Pochi artisti – citando le parole di M.D. Di Caterino in un suo precedente colloquio con Marco Lavagetto – sanno navigare controcorrente con la forza e il coraggio di raccontare con il loro lavoro la pochezza di contenuti di questo sistema dell’arte globalizzato. E Lavagetto è indubbiamente tra questi. La sua biografia è lunga, e così prolifica da essere difficilmente sintetizzabile senza impoverirla o mutilarla terribilmente. La fascinazione che su di me ha il lavoro di Marco Lavagetto è quella di un vortice che può condurre verso profondità insondabili e, allo stesso tempo, proiettare verso mete alte di consapevolezza … salvo poi smentire entrambe in un gioco continuo di dubbi. Il precedente progetto presentato insieme a Bologna, nel giugno scorso in occasione di Accrochage (http://accrochage-patticampani.tumblr.com/post/49187455000/marco-lavagetto-la-fine-del-futuro-materiale), consisteva fondamentalmente in qualcosa di immateriale: un suono infinito che paradossalmente definiva la fine del futuro. Dischi di zinco percorsi interminabilmente dalla puntina del giradischi obsoleto; alcune presenze pittoriche accompagnavano: fantasmi, forse, come parti di esistenze non ancora concluse, ma evidentemente troncate. Come definire la non esistenza con l’esistenza e viceversa, in bilico costante, esattamente come quella ognuno di noi, e sempre proiettata verso la propria infinita fine. Per questo forse Marco Lavagetto clona continuamente nuove identità, mente (o no) attraverso l’arte. In questo nuovo progetto, Grigio feroce, probabilmente sarà proprio il peso della materia a segnare il tempo; e qui Lavagetto prosegue una ricerca a lui cara: quella della frequenza grigia.
Grigio feroce, realizzato per F+DD, sarà presentato sabato 10 maggio.
Il testo di presentazione è di Tito Mussoni (ennesima identità) in collaborazione con Mimmo Domenico Di Caterino.
@Fiorile+De Diseño
Via Caldarese 1\2 Bologna
Orari: da martedi a sabato ore 10->12 e 16->19
http://fiorile-dediseno.tumblr.com