Un fiume nella notte nel quartiere abbandonato: un uomo che tenta il suicidio per evitare uno scandalo finanziario, e attorno a lui un mondo di emarginati e immigrati che si rivelano mentre la notte lascia il posto all’alba. “Nessuno verrebbe qui disarmato, senza motivo”… E’ l’ambiente della più densa e suggestiva opera di Bernard-Marie Koltès, mai rappresentata in Italia: Quai ouest. A presentarla al pubblico italiano è Andrea Adriatico nella nuova produzione di Teatri di Vita, che debutterà al Festival VIE: da venerdì 24 a lunedì 27 maggio, a Finale Emilia (ore 21, prenotazione obbligatoria; punto di riferimento: Piazza Garibaldi; infoline 059.305738, www.viefestivalmodena.com), e poi da giovedì 30 maggio a domenica 9 giugno, a Bologna (ore 21, riposo lunedì 3; punto di riferimento: Teatri di Vita; infoline 051.566330, www.teatridivita.it).
Lo spettacolo, con cui Adriatico ritorna a confrontarsi con il suo autore d’elezione dopo numerosi lavori (tra cui, ultimo, “Il ritorno al deserto” nel 2007), vede in scena Anna Amadori, Gabriele Duma, Olga Durano, Gianluca Enria, Francesco Martino, Maurizio Patella, Selvaggia Tegon Giacoppo, Florentin Tchinda Mohamed. Immaginazione tecnica Carlo Quartararo; cura Monica Nicoli, Saverio Peschechera; scene e costumi Andrea Barberini; acconciature Orea Malià; aiuto regia Paola Bolelli; tecnica Rabii Sakri; assistenza Angela Grasso.
Produzione Teatri di Vita – Bologna, in collaborazione con Emilia Romagna Teatro Fondazione.
Un uomo vorrebbe morire. Buttarsi nel fiume in un posto deserto, nei pressi di un grande hangar, dopo aver messo due grosse pietre nelle tasche della giacca, per non rimanere a galla. E con l’acqua sporca e delle conchiglie che gli riempiono la bocca, sparisce in fondo al fiume come la ruota sgonfia di un camion. Ma qualcuno si butta dietro di lui e lo ripesca. Fradicio, tremante, arrabbiato, chiede: “Cosa vuole da me?”. La sua macchina è sempre lì, ma il motore è fuori uso e le ruote sono state bucate. “Cosa vuole da me esattamente?”.
“Quai Ouest” è una delle opere più affascinanti e misteriose, di seducente raffinatezza linguistica, di Bernard-Marie Koltès, scritta al rientro da un viaggio in America, dove lo scrittore francese rimane colpito dalla visione di un grande hangar in un porto. E’ un testo che parla dell’emergenza che viviamo, dei conflitti e delle migrazioni, temi cari a Koltès, che Andrea Adriatico ha messo in luce nei tanti attraversamenti che ha compiuto nella sua opera. Dopo gli omaggi a Koltès negli anni ’90 (l’ultima notte, fuga, là dove ci si vede da lontano, tra il 1991 e il 1994) e dopo Il ritorno al deserto (prima rappresentazione assoluta in Italia, 2007), Adriatico ritorna ancora una volta a confrontarsi con il “suo” autore più frequentato, mettendo in scena per la prima volta in Italia Quai ouest. Lo spettacolo rappresenta il principale sforzo produttivo di Teatri di Vita nel 2013, ed è realizzato in collaborazione con ERT.
Ha detto Bernard-Marie Koltès su “Quai ouest”:
Bisognerebbe considerare, a priori, che ogni linguaggio è ironico e ogni slittamento è grave; questo eviterebbe di considerare serie cose che non lo sono affatto, di rendere tristi scene che dovrebbero essere comiche e di eliminare tutto il tragico da questa vicenda.
TEATRI DI VITA
Centro Internazionale per le Arti della Scena
Via Emilia Ponente 485 – 40132 Bologna – Italia