Gio. Nov 21st, 2024

La paura del contagio paralizza Bambi: così rinascono le favole nel secolo delle malattie, e così le racconta Matteo Latino in uno spettacolo aspro e tagliente, creato in residenza a Teatri di Vita. Una storia borderline, d’innocenza perduta dove la ricerca dell’amore e del sesso si spingono ai limiti, tra il flusso di coscienza delle parole e il corpo del danzatore Danilo Tesi: è “Bambi says fuck”, in scena sabato 15 e domenica 16 marzo, ore 21, a Teatri di Vita (via Emilia Ponente 485, Bologna, www.teatridivita.it, infoline: 051.566330). A proporlo è Matteo Latino, vincitore del Premio Scenario 2011 con “Infactory”, che ora presenta in prima nazionale il suo secondo spettacolo, in cui il forte rigore poetico della scrittura si mescola con la danza contemporanea e il physical theatre.

Matteo Latino e il suo Teatrostalla sono stati la rivelazione del Premio Scenario 2011. Il suo “Infactory” ha fatto conoscere un’identità artistica di forte impatto, con una grande capacità di unire la profondità di testi poetici con un’idea performativa e visionaria dello spettacolo. Da allora il progetto si è ulteriormente articolato con progetti di fumetti e video, prima di approdare, dopo una lunga gestazione, a questo secondo spettacolo, che vede la luce proprio a Bologna, anche grazie a una residenza creativa a Teatri di Vita.

“Bambi says fuck” non è solo la scommessa dell’opera seconda del vincitore del più importante premio italiano per giovani artisti di teatro, ma è anche una scommessa per i suoi contenuti: ovvero parlare di amore e malattia, di relazioni e contagi, di desideri e paure, di sesso e virus. I fantasmi del dolore in un’avvincente partitura testuale e coreografica elaborata sul corpo di Danilo Tesi, performer di stanza ad Amsterdam, dove sono stati elaborati molti nuclei di questo lavoro.

“Bambi Says Fuck” è una voce. La voce di un uomo ai margini. Un’ombra che si ferma per strada in una notte qualunque. Una domanda lunga. Una richiesta d’aiuto continua. Una confessione senza punteggiatura. Un racconto con la scusa di stare insieme. Andare in giro di notte senza protezione. Corpi che abitano il buio e che non effettuano verifiche di nessuna sorte. Il rischio di un contagio. La solitudine come occasione d’incontro. Voci senza un nome interrotte di continuo.

Pensieri confusi, pieni d’amore, terribili, lanciati in una tempesta di suoni metallici. E quando tu pensi che non puoi più resistere, che non ci stai capendo nulla della sua lotta, che non lo sopporti questo animale che respira con la bocca mentre ti parla senza conoscerti, che lo odi, e che odi la sua solitudine, le sue ferite, che vorresti capire di più, che quello che ti sta raccontando è una storia che non ti riguarda, e che non vuoi che ti riguardi, ecco che lui, proprio lui, questo animale che respira con la bocca e che ti parla, tira fuori la domanda più difficile da fare e da cui liberarsi: perché non resti qua con me ora che hai riempito il bicchiere d’acqua?

Un bicchiere d’acqua non si nega a nessuno. Eppure è difficile riempirlo.

Essere innamorati. Perdersi. Possedere un corpo diffidente. Essere malati. Cercare una famiglia. Rincorrere delle passioni. Sentirsi impotenti. Avere un corpo che non ti protegge più. Vivere il mondo come una minaccia.

Inizio. Partire. Tracciare una linea. Fuggire.

Dove fuggire non significa propriamente muoversi. Le fughe possono essere fatte sul posto. Un viaggio immobile in un mondo perennemente in movimento. Un movimento verso il fuori. La possibilità dell’incontro e del rischio.

Prendere le viscere e metterle li, sul tavolo. E le guardi. E ti guardano anche loro.

E cosa dici?

Bisognerebbe ammettere che le relazioni tra le cose possano essere cambiate.

“Bambi Says Fuck” è un principe. Desideroso di pietà e affetto disperato. E’ convinto che uccidere o morire è esattamente la stessa cosa. Ma deve succedere lealmente. Un colpo solo.

E, come un vaccino che una volta iniettato stimola nel corpo la reazione immunitaria, così questo lavoro, che continuerà a porre quesiti, iniettandoli nella vita, scatenerà soluzioni di sopravvivenza. Spesso apparentemente libere.

La sua salvezza è condizionata da una ferita che non può sanare perché è essa stessa a produrla. Per restare tale, la vita, deve piegarsi a una forza estranea, se non ostile, che ne inibisce lo sviluppo.

(Matteo Latino)

 

La compagnia T/S teatrostalla nasce nel 2009 ed è fondata da Matteo Latino con la collaborazione di altri. Nel 2010 diventa compagnia residente al KollatinoUnderground. Qui si occupa della gestione delle sale teatro insieme alle altre compagnie residenti, tra cui Santasangre, Muta Imago e Teatro Deluxe. Vince Premio Scenario 2011 con lo spettacolo INFACTORY. Matteo Latino è l’autore, ne cura la regia ed è in scena con Fortunato Leccese. Nel 2012 la compagnia si impegna nella realizzazione di un TeatroDimora all’interno di una stalla nel Parco Nazionale del Gargano. Realizza il fumetto INFACTORYINFUMETTO e l’adattamento cinematografico INFACTORY INMOTION co-prodotto con FestaAmbienteSud. Danilo Tesi, dopo aver studiato alla ArtEZ Dance Academy di Arnhem (Olanda), ha lavorato nel Dansgroep Amsterdam, e inoltre con Einav Eshel, Rianne Slenema e Theatergroep de Sneeuwfabriek.

 

TEATRI DI VITA

Centro Internazionale per le Arti della Scena

Via Emilia Ponente 485 – 40132 Bologna – Italia

In prima nazionale 15-16 marzo 2014

www.teatridivita.it