Sab. Nov 23rd, 2024

Uomo fallimentare, 2011-12, acrilico, legno, MDF, 62x46 cm

Jurek Sztekiel, scultore, pittore, disegnatore, maestro d’arte, si colloca, quanto a pertinenza espressiva, nella perfetta sua indifferenza al riguardo, nel magma eclettico del post-moderno. Non gli appartiene l’ascesi concettuale iconoclasta, ama per contro l’oggetto, le proprietà tattili e olfattive del suo materiale d’elezione, predilige le sinuosità e ogni ortogonalità è bandita dal suo teatro di forme. Un alto grado di manualità unita a una visionarietà eccitata producono il miracolo di trasformare un multistrato di pioppo o un blocco di medium density in una stupefacente forma polita. Accattivante ma non complimentosa, talvolta beffardamente dada ma più empatica, più coinvolgente. Del suo paese d’origine, la Polonia, ha assorbito la tradizione del grottesco (Kantor, Mrozek) fondendo la forte alterazione espressionista con una fluente e liquida imagerie surrealista (Dalì), particolarmente evidente, quest’ultima, nel design di una coppia pensile di casse hi-fi, presente in mostra. Design, certo, che il maestro porta a effetto non in complementarità, quale arte applicata, dell’arte bella, ma in simbiosi organica con essa, in un tutto espressivo e realizzativo che adotta il legno come elemento compositivo. In mostra viene presentata una serie di ritratti paradossali di personaggi simbolo, carichi di humour nordico, deformi per i troppi peccati capitali commessi, cicisbei azzimati, maschere grottesche dall’acceso cromatismo. Una serie di tavole in forte rilievo, ugualmente accese di colore, mappe orografiche di straordinario impatto visivo e tattile. Un tavolo a ribalta dalla linea anguiforme che si trasforma in un trono solenne da cacicco indiano, significativo particolarmente per gli accostamenti improbabili che esibisce. Il ciclo delle Rune, pretesto iconografico e smitizzante della componente misterica che gli viene attribuita da una certa vulgata, qui trasposto in araldiche tavole alfabetiche. A completamento della rassegna viene presentato un cospicuo numero di vignette satiriche con cui il Nostro ha esordito nel mondo dell’arte, dopo i regolari studi accademici a Varsavia e a Brera, ma che ancora si diletta a disegnare, caustiche e lapidarie nel solco della tradizione della scuola polacca del manifesto e intrise di passione civile.

 

Biografia

Nasce il 19 Ottobre 1956 a Elblag, in Polonia. “ Io sono cresciuto con il vento, il sale e il freddo del Mar Baltico, che forse è il mare più brutto d’Europa. In apparenza ha solo tutti i toni del grigio questo mare e anche nei pochi mesi di sole apparentemente non c’è niente di attrattivo. Per me invece è un mare di ricchezza immensa, arte, filosofia, spiritualità, misticismo, appartenente alle persone che vivono e hanno vissuto nelle terre costiere “. Dal 1972 frequenta corsi di pittura e disegno dal Prof. Polakowski a Plock e successivamente entra all’Accademia di Belle Arti di Varsavia sotto il Prof. Betley. Nel 1975 si trasferisce in Italia dove studia pittura all’Accademia di Brera con Domenico Purificato e Raffaele De Grada. Nel 1978 torna in Polonia dove presta la sua opera come decoratore. Entra in Solidarnosc come vignettista politico con lo pseudonimo di Pierrot assumendo la carica di responsabile della propaganda visiva (dei manifesti) del sindacato. Insegna educazione artistica, svolge attività di designer. Dopo il colpo di Stato del Gen. Jaruzelski viene arrestato ed espulso dalla Polonia, nel 1983 ritorna definitivamente in Italia dove riprende l’attività artistica interrotta. Dal 1997 presso lo Studio d’Arte Bioforme, da lui fondato a Milano, organizza corsi di falegnameria creativa per “ promuovere uno sviluppo sostenibile e offrire alle giovani generazioni nuove opportunità esistenziali e occupazionali, per formare la nuova figura dell’artigiano/artista metropolitano”. Nel 2002 prende contatto e da allora collabora con l’Unione dei Ciechi di Milano insegnando ai non-vedenti a trattare il legno, a modellarlo con le raspe sotto la guida “visiva” delle dita, ricavandone forme curiose che sono state esposte in diverse sedi cittadine. Esperienza ricca e feconda non solo di umanità ma anche di stimoli di ricerca formale quali lo studio e lo sviluppo del basso rilievo a uso di riconoscimento che da allora entra a far parte del suo bagaglio espressivo. Dal 1974 espone i suoi lavori in mostre collettive e personali. Ultime fra queste una personale nel 2009 alla Galleria Blanchaert di Milano, nel 2011 a La Galerie di Eze, Nizza, nel 2012 alla Galleria Ostrakon di Milano.

 

FONTE: UFFICIO STAMPA ANTEA

 

GALLERIA OSTRAKON

Via Pastrengo 15, Milano

orari: da martedì a sabato dalle 15.30 alle 19.30

www.spazioostrakon.it

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