Una sorte capricciosa lega Le lezioni americane di Italo Calvino al mio amore per loro. Sono state in mio possesso varie stampe, copie e riedizioni, tutte puntualmente colme della mia attenzione tangibile: sfogliature evidenti, fogli di appunti, vari segnalibro e molto altro ancora… Copie che mi hanno accompagnato e che ho regalato al momento opportuno (la loro curiosità) ai miei figli, altre che ho gelosamente nascosto e non riesco più a ritrovare nella caos delle librerie e altre ancora forse smarrite o dimenticate. Si smaterializzano come pulviscolo volatile nella mia vita per poi riabbracciarmi, improvvisamente. Questo abbraccio ho sentito nuovamente ora, qui, mentre penso ad breve testo da dedicare ai lavori di Fabio Bonetti.
E non ho dubbi: è la Leggerezza ad essere presente.
Bonetti nella sua ricerca si è espresso attraverso l’uso di diversi media: usa fotografia, installazioni e disegno digitale, ma da alcuni anni, ancora e nuovamente, ama anche sporcare le mani con la materia. A questa parte dei suoi lavori abbiamo deciso di dedicare questa sua personale. Lavori su legno, scagliola, carta:
Trionfi, tuffi e altre robe è la dicitura scelta da Fabio
…altre robe. A mio parere già qui è entrata la leggerezza: nella scelta del termine. Ma si parla di immagini ora e quindi proseguo. Ad un primo veloce sguardo i lavori di FB appaiono accattivanti, piacevoli. E sicuramente lo sono, ma la base lavorativa di Bonetti, data da un segno pulito, minimo (una linea grafica sottile a contorno di volti, animali, oggetti) e i colori che sono tre o quattro al massimo, questa base, dicevo, fa del suo essere quasi scarna e immediatamente riconoscibile lo strumento ideale per mediare la complessità del contenuto. In questo senso penso a Calvino quando nelle Lezioni parla della sua stessa scrittura, proprio nell’incipit:
è venuta l’ora che io cerchi una definizione complessiva per il mio lavoro; proporrei questa: la mia operazione è stata il più delle volte una sottrazione di peso; ho cercato di togliere peso ora alle figure umane, ora ai corpi celesti, ora alle città; soprattutto ho cercato di togliere peso alla struttura del racconto e al linguaggio. In questa conferenza cercherò di spiegare – a me stesso e a voi – perché sono stato portato a considerare la leggerezza un valore anziché un difetto
La capacità di Fabio Bonetti è quella di utilizzare la leggerezza per mantenere un ordine non rigido, ma appunto lieve, e che renda leggibile la molteplicità delle cose e la complessità delle loro relazioni senza complicarsi in enfasi. La pesantezza viene lasciata magari alla materia che, tra l’altro, diventa qui (anche lei) piacevolissima: scagliola arrotondata e tirata a cera che accoglie gli arcani, tavole di legno chiaro che racchiudono sberleffi e stupori, carte che fissano immobili gli attimi del tuffo o le riflessioni evidenti di pochi istanti prima. Una narrazione gentile e capace. In grado con la sua leggerezza di aprire orizzonti senza disperderli. (Patti Campani, dicembre 2013)
@ de diseno
Via caldarese 1/2 bologna
visibile fino al 20 gennaio 2014, martedi -> sabato – orari: 10-12 16- 19.