A distanza di tre anni dall’ultima mostra, Studio G7 dedica la seconda metà dell’autunno a una nuova personale di Ulrich Erben. In accordo alla propria linea di indagine, spesso concentrata sullo sviluppo della pittura astratta nell’arte contemporanea, la galleria ha presentato numerose volte il lavoro dell’artista, esponendo le sue tele dai colori più brillanti e ospitando, nel 2010, un eccezionale wall painting che ha mutato le sembianze della sala espositiva.
In questa nuova occasione Studio G7 intende soffermarsi su un aspetto specifico del lavoro di Ulrich Erben il cui fascino è da sempre legato al connubio tra intuito e precisione geometrica. Il tema che pone in dialogo reciproco le opere esposte è quello che riguarda lo studio della percezione spaziale e la ricerca di profondità sulla superficie pittorica.
La mostra mette in risalto il legame esistente tra un grande intervento ambientale, eseguito per la prima volta nel 1972 al Kunstverein di Colonia e allestito in galleria per questa occasione, e diverse opere pittoriche. Queste ultime appartengono a cicli differenti: due di essi sono collocabili tra il 1976 il 1978, gli altri lavori sono stati realizzati nel 2012 e nel 2013.
La grande installazione, intitolata Licht objekt, assume caratteristiche site specific poiché muta il suo aspetto in relazione allo spazio dove viene esposta. Il lavoro si inserisce nella produzione artistica cominciata da Ulrich Erben alla fine degli anni ’60 quando esegue i primi quadri dipinti di bianco.
In quel periodo Ulrich Erben mostrava sulla tela differenti “livelli” attraverso la rappresentazione di una o più “superfici” sovrapposte. Queste ultime potevano essere rappresentate ad esempio: dalla tela grezza, da una parte della tela dove era stato steso il colore o addirittura dalla parete di fondo. La profondità era dunque riportata sul supporto, escludendo la prospettiva, proprio attraverso l’utilizzo dei metodi sopra indicati: veniva cioé isolata sulla tela un’area rettangolare tramite l’uso del colore bianco, la tela veniva suddivisa in due aree differenti oppure varie linee e segmenti erano posti in rapporto spaziale con aree dipinte. Questa ricerca è stata portata avanti per tutto il decennio prevalentemente attraverso la pittura monocroma ma è rimasta, anche dopo il ritorno all’uso del colore, uno degli elementi principali su cui si fonda il lavoro di questo artista.
Con Licht objekt Ulrich Erben cercava, nel 1972, di superare il limite della tela per inserire le sue “superfici” in una dimensione spaziale giungendo alla tridimensionalità attraverso l’uso della luce. L’opera è realizzata con una grandissima tela bianca investita, su ciascun lato, da un differente fascio luminoso. L’illusione di profondità generata agli occhi dello spettatore coinvolge la struttura della sala espositiva che sembra, nello specifico angolo dove ha luogo l’installazione, cambiare la sua forma.
Le opere recenti dell’artista presentate mostra sono eseguite a colori e riportano l’uso della prospettiva, anche se solo accennata ed evocativa di superfici immaginarie. Questi lavori, in cui è temporaneamente accantonato l’uso della forma geometrica, si rapportano a superfici presenti nel paesaggio che ci circonda, visibili all’occhio umano ma inesistenti nella realtà, come le nuvole o la volta celeste.
Ulrich Erben, riconosciuto tra i maggiori esponenti della pittura aniconica europea, è nato a Dusseldorf, ha studiato presso le Accademie di Amburgo, Venezia e Berlino; vive tra Dusseldorf e Bagnoregio.
L’artista ha esposto in numerosi musei, spazi pubblici e privati in Germania e nel mondo, molti tra essi possiedono le sue opere nella loro collezione permanente.
Galleria Studio G7
Via Val D’Aposa 4A, Bologna