Gio. Nov 21st, 2024

Chi si aspettasse di vederne solo sei, di cattedrali, resterà alquanto deluso e certamente disorientato dinanzi alla copiosità (25 pezzi ca.) di tele e carte del pittore Roberto Rizzoli. Uno smarrimento che diventerà ancor più tangibile dinanzi alle opere fisiche, e non solo per i soggetti non soggetti rappresentati, bensì per l’assenza di nomenclatura.

Sono parte di un ciclo – motiva Rizzoli – impossibile imbrigliare il concetto in un titolo.

Un ciclo, quello delle ‘Sei cattedrali’ che racchiude le fatiche dell’artista, bolognese doc, di un quinquennio, dall’88 al ’93. Fatiche nel senso più vero e tangibile del termine perché l’arte, per Roberto Rizzoli, non è una questione di ispirazione ma è lavoro, sforzo, dipendenza, malattia, concetti ben riassunti in quello che l’artista stesso considera suo Manifesto: un acrilico su tela 275 x 275 che gli è costato sudore e impegno, quasi fosse un figlio più problematico degli altri – commenta scherzosamente.

La tela lascia spazio alla carta, la grafite cede il passo alla china, l’acrilico duetta con la cera e si confronta con tecniche miste. Complessa, ermetica, affannosa, cervellotica, astratta: si presenta così e sotto tante altre forme, l’arte di Rizzoli.

Eppure la chiave di lettura in quella che emerge essere una perenne ricerca dell’artista nel comprendere i segreti di quell’equilibrio, di quella perfezione, di quell’armonia che caratterizzano l’opera d’arte medesima, motivo unico dell’ispirazione del ciclo, c’è, ed è la ‘cattedrale di Modena’, dinanzi alla quale Roberto non smette mai di estasiarsi e di specchiarsi, per perdersi nel tempo, concetto che ha rincorso, in precedenza, nel ritratto.

Caratterizzate da una decisa bicromia bianco-nera, le ’Cattedrali’ di Rizzoli sono ritratti con tratti diversi – come le definisce lui stesso – la struttura di riferimento è la stessa ma viene sviluppata secondo canoni diversi.

Classe ’52, con alle spalle una vita giocata tra arte e divulgazione della stessa (Rizzoli è Docente di Grafica presso un Istituto Superiore cittadino), Roberto non ha mai smesso di rispondere a quella sete di meraviglia e di stupore da cui nascono le sue opere, sete che lo scrittore e poeta Roberto Roversi ha saputo ben tratteggiare in una ‘perla inedita’ che Rizzoli stesso divulga per la prima volta attraverso il Catalogo della Mostra.

La composizione che il Prof. Roversi ha dedicato alle mie opere, è per me motivo di particolare orgoglio – ci confessa l’artista, a ca. 40 anni dalla sua prima Personale.

COMUNICATO A CURA DI: Rossella Regina