Mer. Dic 4th, 2024

Navid Azimi Sajadi elabora le proprie esperienze di uomo (iraniano d’origine ma occidentale d’adozione) prima che di artista, per dare vita ad un linguaggio artistico a lui peculiare capace di trovare una soluzione stilisticamente armonica alla dicotomia: “Oriente-Occidente”, tramite la realizzazione di opere e di installazioni ove i riferimenti alla tradizione islamica pongono radici profonde dalle quali fioriscono liane di raccordo per ri-collegarsi concettualmente ad un “Occidente” raffigurato attraverso l’elaborazione di una simbologia che guarda anzitutto al mondo greco-romano come modello di eccellenza estetica e formale al quale fare riferimento.

Nelle intenzioni dell’artista c’è la volontà di creare un metalinguaggio trasversale tra opere esistenti riconoscibili storicamente a cui conferire una nuova collocazione semantica che porti il fruitore ad una rilettura delle medesime in una chiave differente. C’è qualcosa di postmoderno, nell’idea di una storia ciclica che si riavvolge rivedendo il passato in una nuova visione ed aprendo nuove direzioni interpretative per un’analisi dell’oggi.

Nell’appropriarsi dell’iconografia classica e nel rimetterla in scena, l’artista crea una teatralizzazione immobile, un frame postmoderno che di quest’ultimo forza i limiti.

Questi assunti concettuali trovano piena espressione formale nelle installazioni appositamente concepite dall’artista per Palazzo Bevilacqua Ariosti. Nel chiostro cinquecentesco Navid realizzerà un’opera ambientale intorno al pozzo sormontato dalla scultura di un leone che l’artista andrà a collegare mediante otto liane di colore verde ad una struttura in mattoni (simbolo della Madre Terra) avente la forma di una stella ad otto punte a guisa di stella matriarcale, simbolo della santità femminile.

 

Palazzo Bevilacqua Ariosti

Via M. d’Azeglio 31, 40124 Bologna

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