La galleria Wikiarte di Bologna, all’interno di un percorso di continua sperimentazione artistica, ha deciso di convogliare presso le sale di Palazzo Oddo, sede seicentesca dalla suggestiva pianta quadrangolare, un’esposizione collettiva dedicata a rappresentazioni realizzate su supporti che ne richiamino in qualche modo forme e significato. L’esperimento si inserisce all’interno di un più ampio percorso, che vede i curatori della galleria attenti alla varietà di nuove manifestazioni artistiche che, pur senza perdere spontaneità e intento comunicativo, affondino le radici in un solido retroterra storico-artistico. Siamo così invitati a contemplare la novità, senza cessare di riflettere su quanto già conosciamo e che in qualche modo sembra rivolto direttamente a noi.
La figura del quadrato affascina l’uomo da secoli, influenzandone la conseguente produzione artistica. Fin dall’antichità, la quaternità venne concepita come un archetipo richiamante completezza e totalità, e il quadrato rivelò la sua valenza simbolica, condizionando le raffigurazioni e gli stessi concetti di recinto, città, abitazione. La semplicità e la regolarità suggerite da questo quadrilatero con angoli e lati uguali furono caratteristiche in grado di conferire al quadrato un valore emblematico, permettendogli di conquistare un posto privilegiato tra i segni dell’occultismo così come tra le più complesse elaborazioni matematiche. Il numero quattro fu fondamentale nell’elaborazione della dottrina delle corrispondenze tra macro e microcosmo, ossia della scienza che rintracciava profonde analogie tra l’uomo e l’intero universo. Il Rinascimento amò il quadrato, figura cui si potevano collegare simbolicamente le proporzioni del corpo umano. Simbolo della staticità immanente, del caos stabilizzato, il quattro richiama l’armonia della Terra e le sue manifestazioni. Quattro sono i punti cardinali, le fasi lunari, le arti del Quadrivio, i temperamenti. Secondo le teorie mediche di Ippocrate e Galeno, a ciascuno dei quattro umori (sangue, bile gialla, bile nera e flegma) risulta associato un elemento cosmico, un carattere psicologico, un colore, una stagione.
Se l’artista viene definito comunemente “nato sotto Saturno”, pervaso da un sentimento melanconico che lo rende schiavo nell’esercizio della propria arte, piace invece pensare che questa sia l’occasione per evidenziare, celati dietro le manifestazioni artistiche, i diversi temperamenti e, attraverso l’osservazione di questi, rintracciare le diverse inclinazioni umane. L’osservatore, camminando, avrà la possibilità di domandarsi quanto e se il temperamento dell’artista abbia influito sulla realizzazione dell’opera d’arte, e potrà ipotizzare percorsi simbolici all’interno di forme e significati. La forma quadrangolare è, dunque, per la galleria Wikiarte, un pretesto per aprire nuove conversazioni sui diversi aspetti dell’arte contemporanea, sulla creazione come pratica essenziale dell’uomo, sulla sua capacità poetica ed evocativa, sulle sue infinite suggestioni. Se accettiamo di paragonare l’efficacia di un’esposizione alla sua carica propositiva, questa mostra verrà promossa a pieni voti, per aver saputo suggerire nuove possibilità di considerazioni artistiche attraverso l’approccio innovativo alla struttura che le ospita, suggerendo credibili itinerari che invoglino alla scoperta delle nuove manifestazioni artistiche. (Francesca Bogliolo)
Artista in mostra:
ALEX DELBY, ANGELO CONTE, CARLA MELIS, CARLO BRENNA, DANIELE PETRUCCI, DEJAVU, DINA MONTESU, ELISABETTA MANGHI, FARZANEH KAMANDI, GIACOMO MODOLO, GIANFRANCO BIANCHI, GLENDA TINTI, IRA TUM, KATIA BORGHI, LORENZO LIVERANI, LUCA TRIDENTE, MADDALENA BIANCARDI, MARGHERITA CALZONI, MAURIZIO MOLTENI, MIRELLA BISSON, PAOLO REMONDINI, PATRIZIA MENOZZI, ROBERTO PAGNANI, RONAK MOSHIRI, STEFANIA BUCCIO GONZATO, STEFANO BONAZZI, STEFANO MANZOTTI, STRINA CELESTE FOTI, SUSANNE SEILKOPF, TIZIANO CALCARI
Presentazione critica a cura di: Francesca Bogliolo
Curatori mostra: Deborah Petroni, Rubens Fogacci
Palazzo Oddo
Via Roma 58, Albenga