The Visitors, una delle più significative opere di Ragnar Kjartansson (Reykjavík, 1976), sarà esposta dal 20 settembre al 17 novembre 2013 nei grandi spazi di HangarBicocca, con la curatela di Andrea Lissoni e Heike Munder (direttrice del Migros Museum für Gegenwartskunst di Zurigo).
L’installazione video, inedita in Italia, unisce musica, arte, cinema e performance e sarà presentata a Milano grazie al contributo di Pirelli. Sarà inoltre uno degli eventi di rilievo nell’ambito del Festival MITO Settembre Musica, che dal 2008 vede tra i sostenitori la stessa Pirelli. L’allestimento di The Visitors in HangarBicocca rappresenta per il pubblico italiano un’occasione unica per avvicinarsi a un importante progetto di arte contemporanea, già ospitato in istituzioni e gallerie internazionali – Migros Museum für Gegenwartskunst di Zurigo nel 2012, che l’ha prodotta, Galleria Luhring Augustine di New York e TBA21 Thyssen-Bornemisza Art Contemporary di Vienna nel 2013 – dove ha suscitato un grande interesse per la capacità di coinvolgimento in un’esperienza emotiva, musicale e visiva unica nel suo genere.
Ispirata nel titolo e nel tema all’omonimo e ultimo album del celebre gruppo svedese ABBA, The Visitors offre una riflessione intorno al tema della forza e della persistenza dei legami affettivi, della malinconia e del romanticismo tipici della cultura nordica da cui l’artista proviene. La musica costituisce un elemento fondamentale dell’intera composizione artistica e viene utilizzata, come lo stesso Kjartansson afferma, “da elemento quasi plastico”. Composta dall’artista stesso per il poema Feminine Ways della poetessa ed ex moglie Asdís Sif Gunnarsdóttir, la colonna sonora alterna sonorità potenti e sommesse.
L’opera è costituita da nove video in scala 1:1 in cui compaiono musicisti differenti, tutti amici di Kjiartansson (fra cui Kristín Anna e Gyða Valtýsdóttir, sorelle fondatrici della storica band islandese dei Mùm, e Kjartan Sveinsson, tastierista fino al 2012 dei celebrati Sigur Rós). I musicisti cantano e suonano per più di un’ora, ciascuno con uno strumento diverso, la stessa melodia della canzone Feminine Ways. Le nove scene sono girate in alcune stanze – fra cui la biblioteca, lo studio, la cucina, la sala da bagno, una camera da letto, la veranda – della grande e fatiscente dimora ottocentesca di Rokeby Farm, nell’Upstate New York. Le nove tracce audio e video, girate separatamente, vengono proiettate contemporaneamente su grandi schermi in un allestimento concepito ad hoc dall’artista e dai curatori che enfatizza gli elementi visivi e sonori dell’opera, mettendo il pubblico al centro di una performance corale e continua.
La pratica performativa di Ragnar Kjartansson abbraccia tutto lo spettro delle arti, dal teatro alla musica, dalla scultura all’arte visiva. Il gusto per la messa in scena e la recitazione sono caratteristiche costanti del suo lavoro: l’artista dà vita a performance, a volte trasformate in installazioni video, in cui sovente interpreta personaggi paradossali. Il suo lavoro fonde realtà e finzione, tradizioni dell’Islanda e mitologie della cultura contemporanea in rappresentazioni dall’effetto ipnotico sempre in bilico tra misticismo e parodia.
The Visitors, che occuperà lo “Shed” – spazio di 1400 metri quadrati dedicato agli artisti più giovani – rappresenta il primo evento espositivo della programmazione firmata dall’Artistic Advisor di HangarBicocca Vicente Todolí. Il progetto è pensato anche in relazione alla mostra (che si inaugura a ottobre 2013) di Dieter Roth a cui Kjartansson è legato sia personalmente sia come ispirazione poetica e di cui riprende l’attitudine polidisciplinare e l’ambizione a creare opere d’arte totali e sempre in evoluzione.
Ragnar Kjartansson e la musica
Ragnar Kjartansson, tra gli artisti più riconosciuti e premiati della sua generazione, porta avanti, fin dagli esordi, la sua ricerca artistica parallelamente a un’intensa presenza sulla scena musicale indipendente.
La forte appartenenza al mondo della musica, trasmessa anche dall’ambiente familiare – il padre attore con un’ evidente capacità canora e la madrina cantante folk professionista – lo spinge già negli anni dell’adolescenza a fondare diverse band ispirate al grunge americano. Nel 2001 fa nascere i Trabant, gruppo pop rock con cui poi Kjartansson realizza dischi e concerti e nel 2011 collabora con i Sigur Rós realizzando un videoclip musicale. E’ inoltre celebre la sua partecipazione a Performa del 2011 nell’ambito della quale presenta Bliss, una performance premiata con il Malcolm McLaren Award: insieme a un cantante lirico e un’orchestra suona per 12 ore consecutive l’ultima aria de “Le nozze di Figaro” di Wolfgang Amadeus Mozart.
L’omaggio all’album The Visitors pubblicato nel 1981 dagli ABBA – prima che la band si sciogliesse in seguito alle vicende sentimentali dei suoi protagonisti – va ricondotto a un legame con il gruppo svedese che l’artista spiega in tal modo: “Negli anni mi sono spesso ispirato alla musica degli ABBA, trovandovi una profonda malinconia sotto lo strato spettacolare e sontuoso della loro storia. The Visitors prende ispirazione dal loro ultimo album: in entrambi si parla di divorzio, di isolamento (la copertina ritrae il gruppo in una vecchia casa abbandonata), di clamorose sconfitte e si ha la chiara sensazione che tutto stia per cambiare”.
Biografia
Ragnar Kjartansson è nato nel 1976 a Reykjavík, dove vive e lavora tuttora. Ha compiuto gli studi all’Academy of the Arts a Reykjavík e successivamente alla Royal Academy a Stoccolma.
Ha ricevuto grandi riconoscimenti internazionali e ha partecipato a numerose mostre e rassegne tra cui – nel 2008 – Manifesta e La Triennale di Torino. Nel 2009 è stato il più giovane artista a rappresentare l’Islanda alla Biennale di Venezia. Nel 2011 il Carnegie Museum of Art di Pittsburgh, il Museum of Contemporary Art (North Miami) e l’ICA di Boston hanno ospitato la sua mostra personale Song e il Frankfurter Kunstverein ha presentato la sua prima grande retrospettiva europea. Nel 2012 gli è stata dedicata una mostra personale alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo a Torino. E’ stato invitato alla 55a edizione della Biennale di Venezia, nella mostra curata da Massimiliano Gioni Il Palazzo Enciclopedico, dove presenta, per tutta la durata della mostra, una suggestiva performance musicale negli spazi acquatici delle Gaggiandre dell’Arsenale.
Testi e recensioni sul suo lavoro sono stati pubblicati da Artforum, Art in America, ArtReview, Frieze, Modern Painters e The New York Times.
COMUNICATO A CURA DI: Ufficio Stampa, Angiola Maria Gili, Stefano Zicchieri