“Non posso raccontare mio padre – Silvano Zappi – se non cominciando con la sua “vita di lavoro”.
Quarantaquattro anni di Banca e, successivamente, una ulteriore decina come consulente di aziende in qualche difficoltà.
Di Cristiana Zappi
La sua storia inizia, come impiegato, nel 1949, presso Banca Nazionale dell’Agricoltura agenzia di Argenta (Fe). Nel corso degli anni, da impiegato, raggiunge posizioni di volta in volta di maggior rilievo; guida, come direttore, le sedi di prestigio di Mantova, che viene, tra l’altro, da lui aperta ed avviata con notevoli soddisfazioni, quindi, Vercelli, Monza e la direzione di Torino con il grado di Condirettore centrale.
Nel 1980 ritiene, anche se a malincuore, di lasciare la Banca Nazionale dell’Agricoltura, per passare alla posizione di vertice in un ottimo Istituto di medie dimensioni nel Mantovano: la Banca Popolare di Castiglione delle Stiviere.
Nel 1988, con il grande presidente dell’Istituto sig. Guglielmo Bertani viene decisa la fusione con la Banca Popolare di Verona. Nella nuova situazione creatasi, il Prof. Federico Pepe, neo direttore generale, ritiene di prolungargli di alcuni anni i termini contrattuali, perché mio padrea possa attuare un nuovo programma.
Conclusa anche questa ultima esperienza, per lui termina anche la lunga attività Bancaria.
Dopo breve tempo, però, le sue preziose consulenze e la profonda esperienza vengono richieste da varie aziende che si trovano in difficoltà di gestione. Intraprende così, questo nuovo impegno che lo porta a percepire situazioni e realtà ben diverse da quelle vissute fino ad allora.
Terminato il lungo e bellissimo lavoro bancario e conclusa anche la gratificante esperienza come consulente aziendale, il nuovo tempo a disposizione gli permette di far riaffiorare le passioni per la pittura e per la fotografia, passioni che in gioventù gli avevano fatto meritare premi e riconoscimenti, ma che a causa del lavoro aveva trascurato.
In realtà, la passione per la fotografia, forse per il suo risultato immediato, ha accompagnato sempre mio padre anche durante gli anni dell’impegno lavorativo; i suoi soggetti lo hanno visto impegnato a fotografare i momenti della quotidianità dei lavori più semplici, dei fatti e dei luoghi che, con l’evoluzione delle tecnologie ed il passare degli anni (siamo nel dopoguerra) sono oggi, inevitabilmente andati perduti.
La passione per la pittura lo ha impegnato a cogliere gli attimi di intense emozioni che potevano essere determinate da un tramonto, da una luce particolare che colpiva oggetti o poteva rendere diversi, avvenimenti particolari, situazioni improvvise o strane. Queste emozioni che, spesso, approfondiva con bozze, schizzi, disegni ed elaborava con prove di colore. Sono nati, così, molti dei suoi quadri, le mondine, i sabbiaroli, gli zappatori, gli scariolanti, le lavandaie alle vasche e fontane pubbliche e tanti altri, tutte situazioni.
Le sue origini, inoltre, è nato a Campotto Ferrara in mezzo alle valli e a tante terre umide, hanno molto influenzato la scelta dei soggetti dei suoi quadri che ritraggono scorci di palude, il Po con le sue golene, il delta tutto, le valli e il mondo che ruota attorno a questo territorio.
La sua grande passione per l’arte in genere e per la pittura in particolare lo hanno portato ad interessarsi sempre, a qualsiasi manifestazione e luoghi d’arte che potessero appagare le sue conoscenze.
Ciò che lui ha ritratto non è però comunque, scaturito da studi o influenzato da correnti pittoriche, che sicuramente conosce per il suo grande interesse verso tutto ciò che è arte, ma sono frutto di sue libere scelte e, di una, se non nuova, diversa sensibilità, forse acquisita anche con l’ultima sua esperienza lavorativa che lo ha portato a scegliere temi e tendenze che mostrano la semplicità della sua gente nello scorrere della loro vita”.
Galleria “Arianna Sartori”
Via Ippolito Nievo, 10 Mantova
Orario di apertura: da lunedì a sabato 10.00 – 12.30 / 16.00 – 19.30; domenica 25 novembre 15.30 – 19.00
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