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Sabato 24 novembre 2012, in occasione della cerimonia di inaugurazione della nuova sede della Biblioteca Minuziano presso l’Edificio Giovanni Pascoli in Via Don Felice Canelli, sarà inaugurata anche la mostra di libri d’artista ALCHIMIE DU VERBE.

La rassegna è a cura del noto ed apprezzato artista concittadino Teo De Palma ed è stata promossa dall’Amministrazione Comunale attraverso gli Assessorati alla Cultura e ai Servizi Bibliotecari, le cui deleghe sono seguite rispettivamente dal Sindaco avv. Gianfranco Savino e dall’Assessore Raffaele Bentivoglio.

Il testo della mostra è di Giulia FRESCA. Gli artisti che espongono sono: Minou AMIRSOLEIMANI, Salvatore ANELLI, Michele ATTIANESE, Calogero BARBA, Franca BERNARDI, Paolo BINI, Anna BOSCHI, Antonino BOVE, Italo BRESSAN, Silvia CAPILUPPI, Vito CAPONE, Domenico CARELLA, Teo DE PALMA, Gabriella DI TRANI, Marcello DIOTALLEVI, Fernanda FEDI, Franco FLACCAVENTO, Gino GINI, Salvatore GIUNTA, Nicola LIBERATORE, Oronzo LIUZZI, Salvatore LOVAGLIO, Ruggero MAGGI, Franco MARROCCO, Rita MELE, Albano MORANDI, Salvatore PEPE, Michele PERI, Tarcisio PINGITORE, Teresa POLLIDORI, Angela RAPIO, Fernando REA, Rosella RESTANTE, Antonio SASSU, Alba SAVOI, Gianfranco SERGIO, Elena SEVI, Pietro TARASCO, Micaela TORNAGHI.

Il mondo della stampa, del libro in particolare, non ha mai lasciato indifferenti gli artisti. Dopo le miniature del Medioevo, i pittori, nel tempo, hanno collaborato con scrittori, poeti ed editori per realizzare opere bibliofile a tiratura limitata. In molte di tali collaborazioni però, l’artista era spesso l’ultimo ospite e l’Arte, dunque, interveniva come un valore aggiunto al testo che rimaneva così il cuore del progetto. Accanto a quello che è noto come “libro illustrato” o “libro dipinto”, alla fine degli anni sessanta, è nata una nuova forma di pubblicazione, concepita come un vero e proprio progetto artistico globale: il “libro d’artista”. La prima volta che se ne parlò, in forma mediatica, fu nel 1963 quando venne richiamata dalla stampa una pubblicazione dell’anno prima, difficile da classificare: “Twentysix Gasoline Stations” di Edward Ruscha. Nel corso degli anni, l’evoluzione dei diversi linguaggi fa si che fotografia non rimanga la sola a primeggiare nei libri d’artista: si moltiplicano creazioni con tutti i mezzi più appropriati: si assembla, si incolla, si modifica, in altre parole si da’ spazio alla creatività che nasce dal proprio “io” generando opere non più replicabili bensì uniche. In tal modo la diffusione del libro d’artista, in quanto opera dell’ingegno creativo, ma realizzato in un contesto diverso, consente all’Arte stessa di andare all’attacco della vita quotidiana. Non più limitata a pochi luoghi disponibili ad ospitarla come gallerie, centri d’arte e musei, ma anche librerie e soprattutto biblioteche. (Testo a cura del dott. Michele Princigallo)

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