Mar. Lug 16th, 2024

5b-I guardiani del castello e la Dama del presagio - 71 x 51 - olio a velature su tavola

Domine Doctor, alter ego di Marko Vodopivec, ne constata l’avvenuto decesso con Rigor Mortis, performance di un giorno alla galleria Vetrina, per poi annunciarne la rinascita il pomeriggio seguente, questa volta alla Conestabo ArtGallery. L’artista si collega idealmente a due momenti della storia dell’arte: iconograficamente le sue opere si legano alla pittura fantastica e allegorica di matrice fiamminga, Hieronymus Bosch e i Brueghel paiono i progenitori ideali, vuoi per certosina minuzia, vuoi per i toni e la stesura del colore – le velature faticano a trattenere l’opulenza dell’impasto- che per un nordico e riformista spirito di denuncia. Proprio l’impellenza delle istanze, il gusto della dissacrazione e lo slittamento delle categorie (non solo visive, la sovrapposizione tra l’arte e la vita in Domine Doctor si fa a volte inquietante) derivano dal cabaret dadaista e dal gusto surrealista, dissacrante e grottesco, alla costante ricerca dell’informe e dell’inaspettato.

La tecnica magistrale di Domine Doctor dà risalto alle tematiche affrontate: l’ecodisastro a opera della British Petroleum nel Golfo del Messico diviene il pretesto per indagare sulle moderne schiavitù, per mettere in scena i conflitti tra le spinte del singolo e le necessità di molti, tra la cieca avidità e la ricerca di un contatto profondo ed empatico con la Natura. L’arte si è sempre assunta l’impegno di comunicare, denunciare, spesso di anticipare fermenti e malumori; ora, sembra dirci attraverso le sue opere, le si chiede un ulteriore passo avanti: ad essa spetta il non facile compito di ricostruire i rapporti tra le persone e di risanare il tessuto sociale, per una reale e armonica crescita spirituale. Come già affermato da Kandinsky: “La pittura è un’arte, e l’arte non è inutile creazione di cose che svaniscono nel vuoto, ma è una forza che ha un fine, e deve servire allo sviluppo e all’affinamento dell’anima. È un linguaggio che parla all’anima con parole proprie, di cose che per l’anima sono il pane quotidiano, e che solo così può ricevere. Se l’arte si sottrae a questo compito rimane un vuoto.” (Lorella Klun Marzo 2013)

 

Vetrina (Rigor Mortis)

Via Udine 2/1 Trieste

CONESTABO ARTGALLERY (Beyond Petroleum)

Via della Fonderia 5, TRIESTE