Gio. Nov 21st, 2024

Comincia con una grande festa, nella notte tra il 12 e il 13 gennaio, la stagione dei XX anni di Teatri di vita. Anni spesi a raccontare il teatro, la danza, la cultura di un’epoca controversa e difficile come la nostra, con un occhio vivo sulla contemporaneità. Per questa stagione abbiamo riguardato altrove, portando a Bologna ciò che Bologna solitamente non ospita.

Il 13 gennaio 1993 si inaugurava nella periferia di Bologna un nuovo teatro, in un capannone industriale. Era Teatri di Vita, che fin dalle prime stagioni mostrava la sua diversità e necessità rispetto al panorama bolognese: una prima stagione tutta rivolta alle giovani formazioni artistiche; una seconda stagione che raccoglieva il meglio della sperimentazione e della contemporaneità nazionale fra danza, teatro e musica; una terza stagione di cantiere d’arte ad opera di alcuni dei maggiori artisti della scena nazionale; una quarta stagione che spalancava il cartellone, per prima in Italia, al grande teatro e alla grande danza internazionali.

Oggi Teatri di Vita festeggia i 20 anni di vita. E’ l’occasione per ripensare al ruolo svolto in questi anni nel suo territorio. Ma è anche l’occasione per offrire a Bologna e all’Emilia Romagna una stagione eccezionale, con appuntamenti imperdibili nel teatro e nella danza, all’insegna del respiro internazionale, con 4 prime nazionali.

Raimund Hoghe, Dave St-Pierre, Thomas Ostermeier, Olivie Dubois, Alias Compagnie: cinque straordinari “pezzi da novanta” delle performing arts internazionali. E due notevoli appuntamenti con due registi della scena italiana, Antonio Latella (con una maratona di 5 spettacoli) e Andrea Adriatico (con la nuova produzione di Teatri di Vita in collaborazione con Ert). Il tutto con un abbonamento complessivo a soli 69 euro per un totale di 12 spettacoli: praticamente meno di 6 euro a spettacolo.

Ma il primo appuntamento è la festa di compleanno, sabato 12 gennaio, con artisti e sorprese, a cominciare da un emozionante spettacolo di Meid Ballett. A ingresso libero.

 

IL PENSIERO

Sono passati vent’anni.

Vent’anni da quando una rassegna, che aveva un titolo emblematico, “schegge di gioventù”, avviò l’esistenza del marchio teatri di vita, rubato a Pasolini e ai suoi ragazzi di periferia, che eravamo noi, vent’anni fa.

Oggi la gioventù c’è ancora ma non è più anagrafica. E i vent’anni pesano e sorridono, come è giusto che sia.

Di questi vent’anni diciassette li abbiamo trascorsi qui, a Borgo Panigale. Tre in via del Pratello dove ancora ha sede la nostra Sala Studio che accoglie la scuola di teatro.

Ma non siamo stati mai solo un teatro di quartiere. Il quartiere abbiamo scelto che fosse un luogo dell’abitare contemporaneo, l’idea della cultura come incastro necessario di un disegno del vivere. Potremmo dire che Teatri di Vita prima di tutto si è curato di essere un piccolo spazio urbano, ricco di contenuti, dove si sta bene e succedono cose. Il nostro spazio urbano l’abbiamo disegnato col teatro e non solo. E, non senza orgoglio, possiamo dire che ci siamo riusciti: abbiamo fatto vent’anni di storia in un luogo lontano dalle due torri, da piazza Maggiore, dai salotti buoni di una città sempre troppo chiusa nei suoi portici.

Abbiamo fatto cultura in periferia, portando il buono in un parco tranquillo in mezzo a un’immigrazione dolente, portando il bello in edifici che erano in stato di abbandono che abbiamo ristrutturato e colorato di vita, protrando la sicurezza là dove c’era il pericolo.

Oggi questa storia arriva alla festa del ventesimo compleanno e prova a consegnarsi alla città forte del successo riscosso dal suo pubblico: un pubblico vario, eterogeneo, emozionante ed emozionato.

Allora abbiamo deciso di regalarci, per questa occasione, l’immagine di come potremmo essere in futuro e come non possiamo ancora davvero essere. Abbiamo deciso di lanciare la sfida a noi stessi e rilanciare lontano. A buon intenditor poche parole.

Abbiamo deciso di regalare al pubblico alcuni pezzi del teatro e della danza tra i più sorprendenti e stimolanti del panorama internazionale. Non potremmo permetterceli. Questo è meglio chiarirlo fin d’ora. Non con le risorse con cui facciamo i conti. Ma dobbiamo permetterceli come operatori e come cittadini. Perché in questo sta la nostra scommessa e quell’idea di spazio urbano che vive perché qualcuno decide che esiste, c’è, e dunque ci si può permettere di sognarla.

Allora, per concederci questo lusso, questo saluto ai nostri vent’anni, eccoci qui con una proposta ancora una volta all’avanguardia del nostro destino. E lo facciamo incoscienti, ma allo stesso tempo consapevoli che è una necessità guardare, per dirla con Koltès, “là, dove ci si vede da lontano”.

 

IL PROGRAMMA: www.teatridivita.it/12-13/stagione/gli-spettacoli

 

TEATRI DI VITA

Centro Internazionale per le Arti della Scena

Via Emilia Ponente 485 – 40132 Bologna – Italia

www.teatridivita.it

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