In una città, Bologna, che è diventata il simbolo di un’idea di Italia statalista anche nei simboli, nel modo di essere, con colori uniformi, piani regolatori rigidi, indici da rispettare, particolari architettonici che devono sottostare al giudizio imponderabile dei burocrati, dove vige un’idea di lavoro fatta di parole e pochi fatti con i lavoratori al primo posto e le aziende all’ultimo, una città che negli anni si è impoverita, ingrigita del colore della sua paura al cambiamento che l’ha fatta regno delle assicurazioni che qui comprano, disfano, edificano rastrellando il denaro immobilizzato dalla paura di investire, cambiare, innovare…
Di Stefano Boninsegna
Bene, proprio qui, accanto ai graffiti neri e tristi che imbrattano i muri della città storica, ho avuto la fortuna di scoprire un’isola di colori e voglia di vivere fuori dall’omologazione, ho avuto la piacevole e inaspettata possibilità di imbattermi nel lavoro pittorico di Bruno Fustini, artista nato nel 1948 a Budrio nelle immediate vicinanze di Bologna, che partendo dalla grafica pubblicitaria ha sfruttato, nel corso degli anni, le sue doti creative nel campo dell’arte figurativa.
Le pitture di Bruno Fustini trasmettono l’idea fragrante di una Bologna viva, che crea, che immagina, colorata con le tonalità della vita che scorre, delle giornate assolate tra i vicoli del mercato, una Bologna che ricorda ancora di essere stata l’antica City medievale dei commerci che si stagliava sulla pianura verde, contro il cielo stellato, con le sue torri, i tetti, le cupole a creare uno skyline cubista e caotico, il tutto racchiuso dalla stretta cinta di mura, come una Manhattan dei primi secoli dell’anno Mille. Una Bologna che profuma di Città.
Abbiamo anche la ritrattistica, a volte pensosa, a volte guizzante, sempre coloratissima, piccoli capolavori che non smettono mai di parlarci. Non sono le foto di un attimo. Sono le immagini di un’anima, di un pensiero. Bruno Fustini non dipinge un’immagine, dipinge uno stato d’animo, un pensiero, un’idea, un rapporto particolare tra lui, l’artista, e il soggetto, il ritratto.
Nei suoi quadri ci sono sempre particolari inaspettati, un lampioncino, un paio di sneakers, una farfalla posata sul filo spinato che si mischiano sapientemente ai richiami delle grandi Scuole, dalla Secessione all’Espressionismo tedesco, dalle avanguardie, fino ai richiami di Guttuso. Ma Bruno Fustini non è un tecnico dell’arte, un copiatore di stili, Bruno Fustini è un Artista del suo tempo che ci racconta modi di vivere, idee politiche, ispirazioni, nel complesso un’idea di vita non omologata, non racchiusa nelle regole rigide della consuetudine, un’idea di vita che fa della creatività e della libertà i suoi capisaldi.
La conoscenza delle tecniche pubblicitarie unite alla storia dell’Arte permettono a Fustini di creare pitture perfettamente bilanciate sia nei colori che nelle pennellate, per cui l’immagine complessiva è sempre un insieme di linee, pennellate e colori in equilibrio tra loro, che focalizzano l’occhio dell’osservatore esattamente dove vuole l’artista. Non ci sono sbavature o imprecisioni, l’immagine pittorica è un unicum, un condensato di sentimenti e idee attraverso il colore.
Per chi volesse approfondire la vita e le opere di Bruno Fustini può collegarsi al link www.brunofustini.it dove troverà testi ed immagini.