L’archivio di Federico Garolla, (Napoli, 1925-Milano, 2012) è il vincitore della prima edizione del Premio “Tempo ritrovato”- Fotografie da non perdere, ideato da IO Donna, in collaborazione con MIA Fair, Eberhard & Co., il Museo di Fotografia Contemporanea di Cinisello Balsamo e il patrocinio di Regione Lombardia.
Il riconoscimento ha selezionato la più meritevole istituzione archivistica italiana dedicata alla fotografia, ricompensandola con un fondo di 8.000 Euro che dovrà essere vincolato alla catalogazione, digitalizzazione e conservazione delle proprie opere.
Nella motivazione della commissione giudicatrice, composta da Renata Ferri, caporedattore photo-editor di IO Donna, Roberta Valtorta, direttrice scientifica del Museo di Fotografia Contemporanea di Cinisello Balsamo, Laura Gasparini, responsabile della Fototeca della Biblioteca Panizzi di Reggio Emilia e docente di conservazione del patrimonio fotografico all’Accademia delle Belle Arti di Bologna, Lucia Miodini, docente di Storia della Fotografia all’ISIA di Urbino e lavora presso il Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell’Università degli Studi di Parma, Fabio Castelli, ideatore di MIA Fair, si legge che “l’archivio fotografico di Federico Garolla ha preservato nel tempo l’ordinamento assegnato dall’autore: le fotografie, i provini a contatto e le stampe sono state tenute in buono stato di conservazione nonostante non siano state utilizzate buste e scatole a norma per la conservazione dei materiali fotografici”.
“Sia i negativi (circa 500.000), sia i positivi (circa 4.000), sono ancora conservati – continua la motivazione – nei contenitori originali, corredati dei dati utili a ricondurre le stampe positive, per la maggior parte stampe coeve alla data di scatto o comunque al periodo in cui l’autore era vivente. Le stesse sono state intitolate, datate e firmate dall’autore alla fine della sua carriera, quando si dedicò al riordino dell’archivio lasciato poi in eredità alla figlia Isabella”.
L’archivio fotografico documenta l’attività professionale del fotogiornalista dal 1948. A tal proposito, la giuria ha valutato l’archivio Garolla capace di rappresentare l’Italia del dopoguerra, attraverso un corpo significativo di progetti relativi alla vita sociale degli anni Cinquanta.
Le fotografie di questa decade sono realizzate con uno stile personale: le immagini della vita sociale, dei paesaggi e delle tradizioni del Paese negli anni della ricostruzione devono essere considerate un patrimonio iconografico la cui conservazione è un contributo per la ricostruzione della nostra storia.
In particolare la giuria segnala il progetto intitolato: Itinerario Garibaldino da Quarto a Volturno”, realizzato dall’autore nel 1958 e terminato nel 1960 in occasione del centenario dello sbarco a Marsala del 1860.
MIA Fair ospiterà, dal 10 al 12 maggio, una mostra dell’Archivio Federico Garolla composta da 29 stampe vintage realizzate dall’autore stesso. In particolare verrà esposto un nucleo costituito da 14 immagini in bianco e nero, del formato 30×40 cm, del progetto “Itinerario Garibaldino da Quarto a Volturno”, che illustra, con occhio attento alla società, i cambiamenti urbani e paesaggistici dell’Italia di quel periodo che Garolla ha documentato seguendo l’itinerario percorso da Giuseppe Garibaldi da Marsala verso il nord Italia.
L’archivio Garolla e il Premio “Tempo ritrovato”- Fotografie da non perdere saranno oggetto della conferenza che si terrà all’interno di MIA Fair, sabato 11 maggio, alle ore 16.30, dal titolo Archivi del domani: l’archivio non è solo questione di conservazione del passato, ma è anche “opera” in sé e proiezione verso il futuro. Ne parleranno Laura Gasparini, Lucia Miodini, Renata Ferri, Roberta Valtorta (Comitato Scientifico del Premio), Gianluigi Colin, photoeditor Corriere della Sera, Gigliola Foschi, Comitato Scientifico MIA Fair.
Note biografiche
Federico Garolla (Napoli 1925-Milano 2012) inizia la carriera come giornalista, collaborando al «Mattino»; poco più che ventenne si trasferisce a Milano chiamato da Arrigo Benedetti per collaborare alle maggiori testate nazionali. E qui, nel capoluogo lombardo, grazie all’esperienza maturata nel campo dell’editoria periodica decide di passare al fotogiornalismo. Siamo nei primi anni cinquanta e Garolla racconta l’Italia del dopoguerra e della ricostruzione. Autore di centinaia di reportage per prestigiose testate italiane, da «Tempo illustrato» a «L’Illustrazione italiana», da «Oggi» a «L’Europeo», e straniere, da «Paris Match» a «Der Stern», nel 1951 è anche inviato speciale di «Epoca»; lo ritroviamo tra i collaboratori del settimanale «Le Ore». Negli anni cinquanta segue anche la nascita dell’alta moda italiana e, con le sue fotografie delle modelle riprese per la strada, rinnova il “genere” della fotografia di moda. I suoi servizi escono sui maggiori rotocalchi “femminili”, fondati nel dopoguerra o solo rinnovati nella veste grafica: «Donna», «Amica», «Annabella», «Grazia». Garolla affronta con uno sguardo nuovo i cambiamenti della società italiana; racconta, allontanandosi dai tradizionali schemi narrativi, la vita sociale del paese negli anni della ricostruzione. Coglie anche la vita culturale italiana e, con sottile ironia, ne ritrae i protagonisti, mostra inoltre “fuori scena” i protagonisti della Dolce Vita. Attento alle tematiche a sfondo sociale costruisce nell’Itinerario garibaldino un complesso racconto per immagini. È il racconto di un paese dai molteplici aspetti, ben lungi dal ritratto delineato nel mito del boom economico, che sarà celebrato in occasione del centenario dell’unità nazionale. Garolla fotografa il paesaggio, i rituali e i comportamenti della gente, la vita delle comunità, ci mostra un’Italia in bilico tra tradizione e modernità.
A metà anni cinquanta Garolla fonda l’agenzia Foto Italia e nel decennio seguente apre un’agenzia pubblicitaria. Abbandona il reportage alla fine degli anni sessanta, quando muta profondamente il sistema dell’informazione. La sua attività prosegue nei decenni seguenti in altri settori: negli anni settanta, oltre alla collaborazione con la Rai, si segnala la documentazione dei luoghi d’interesse architettonico e paesaggistico. Il suo impegno per la tutela del patrimonio culturale lo porta a promuovere l’attività editoriale del settore. Dagli anni Novanta si dedica alla sistemazione, al recupero e alla catalogazione del proprio archivio. Muore nel maggio del 2012.
L’archivio che Federico Garolla, soprannominato l’Occhio del tempo, ci ha lasciato, è un bene comune da tutelare. Il materiale prodotto negli anni Cinquanta, espressione di un giornalismo colto, è una preziosa testimonianza delle mutazioni avvenute nella cultura e nella vita sociale del nostro Paese dopo la fine del conflitto.
MIA Fair – Milan Image Art Fair 2013
Milano, Superstudio Più (Via Tortona, 27)
DAL 10 AL 12 MAGGIO 2013
Informazioni
Segreteria Organizzativa MIA Fair
Via San Vincenzo 22 – 20123 Milano