Giacomelli e direttrice dell’Archivio di Sassoferrato) con l’introduzione di Achille Bonito Oliva.
“Sotto la pelle del reale” rivela una concezione dell’arte intrinsecamente unita alla vita, una fotografia‐performance che tratta il paesaggio come un corpo umano da indagare per accedere alla dimensione più intima e non stereotipata, dove ritrovare anche se stesso. E allora i campi della serie Metamorfosi della terra o Presa di coscienza sulla naturadiventano un corpo di donna sdraiato o una serie di tagliatelle distese (“Mi ricordo quando andavo dal contadino, che facevano questa sfoglia rotonda e poi spargevano le tagliatelle, questi segni…ecco io dal cielo li ho rivisti ancora”). Mentre i tronchi della serie Motivo suggerito dal taglio dell’albero prendono le forme di volti umani, come quello che racconta il “volto che doveva avere il contadino, il contadino che mentre lo fotografavo non aveva l’espressione che volevo.” Ma anche set costruiti, pensati come un’installazione negli straordinari e meno noti scatti della serie 31 Dicembre ela creazione di opere astratte di Poesie in cerca d’autore e Bando, perché per Giacomelli “l’astrazione è un modo di avvicinarsi ancora di più alla realtà”. E poi il mare che diventa un infinito leopardiano, un limite e un orizzonte, ed è il soggetto del suo ultimo lavoro La domenica primadel 2000.
Il grafismo in bianco e nero di Giacomelli si contrappone ai marcati contrasti di luce e ombra delle opere di Massimiliano Camellini: lesue immagini si stagliano in un buio magico creato dall’uso esperto della luce, da close up su dettagli e da tecniche riconducibili al linguaggio cinematografico.
Le indagini di Camellini, che a partire dagli anni ’90 ha sviluppato una fotografia di ricerca di grande personalità, sono focalizzate sugli istinti e sui sogni primordiali dell’uomo, ricercandoli nella realtà di oggi con riferimenti alla storia, alla letteratura e al mito. Appartengono a questo ciclo le opere della serie I volanti del 2004 e Il laboratorio dell’ossessionedel 2010, dove l’autore indaga sulle arti e dinamiche umane creando una dialettica tra realtà e finzione, storia e mitologia.
I volanti, fotografati nei principali circhi italiani, raccontano l’arte del trapezio con i suoi strumenti e la forte gestualità degli acrobati. Ogni immagine è un ritratto che mostra il grande gioco di abilità, forza e sospensione: i visi rivolti in alto, i corpi alla ricerca dell’equilibrio, la camminata nel vuoto e poi il volo. Il laboratorio dell’ossessione è un percorso di ricercain tutta Europa all’interno dei laboratori, dove i creativi degli effetti speciali operano per il cinema e per il teatro. Occhi, mani, denti, arti sparsi, resina, lattice, silicone non sono solo le tracce lasciate nei laboratori e colte dagli scatti dell’autore, ma anche lo specchio di ansie, di sentimenti, di emozioni del loro creatore. “I Creatori – come scrive la curatrice Mara Granzotto nel volume “Il laboratorio dell’ossessione. Dalla scienza al sogno” – indagano tematiche inerenti alla sfera della paura, e nelle immagini di Camellini essa viene esasperata dalla tagliente inquadratura e dall’uso sapiente dell’illuminazione che rimanda inevitabilmente al linguaggio filmico”
Galleria Artistocratic | stand #73 – 75 Pad. 2
Superstudio Più
Via Tortona 27 – 20144 Milano