La luce organizza e stilizza la composizione del dipinto, intrecciando una tessitura affascinata e sottile della materia e dello spessore del colore. L’attitudine delle forme si produce in un movimento sospeso, motivo assoluto che unisce intensità psicologica e allusività narrativa nel medesimo istante pittorico. La libertà di pensiero dell’immagine di Gino Tarozzi costruisce un mondo di simboli e allegorie, atmosfere trasognate che si allontanano dalla realtà per immergersi nell’arabesco malinconico e decadente, proiezione fantastica di un senso di mistero vivido e veloce. L’uso di colori audaci, arbitrari, a volte incongrui sottolinea e potenzia la volontà di ricerca di un assoluto dei valori cromatici, una sospensione del racconto pittorico che sfocia nel turbamento non concluso, nel valore di un’interrogazione priva di risposte. Sono soltanto le ipotesi a prendere corpo nei dipinti di Tarozzi, immagini dialettiche percepite nell’intreccio di luce e colore così bene rappresentato e praticato nelle atmosfere tramate e quasi ricamate dei suoi sfondi, autentica cifra stilistica in cui la lineare stilizzazione della forma incapriccia frammenti di musicalità visionaria. La duttilità e poliedricità della pittura di Tarozzi lo allontana da formule fisse, lasciando allo spirito possibilità di espansione e riformulazione: anche nei soggetti più consueti – le nature morte, i paesaggi – il contrappunto visivo malinconico e cromatico diviene prova di abile astuzia innestata nel quotidiano. La luce generata dal quadro non ha in sé il senso della quiete, ma della disgregazione e ricostruzione: è la tensione cromatica a produrre situazioni estreme, sottolineate da una musicalità enigmatica che descrive la frattura tra intimità ed esteriorità, forme e figure che si risolvono in una resa pittorica vibrante, in cui l’idea delle cose trova la propria formulazione nell’esaltazione dell’universo sensibile del colore.
Critica e presentazione a cura di Alberto Gross
Curatori mostra: Deborah Petroni, Rubens Fogacci
Galleria d’Arte Contemporanea Wikiarte
Via San Felice 18 – Bologna
dal 19 ottobre al 31 ottobre 2013
dal mercoledì al sabato dalle 11.00 alle 19.00 con orario continuato
martedì e domenica dalle 15.00 alle 19.00
lunedì chiuso
Ingresso gratuito