Mar. Lug 16th, 2024

Un set mediterraneo, dominato da un grande ulivo e dal profumo di limoni e rosmarino, ha accolto gli ospiti della prima conversazione del ciclo Mare Bianco: il Mediteraneo visto da Sud dal titolo Quello che i mercati emergenti ci chiedono.

Conversazioni in cui Lombardini22 prova ad osservare il Mediteraneo da Sud, tralasciando la visione romantica del Nord che scende verso il caldo e concentrandosi sul punto di vista dei paesi dell’area MENA (Middle Est North Africa) e sulle loro aspettative.

A parlarne, Luigi Ruggerone docente di Economia dei Mercati Emergenti e coautore insieme a Rony Hamui del libro ‘Il Mediterraneo degli altri. Le rivolte arabe fra sviluppo e democrazia’ ed Emidio Alfonsi, export manager di Castelli spa, marchio leader dell’office furniture con importanti partner nell’area del Mediterraneo. Due esperti, l’uno dal punto di vista delle dinamiche economiche, politiche e sociali l’altro dal punto di vista di quelle commerciali e immobiliari, moderati da Franco Guidi, AD Lombardini22.

Il quadro che emerge dalla conversazione ci aiuta a capire le potenzialità e i limiti di quei paesi. Paesi giovanissimi in cui l’età mediana non supera i 30 anni, in cui i giovani sono sempre più informati ma non trovano sbocco. Paesi ricchi di energie che pero’ hanno bisogno di capitali. Paesi in cui le ricchezze derivanti dalle risorse energetiche vengono investite altrove. E allora come potrebbe funzionare il sistema? Qual è il modello di crescita su cui si può ragionare?

Noi italiani ed europei abbiamo le competenze, il know how, i paesi emergenti sono ‘ricchi’ di giovani e di risorse naturali. Lo scambio tra competenze e ricchezze sembrerebbe dunque scontato. Ma cosa manca a questo modello? “Manca la liquidità – sottolinea Franco Guidi – che dovrebbe arrivare dalle banche italiane…”. E Ruggerone, esperto di trend finanziari ed economici, a raccontare che le grandi Banche italiane purtroppo non sono in condizione di reperire la liquidità necessaria e che soprattutto in molti paesi del Nord Africa i mercati finanziari sono rivolti al breve termine ed è quasi impossibile strutturare investimenti con orizzonte di 15 anni.

E se dovessimo immaginare un modello di sviluppo perseguibile?

“Un buon modello di riferimento – racconta con entusiasmo Alfonsi – è quello rappresentato dalla Republica dell’ Azerbaigian, pease caucasico in forte ascesa, ricco di risorse naturali, il cui governo copre tutte le spese sociali. Basterebbe, quindi, che nei paesi del mediterraneo si utilizzassero i fondi derivanti dalla vendita delle materie prime per reinvestirli nell’economia locale e nello stato sociale”. Ma questa resta, per ora, un’utopia. “Nella realtà – spiega Ruggerone – i Paesi Arabi hanno accumulato oltre 2mila miliardi di dollari gestiti da Fondi Sovrani, cifre esorbitanti che tuttavia vengono investite all’estero, magari per l’acquisizione di immobili prestigiosi in Europa e negli Stati Uniti”.

Ma quali sono i paesi del Mediterraneo che sembrano offrire maggiori opportunità a noi italiani, quelli su cui investire a breve termine?

Secondo Alfonsi i paesi del Nord Africa – in particolare Marocco e Algeria – stanno costruendo un tessuto imprenditoriale privato connesso ad una rete internazionale che sembra offrire grandi opportunità, anche la Turchia è un mercato interessante ed evoluto, in cui però non si vivono più le emozioni di chi entra da ‘pioniere’. Secondo Ruggerone il Marocco – il paese più europeo del Nord Africa con relazioni commerciali consolidate con Spagna e Francia – e la Tunisia, perché laddove le rivoluzioni sono meno lunghe e cruente lì è probabile che si sviluppi una democrazia. E poi la Turchia che rappresenta ormai una economia evoluta, con tutti i costi che ne derivano.

Ma, ragionando soprattutto in ottica immobiliare, cosa si aspettano gli investitori locali, quando si accingono a commissionare un progetto a noi italiani?

“E’ curioso – racconta Alfonsi – ma non apprezzano la reinterpretazione dei loro archetipi. Danno quindi poco spazio a progetti che mimano tende beduine o cupole. Da noi si aspettano il saper fare, le competenze, la creatività. E, tra i plus dell’italianita’, i mercati del Mediterraneo apprezzano la capacita’ relazionale e di creare valore. Ho viaggiato in tutti i paesi dell’area Med e credo che i miei interlocutori abbiano sempre molto apprezzato la nosta capacità di stringere relazioni e di mantenerle anche quando le condizioni sociali e politiche ostacolano il business”. C’è poi un’altra considerazione proposta da Ruggerone che fa ben sperare per il futuro delle nostre relazioni commerciali. “Oltre a rappresentare il ponte geografico naturale tra Europa ed Africa, l’Italia mette insieme – in un mix che genera empatia – raffinatezza ed una certa dose di arretratezza. I popoli del mediterraneo ci sentono meno lontani degli altri paesi, e questo aiuta”.

Ma non basta. Lo sottolinea in un intervento conclusivo dalla platea, Pietro Malaspina, grande esperto di sviluppi retail

internazionali in qualità di AD delle Società del Gruppo Sonae Sierra in Italia e di presidente di CNCC. “Ancora troppo spesso gli sviluppi retail nei paesi del Mediterraneo e del Golfo vanno in mano a realtà anglosassoni, perché nel mondo del business non conta solo il saper fare ma anche la solidità finanziaria e operativa dei partner e la reputazione del Paese da cui provengono. Non solo, i giovani provenienti da quelle aree vanno spesso a formarsi nei paesi anglosassoni per poi tornare nei paesi di origine ed assumere ruoli decisionali che tendono ovviamente a favorire le procedure e la mentalità acquisita durante gli anni della formazione all’estero”.

Insomma, c’è ancora molto da fare, del resto, come ci ricorda Ruggerone: noi italiani combiniamo caratteristiche delle società avanzate con aspetti tipici dei paesi emergenti……

Ma intanto qualcosa si muove, a partire dalla società di progettazione architettonica che ha organizzato l’evento. Lombardini22 ha infatti appena realizzato la nuova release del proprio sito in arabo ed è pronta ad attivare partnership con le scuole dell’area mediterranea interessate a formare i propri giovani.

FONTE: Lombardini22, PR & Events, Lucia Matti

 

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