E’ con la consueta passione e consolidata esperienza che la Galleria d’Arte Fondantico di Tiziana Sassoli organizza nella prestigiosa sede di Casa Pepoli Bentivoglio (via del Pepoli 6/E, Bologna) il ventunesimo “Incontro con la pittura”, tradizionale mostra autunnale dedicata all’arte antica nella quale saranno esposti più di trenta dipinti realizzati da importanti maestri bolognesi ed emiliani attivi dal Trecento all’Ottocento.
Comunicato a cura di: Ufficio stampa, Maria Cristina Porpora
Si segnalano in apertura due dipinti di Simone di Filippo (documentato dal 1354 al 1399), pittore tra i più prolifici del Trecento italiano, soprannominato in età moderna Simone “dei Crocefissi” per l’abilità nel dipingere “immagini grandi del Redentore, per amor nostro confitto in croce” (Malvasia), e una preziosa tavola di Jacopo di Paolo, esponente della corrente “neogiottesca” bolognese, raffigurante Santa Margherita in carcere, da ritenere parte di uno stesso complesso insieme al Martirio della santa della Fondazione ‘Roberto Longhi’ di Firenze.
All’inizio del Cinquecento si colloca la raffaellesca Madonna con Bambino e santi di Bartolomeo Ramenghi detto il Bagnacavallo esposta accanto ad accattivanti ritratti eseguiti da due singolari artisti ferraresi di cui non conosciamo ancora l’identità anagrafica: il Maestro dei dodici Apostoli, attivo nella città estense nel secondo quarto del Cinquecento, e l’Amico Friulano del Dosso, così soprannominato da Roberto Longhi per la stretta vicinanza con i modi di Dosso Dossi.
Tra i maestri della gloriosa scuola bolognese del Seicento spiccano i nomi di Guido Reni, il principale interprete del classicismo locale, di cui viene esposto un grande dipinto raffigurante Due baccanti, frammento di un’enorme tela eseguita tra il 1639 e il 1640 per il cardinale Francesco Barberini, che ne fece dono a Henrietta Maria di Borbone, moglie del re d’Inghilterra Carlo I Stuart. Dello stesso grande quadro, raffigurante le Nozze di Bacco e Arianna, faceva parte anche il frammento centrale con Arianna sullo scoglio, di recente riconosciuto da sir Denis Mahon e attualmente nella Pinacoteca Nazionale di Bologna. La scuola di Reni è poi rappresentata da Simone Cantarini, di cui si espone una preziosa Resurrezione su tavola, Giovanni Battista Bolognini, autore di due splendidi quadri di tema mitologico e Antonio Randa, cui si deve un bel quadro “da stanza” con Santa Cecilia.
Cresciuto nella scuola di Ludovico Carracci è invece Giacomo Cavedoni, presente con uno smagliante dipinto su rame con la Madonna con Bambino e santi, tra cui Petronio. A impreziosire la quadreria secentesca intervengono le opere di Camillo Procaccini, esponente di punta di una famiglia di pittori di origine bolognese e attiva con grande risalto anche in Lombardia, e di Ludovico Lana, l’artista che meglio esprime le propensioni della cultura modenese nella prima metà del Seicento.
Il Settecento è rappresentato da Nicola Bertuzzi, presente con quattro opere, tra cui i frizzanti bozzetti a olio su carta, preparatori per due grandi tempere con Storie bibliche originariamente nella galleria del Palazzo di Sopra a Bagnarola di Budrio. Da collocare in apertura del secolo sono: la grande tela con Mosè fa scaturire l’acqua dalla roccia, capolavoro assoluto del bolognese Giuseppe Gambarini, nel quale brani d’intenso naturalismo convivono con la poetica arcadica ispirata al classicismo locale secentesco e una pala raffigurante La consegna della tavola della Madonna di San Luca al santuario sul Monte della Guardia, importante recente ritrovamento del celebre autore bolognese Ercole Graziani. La pittura di genere quotidiano è rappresentata da una coppia di mezze figure di Contadini di Arcangelo Resani, attivo tra Bologna e Ravenna sino al 1740. Chiudono la rassegna tre ariosi Paesaggi di Vincenzo Martinelli, il più apprezzato temperista bolognese della seconda metà del XVIII secolo, uno spigliato bozzetto di Gaetano Gandolfi, un luminoso dipinto di Filippo Pedrini, esponente di spicco della corrente neoclassica a cavallo tra Sette e Ottocento e una piccola Veduta cittadina di Antonio Basoli, protagonista della scena artistica bolognese tra la fine del Settecento e la prima metà dell’Ottocento.
Questo “Incontro con la pittura” si rivelerà come sempre un’occasione per ammirare da vicino dipinti di notevole interesse scientifico capaci di affascinare non solo gli studiosi, ma anche un’opportunità di investimento per il numeroso pubblico di collezionisti, amatori e appassionati di pittura antica.
Come nelle edizioni precedenti, che segnano vent’anni d’intensa attività di ricerca, anche in quest’esposizione saranno presenti capolavori inediti e di grande interesse, accanto ad altri già pubblicati da autorevoli studiosi e talora esposti in mostre italiane e internazionali.
La presentazione delle opere nel catalogo è curata con il consueto rigore scientifico dal professor Daniele Benati dell’Università di Bologna, che coordina il lavoro di un nutrito gruppo di specialisti.
Fondantico di Tiziana Sassoli
Via de’ Pepoli, 6/E 40124 Bologna
Inaugurazione: sabato 9 novembre 2013 ore 17.00
Orari mostra: 10.00-13.00/16.00-19.00
chiuso la domenica