Officine Fotografiche apre la stagione espositiva con il fotografo americano Douglas Beasley che, il 9 novembre, presenta Sacred Landscape, un percorso intimo che esprime i valori e la spiritualità dei luoghi sacri degli Indiani nordamericani. L’autore, il 10 e l’11 novembre, condurrà anche un workshop perfetto per chi desidera connettersi con il proprio io e cogliere l’essenza nella propria visione.
La visione personale del fotografo americano Douglas Beasley, esplora gli aspetti spirituali della gente e dei luoghi e si occupa di come il sacro è riconosciuto ed espresso nella vita quotidiana. Egli auspica che le sue fotografie agiscano come delle offerte-preghiera e sono da intendersi come punto di partenza sia per il proprio cammino spirituale o visivo che per quello dello spettatore.
Nelle immagini scelte per la mostra “Sacred Landscape” (Paesaggio Sacro), presentata nel 2011 a Genova, la maggior parte fatte nel Sud Dakota nei territori degli Indiani Lakota – Sioux, Beasley opera la scelta precisa di cercare di trasmettere la sensazione, la spiritualità di un luogo ribaltando le aspettative di ciò che significa “vedere”. L’immagine deve scaturire, deve crearsi dal rapporto con il soggetto: la ricerca dell’essenza, della spiritualità di quello che si ha davanti all’obiettivo.
Nello specifico: il vento sulle acque del Lago Michigan, Wisconsin o fra gli alberi presso il sito del massacro di Corn Creek, South Dakota. Un temporale in arrivo sulle Badlands, South Dakota, rocce e ghiaccio sul Lago Superior, Minnesota. Un sasso a forma di cuore legato intorno ad un tronco con del filo spinato come tributo personale ai caduti di Wounded Knee, South Dakota. Preghiere e offerte in forma di strisce di stoffa annodate ai rami degli alberi di Bear Butte, South Dakota o il telaio di un Sweat Lodge (capanna sudatoria) presso Pipestone, Minnesota.
Se la fotografia è l’arte di riconoscere ed onorare la vita in un singolo momento, fotografando il paesaggio sacro, Beasley, come scrive Maria Camilla De Palma – Direttrice Castello D’Albertis, Museo delle Culture del Mondo – al quale Beasley ha donato un’istallazione di 11 opere permettendo di aprire una nuova sezione permanente del museo dedicata al paesaggio sacro nordamericano – “ha scelto di onorare gli Indiani nordamericani fotografando quanto a loro è più sacro e quanto maggiormente esprime i loro valori e la loro spiritualità: un paesaggio che è sacro perché vi sono vissuti gli antenati, perché è stato consegnato loro dagli antenati e soprattutto perché rappresenta gli antenati stessi”. Ma questa mostra non è solo sul passato; questi luoghi sono ancora oggi considerati sacri e sono attivamente utilizzati dalle popolazioni indiane d’America per le loro cerimonie e i loro “viaggi” spirituali. Le fotografie di Beasley sono intese per chi le osserva come un’apertura a trovare una connessione emotiva con questi luoghi sacri. La maggior parte delle fotografie sono state create usando un vecchio banco ottico di legno 4”x5”, la pellicola Polaroid Tipo 55 bianco e nero, positivo/negativo in grado di fornire sia una stampa positiva che un negativo 9×11,5cm a sviluppo immediato. Dopo lo sviluppo e l’apertura il negativo così trattato viene subito fissato in Sodio iposolfito al 18% e poi lavato. Per le altre immagini è stata usata una Hasselblad medio formato con pellicola Kodak Tri-X 400 120mm. I negativi sono stati scansionati a tamburo e le immagini finali sono delle stampe d’archivio a getto d’inchiostro su carta da acquarello.
Biografia
Douglas Beasley dopo la laurea (BFA) presso la University of Michigan, Ann Arbor, dove studia anche religioni orientali e la cultura dei nativi americani, lavora per diversi anni per alcuni importanti studi fotografici commerciali come assistente fotografo ed in camera oscura. Questo lo aiuta a sviluppare un’attenzione per il dettaglio e la competenza tecnica, ma non colma il suo desiderio di esplorare l’espressione artistica. Si trasferisce così a Minneapolis dove apre uno studio fotografico che lo porta negli anni a lavorare su progetti commerciali per la pubblica istruzione ed il servizio pubblico, e per associazioni non a scopo di lucro in giro per gli Stati Uniti. Attualmente lavora su progetti commerciali fine-art in tutto il mondo.
Molti dei suoi progetti personali, compreso Sacred Sites of the Lakota, Disappearing Green Space, Silent Witness: Genocide of the Landscape, Earth Meets Spirit sono supportati da fondi privati e pubblici e da borse di studio come il Minnesota Center for Photography, il McKnight Fellowship e la Jerome Foundation Artists Grants.
Le sue fotografie sono state ampiamente esposte, collezionate, pubblicate a livello internazionale e sono presenti in numerose riviste come Zoom, The Sun, B&W, PDN e PhotoVision.
Il suo primo libro: Japan; A Nisei’s First Encounter, ci permette di comprendere il suo primo viaggio nella patria di sua madre, il Giappone. Il suo secondo libro Earth meets Spirit basato sulla sua personale visione del paesaggio sacro, è uscito a fine 2011, mentre l’uscita del libro Zen & the Art of Photography è prevista per fine 2012.
Come fondatore e direttore di Vision Quest Photo Workshops, Beasley sottolinea l’espressione personale e la visione creativa attraverso l’uso della fotocamera. I suoi workshop sono tenuti in luoghi come Santa Fe (New Mexico), nel Maine, New York, Hawaii, Guatemala, Perù, Giappone, Cina, Italia, Kenya, Bali e al Trade River Retreat Center nel nord-ovest del Wisconsin. In Europa è rappresentato dalla VisionQuesT gallery di Genova. Dall’ottobre 2010, Castello D’Abertis Museo delle Culture del Mondo di Genova espone un’installazione site specific sul tema del paesaggio sacro di 11 sue fotografie, da lui generosamente donate.
Blog: douglasbeasley.blogspot.com
Workshop di Douglas Beasley nel mondo: www.VQphoto.com
FONTE: Ufficio Stampa, Renata De Renzo
Officine Fotografiche
Via Giuseppe Libetta, 1 – 00154 Roma
Dal lunedì al venerdì ore 10.00 – 19.00
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