Mar. Lug 16th, 2024

Franco Guerzoni, Per affresco, 1972, foto, gesso e cotone, cm 95x60, courtesy Studio G7

La mostra costituirà il secondo step di una rassegna dedicata a Franco Guerzoni tra la fine del 2013 e la prima metà del 2014 da due gallerie e da un’istituzione pubblica della città di Bologna. Il ciclo di mostre, accomunate dallo stesso titolo, comincerà con la personale che avrà luogo alla Otto Gallery, dal 14 dicembre al 28 febbraio, e terminerà con un evento espositivo in programma al Museo d’Arte Moderna di Bologna la prossima primavera.

Dopo quarant’anni dalla prima mostra personale tenuta da Guerzoni a Bologna, la Galleria G7, che quella esposizione ordinò e la Otto Gallery, che al lavoro dell’artista ha guardato, nel tempo, con sempre maggiore interesse, presentano oggi in stretto accordo una sfaccettata antologia di opere dell’autore, con il proposito di rivisitarne il lungo percorso ideativo, offrendo, per suo tramite, eloquente testimonianza della ricchezza dei suoi approdi espressivi. Opere vicine o molto lontane per cronologia innescano, nelle due mostre, un processo di confronti, di rimandi, di risonanze, che disegnano un avvincente itinerario di lettura, conducendo il visitatore dalle opere ultime, eseguite appositamente per le due occasioni espositive, alle ricerche prime, realizzate ancora, agli inizi degli anni Settanta, con l’ausilio dello strumento della fotografia. Un cammino che, tramite modi e tecniche diverse, si è svolto con impregiudicata coerenza, conservando inalterato e se mai ancor più potenziato il proprio originale patrimonio ispirativo, fondato su una visione del passato sentito come abbandono, rovina, archeologia senza restauro, polvere che occulta e rivela.

“Ho camminato a ritroso sui miei passi, poi sono fuggito altrove con le scarpe piene di polvere. Rivedere e riconsiderare i precedenti del mio lavoro presente non è stato un movimento innocente, sapevo che, nella sua irrisolutezza e nella dimenticanza dei tanti atti compiuti, nel mio tempo passato poteva risiedere quella scintilla polverosa che si sarebbe poi depositata sulla superficie dei nuovi lavori”.

E’con queste parole che Guerzoni offre giustificazione fondante al progetto e alla realizzazione delle due mostre, cui seguirà, in primavera, una terza esposizione al MAMBO che raccoglierà nel museo bolognese una scelta tematica dei diversi livelli di approccio creativo che da oltre quattro decenni l’artista dedica ad una definizione di tempo visto nel suo più puro abbandono. Nell’intenzione dell’autore e del curatore, una sorta di bilancio esistenziale, nella consapevolezza che le opere sono oggetti “irrisolti”, e che continuano a dialogare tra loro riattivando l’energia per altre prove.

La mostra allestita alla galleria Studio G7 dal 18 gennaio al 15 marzo 2014 sarà incentrata sul dialogo tra un’intervento dell’artista eseguito direttamente su parete dal titolo “Impossibili restauri” e un piccolo gruppo di opere. Alcune di esse riportano lo stesso titolo: “Spia” altre, precedenti, sono caratterizzate, oltre che dalla presenza della fotografia, dall’uso della tecnica mista.

“Spia” può considerarsi un ciclo autonomo nella produzione di Franco Guerzoni, probabilmente quello meno noto, che interessa il periodo tra il 1980 e il 1982. Questa serie si configura come il momento di raccordo tra il decennio in cui prevale l’uso della fotografia e il lavoro che segnerà gli anni successivi in cui domineranno pittura e colore. Nella serie “Spia” prevale la superfice monocroma, il segno grafico e la presenza di livelli sovrapposti ottenuti, talvolta, dalla stratificazione di diversi materiali. Una semplice falla sullo strato più superficiale, una rottura, un pezzo mancante lasciano intravedere i livelli sottostanti. Sembra quasi voler ricordare che il passaggio da una fase della propria ricerca a quella successiva non possa essere repentina, in grado di cancellare del tutto ciò che è accaduto in precedenza. Il transito delle esperienze dell’artista nello spazio di Stidio G7 è ricordato con diversi lavori degli anni ’70 scelti tra quelli presenti nella collezione della galleria. Nella nicchia della sala, come in una edicola, comparirà un piccola opera del 1974 dal titolo “Dentro l’immagine”, una foto di interno abbandonato che fa da sfondo ad una nuvolosa muffa di salnitro. Quest’ultima sarà accompagnata da una delle prime tele emulsionate: “Affreschi”del 1972 con interventi in scagliola. Sarà anche visibile “Banco chimico” del 1974, sulla cui superficie è presente la muffa di salnitro esattamente come nell’opera posta sulla nicchia. Nel piccolo studio saranno inoltre esposti le opere “Sotto un sottile strato di intonaco”, un dittico del 1977 dove è lo stesso titolo a richiamare il motivo del lavoro su parete e “Immagine alla polvere da sparo, del 1974, un piccolo lavoro realizzato con emulsione al carbone.

 

Studio G7

Via Val D’Aposa, 4/A – Bologna