Giovedì 21 novembre si terrà il convegno Per un museo del non realizzato. Pratiche digitali per la raccolta, valorizzazione e conservazione del progetto d’arte contemporanea, organizzato dall’associazione culturale Others in collaborazione con il Museo del 900 di Milano.
Partendo dall’esperienza del museo digitale MoRE. A Museum of refused and unrealised art project (www.moremuseum.org), il convegno apre un dibattito attorno alle nuove pratiche di esposizione, anche in relazione al tema della digitalizzazione degli archivi, della valorizzazione e della conservazione del progetto artistico non realizzato.
Nello specifico la giornata di studi prevede due sessioni di interventi: la prima, dalle 10 alle 12.30, è dedicata a “Raccontare il non realizzato”, moderata da Francesca Zanella (Università degli Studi di Parma) e aperta dall’intervento di Marina Pugliese, Direttore Servizio Polo del Novecento e Case Museo di Milano, intitolato Una proposta per l’arte contemporanea: il museo dei progetti.
Il secondo intervento si concentra su Un museo per il non realizzato presentando il progetto MoRE museum, di cui Elisabetta Modena e Marco Scotti sono ideatori: un museo digitale che conserva progetti per opere d’arte contemporanea mai realizzate.
Segue l’intervento I would prefer not to – A taxonomy of artists without works della curatrice e critica d’arte Filipa Ramos.
L’analisi di Roberto Pinto, curatore e ricercatore di Storia dell’arte contemporanea presso l’Università di Bologna, dal titolo Quando la finzione diventare reale: Il museo dell’innocenza di Pamuk, traccia le forme di un museo di oggetti reali basato sulla storia immaginaria di alcuni personaggi usciti dalla penna di Orhan Pamuk: un corto circuito tra facts and fiction, tra letteratura e arte, tra progetto e realizzazione.
La prima parte della giornata si chiude con il confronto tra le posizioni di due artisti: Luca Trevisani e Ugo la Pietra.
L’intervento del primo, Vorrei ma non posso. L’esperienza del non realizzato nella pratica artistica contemporanea, riflette sui diversi fattori che nell’esperienza di un artista portano alla realizzazione di un’opera o al suo “fallimento”, sulle problematiche relative alle commissioni, sulla sostenibilità e sulla fattibilità di progetti considerati “irrealizzabili”, con un focus sulle opere come su progetti legati ad edizioni e libri d’artista.
Il tema di Ugo La Pietra, Nel e per il sociale: dall’effimero al non realizzato, un patrimonio artistico sommerso si rivolge agli anni Sessanta, quando furono ipotizzati interventi urbani attraverso “modelli di comprensione, progetti, installazioni effimere”, caratterizzati da una forte componente concettuale oltre che spettacolare.
La seconda parte della giornata, dalle 15 alle 17, è dedicata al tema degli “Archivi digitali e nuove modalità di esposizione del progetto” e moderata da Danka Giacon, conservatore presso il Museo del Novecento di Milano.
Stefania Zuliani, docente di Museologia e di Storia e teoria del museo contemporaneo presso l’Università degli Studi di Salerno, apre la sessione pomeridiana con un intervento dal titolo “Là dove le cose cominciano”. Archivi e musei del tempo presente che confronta gli archivi e i musei attraverso la loro natura duplice di luoghi di conservazione e di produzione della memoria.
Mario Gorni, presidente di Careof, Milano, interviene sul tema Un lavoro infinito, dal nastro magnetico al file e pone al centro delle questioni analizzate quella delle trasformazioni e degli adeguamenti che costantemente richiedono le nuove tecnologie, allo scopo di conservare le tracce visibili della cultura del nostro tempo.
Gabriella De Marco, docente di Storia dell’arte contemporanea presso l’Università degli Studi di Palermo, presenta i risultati scaturiti dal progetto di ricerca Agave. Contributo allo studio delle fonti dell’arte contemporanea in Italia – e non solo – nel Novecento (http://unipa.it/agave), sistema informativo che fa uso di una base di dati dell’arte contemporanea in Italia con una particolare attenzione al contesto siciliano.
Infine Iolanda Ratti, conservatrice presso HangarBicocca, Milano, affronta il tema Installazioni come opere irrealizzate: conservarle ed esporle: opere in evoluzione e mutevoli a seconda degli allestimenti, le installazioni hanno tutte un potenziale in essere, proprio come i progetti ancora irrealizzati, e per questo la loro documentazione è la best practice comunemente individuata per la conservazione del dato materiale e immateriale delle stesse.
Nella stessa giornata MoRE inaugura le ultime acquisizioni con i progetti di Scott King (a cura di Marco Scotti), Eva Marisaldi (a cura di Elisabetta Modena) Lorenzo Scotto di Luzio (a cura di Valentina Rossi), e il contributo critico di Anna Zinelli Pornographie: la sezione non realizzata alla documenta 5 di Kassel.
La partecipazione al convegno è gratuita e sarà possibile registrarsi direttamente all’ingresso del Museo.
È prevista la pubblicazione degli atti del convegno in formato digitale, in collaborazione con la rivista http://www.ricerchedisconfine.info.
Museo del 900 – sala conferenze
Via Marconi 1, Milano