Lun. Lug 15th, 2024

Se ci soffermiamo sull’aspetto degli oggetti di uso quotidiano, ma anche osservando i desktop e i particolari dei PC e dei MAC, ci accorgiamo che il loro attuale minimo comune denominatore è la trasparenza. Partendo dal packaging, passando dagli arredi, per arrivare agli utensili, la ricerca del design degli ultimi dieci anni ha puntato tutto su materiali trasparenti, plastiche, vetri, fibre sintetiche e se non si arriva alla trasparenza pura si cerca comunque di non usare materiali pieni, preferendo le reti e le microforature.

Di Stefano Boninsegna, giornalista e direttore

 

Nel packaging i contenitori lasciano trasparire il contenuto che devono proteggere. Ogni strato di materiale cerca di svelare ciò che sta sotto. Spesso, anche per motivi ecologici, resta solo il contenitore primario trasparente o al massimo satinato. Capita spesso nei cosmetici e negli alimentari.

Nei computer, la Apple è stata la prima azienda a proporre e registrare l’interfaccia Aqua per i MAC, una serie di regole di disegno che ricordano l’acqua, ripresa poi dalle Windows con la skin Aero e da varie interfacce Linux.

Negli arredi la tendenza è ancora più marcata. Le poltrone per ufficio sono quasi tutte interamente in rete elastica o come minimo con lo schienale in rete. Capostipite di questa tendenza unita all’ergonomia è la Aeron di Herman Miller che è stabilmente presente nella collezione del MOMA di New York.

Anche le scrivanie ed i tavoli sono diventati trasparenti, generalmente in cristallo, e perfino alcune sedute per la casa vengono realizzate in metacrilato o vetro, come la Louis Ghost o la Thalya di Kartell e la Dandy o Ghost di Fiam Italia.

Non mancano gli accessori trasparenti: penne, portamine, portaoggetti, portariviste, utensili per la casa e la persona.

La trasparenza ha contagiato anche le architetture. Aeroporti, stazioni di metropolitana, palazzi per uffici, sono tutti trasparenti. Ci sono aeroporto le cui uniche parti opache sono i pilastri e le travi, tutto il resto è trasparente. Negli edifici civili spesso l’ascensore ha preso la connotazione della trasparenza, e pensiamo ai monolocali dove le librerie senza schiena diventano divisori ideali, più o meno permeabili alla vista.

Nell’interior design le pareti divisorie degli ambienti per ufficio sono passate in una ventina di anni dalla muratura, al cartongesso, alla struttura in ferro e melamina, al doppio vetro, fino ad arrivare oggi alla parete monolastra in vetro. Idealmente si è tornati all’origine della storia di questi prodotti, nati negli USA come infissi interni a vetro singolo – tutti ricordiamo i film degli anni Cinquanta dove il capo ufficio sbatteva la porta facendo tremare tutto, veneziane comprese – ora aggiornati con soluzioni sicure e stabili.

Infine le automobili dove il tetto si sta via via trasformando in un guscio trasparente che copre l’intera monovolume.

Insomma, siamo di fronte ad un vero e proprio elogio della trasparenza che invade tutti i settori della nostra vita, lo stesso che capitò negli anni Settanta quando era invece il cemento a vista a farla da padrone e tutto diventava materico, pesante, un ritorno alle linee primitive. Ora invece stiamo addirittura attraversando il confine del design Aqua per approdare alle nuove tecnologie basate sugli ologrammi che potrebbero dematerializzare i display LCD e farci lavorare tra pochi anni di fronte ad immagini senza supporto, senza peso, fino ad arrivare alle persone che potranno apparire dove non sono realmente, relegando al modernariato l’odierna videotelefonata.

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