Gio. Nov 21st, 2024

Di Stefano Boninsegna

Il 9 novembre 2010 nasce ufficialmente il quotidiano telematico “Il Pensiero Artistico – Magazine di Arte e Attualità”. Il magazine si occupa dell’attualità e del mercato dell’arte ed è strutturato in due sezioni principali: gli articoli di primo piano, ampi e spesso commentati, e le segnalazioni che danno spazio ad eventi e progetti che vengono sottoposti alla nostra attenzione.

Il magazine non è il grande quotidiano universale, nasce come periodico di nicchia che, accanto ai grandi eventi, dà visibilità ad iniziative che difficilmente troverebbero spazio sui grandi giornali. Iniziative ed eventi che spesso rappresentano il fronte più avanzato dell’arte e il segno di ciò che verrà. Personali di artisti o esposizioni tematiche che non possono usufruire dei circuiti dell’arte più grandi e costosi, ma che possono essere la scintilla del rinnovamento.

Il mondo dell’arte è spesso caratterizzato da circoli chiusi poco permeabili. “Il Pensiero Artistico” invece si fa portavoce del rinnovamento, del nuovo, del diverso. Il nostro punto di riferimento da cui ripartire è la Pop-Art di Andy Warhol che è stata nel Novecento il più importante movimento artistico planetario; nata dai movimenti più avanzati del primo Novecento, la Pop-Art prende forma in Gran Bretagna, ma è negli Stati Uniti che si sviluppa per espandersi in tutto il mondo, facendo nascere gran parte del linguaggio non solo artistico, ma pubblicitario e di marketing del secolo. Senza rendercene perfettamente conto, gran parte della comunicazione contemporanea getta le basi negli esperimenti statunitensi della Pop-Art, che non era solo produzione artistica in senso stretto, ma un modo di pensare che travalicava la morale, il perbenismo, in generale la cultura tramandata, senza annullare tutto ciò, ma trasformandolo in qualcosa di nuovo e allora non ancora tangibile. La Pop-Art era uno stile di vita libero.

Gli Anni Ottanta segnano la fine della Pop-Art. La segnano profondamento con l’annientamento dei suoi creatori, stroncati da aids e droga pesante, con l’annientamento del suo mondo fatto di persone grandiose, ma non invulnerabili. La paura antica per la sopravvivenza prende il sopravvento e del movimento artistico restano solo i frutti cresciuti sotto l’albero della comunicazione pubblicitaria. Nei musei di mezzo mondo si ricominciano a vedere esposizioni che poco hanno a che fare con quel grande movimento di liberazione dei costumi e della mente.

Nulla però è stato perso. L’Italia è una nazione, per cultura e tradizioni, rimasta al margine di questo spirito di rinnovamento anticonformista, che si conosce attraverso i media, si sa che esiste, i giovani toccano con mano durante i viaggi nelle grandi capitali, ma non si porta in patria, chissà perchè. E’ come se essere liberi, vivere in una società che fa della diversità la normalità, andasse bene solo in cartolina, ma non a casa propria.

Con “Il Pensiero Artistico” ripartiremo dove la Pop-Art si è interrotta, cercheremo di ridare voce a quei piccoli movimenti o artisti che fanno della libertà e della autodeterminazione, intesa nel suo significato originario di riconoscimento della capacità di scelta autonoma ed indipendente dell’individuo, la loro bandiera, sempre nel rispetto di tutti.

L’arte non è però fine a se stessa, autoreferenziale, l’arte è cultura e sviluppo con importantissime ricadute nella capacità di una società di rinnovarsi, creare qualcosa di nuovo e arricchirsi, anche economicamente, perchè può contribuire alla percezione di vivere in una società dove la libera iniziativa è una componente importante e positiva.

La libera iniziativa è il motore delle nazioni e anche l’arte deve essere capace di vendersi. Un artista non è tale perchè lo dice lui, è un artista se riesce a trasmettere vibrazioni, energia, significati ad un pubblico sufficientemente vasto, è un artista se riesce a superare lo spazio ed il tempo, se riesce a parlare attraverso l’arte e mettersi in comunicazione con lo spettatore. Molti saranno mediocri, pochi buoni, pochissimi artisti.

Accanto a questo ci saranno sempre i grandi eventi che mettono in scena l’arte che ha avuto fortuna, che ci ha segnato nei secoli, negli anni, perchè prima di tutto viene la conoscenza, senza la quale non ci saranno mai sviluppo culturale ed economico,  possibilità di autodeterminazione e Libertà.

L’albero di cachi, uno splendido esemplare trovato a Verona in una villa abbandonata, con i suoi colori che racchiudono tutte le stagioni e i suoi frutti ricchi, morbidi, vivaci, è un allegro auspicio, per questo progetto, di buona riuscita e fortuna.

Stefano Boninsegna.