Gli obiettivi sono quelli di trasmettere emozioni attraverso un forte impatto visivo dato dalla ricerca di un artista come Giovanni Marinelli in continua evoluzione, che saprà dar vita ad opere di sicuro interesse culturale. Una nuova visione artistica dove l’Arte incuriosisce, diverte, sensibilizza e allo stesso tempo coinvolge lo spettatore che ne diventa protagonista.
Dal testo critico di Alberto Gross
Le opere, che saranno in esposizione da 31 marzo al 12 aprile 2012 , verranno inserite in un contesto contemporaneo, giovane e attento come la Galleria Wikiarte, location di 300 mq sita in uno dei più rinomati contesti, il centro di Bologna in Via San Felice 18 a pochi passi dal famoso Nettuno.
Nel respiro della natura c’è il fiato spezzato delle cose, un procedere sintagmatico teso ad una ulteriore dimensione e riformulazione della percezione spaziale.
La fotografia diviene una ipotesi di concretizzazione dell’elemento naturale, visto da angolature diverse e raffigurato da differenti tracce di un medesimo insieme cosmico.
La scrittura visionaria di Giovanni Marinelli non è altro che una dilatazione di durata, l’amplificazione di un’attesa operata all’interno di una reale prassi estetica. Ed è la prassi – intesa quale autentica teoria del punto di vista – ad informare e guidare la costruzione dell’immagine.
La consueta ed innocua armonia visiva viene sbriciolata, frammentata e ricostruita in favore di un movimento che sia – ad un tempo – analisi e sintesi dell’intero procedimento strutturale della natura. Se la pittura impressionista si preoccupava di raffigurare l’aria e la luce attraverso l’abolizione dei contorni, così Marinelli cattura il respiro delle cose nell’immobilità del tempo, nella suggestione di un movimento accennato ed inafferrabile.
Il baricentro viene annullato e con esso la statica: ciò che resta è la tensione viva e vivificante di differenti elementi sensibili: attraverso riflessi, rimandi d’immagini separate e riavvicinate, l’artista raggiunge una propria, personale dimensione cinematografica.
Dosando sensibilmente lentezza e rapidità di sguardo l’occhio si attarda su elementi che invitano alla partecipazione affettiva dell’osservatore: la fotografia non resta una cosa altra, separata, ma invade la nostra sfera personale, modificandone dinamiche e percezioni visive.
Come nel labirinto di un caleidoscopio, la foto riverbera di sé molto più della propria immagine: la natura subisce una metamorfosi sulla quale si fonda una dimensione straordinariamente intima e spirituale.
L’uso della pellicola e del bianco e nero sono alla base di un rigore formale che nulla concede alle lusinghe dell’immagine effimera, preferendo a questa la paziente costruzione del “perdurante”: ciò che vive, nelle fotografie di Marinelli, è il lento modificarsi dello spazio, della superficie che fuoriesce e si reifica, diviene oggetto incombente e percorribile.
Le possibili variazioni e condizioni visive vengono individuate e riunite in un loro spazio di libertà, dalle dinamiche proprie e dalle peculiari direzioni formali. L’assordante silenzio che pervade le opere è l’eco vibrante di una regia che teme di rivelarsi troppo velocemente: l’intera opera di Marinelli è il disegno di un respiro protetto, la costruzione di una dimensione dialettica che conduca sensibilmente elemento naturale e ciò che tale elemento nutre e modifica.
Se “fra i molti modi di combattere il nulla uno dei migliori è quello di scattare fotografie” – come scriveva Cortàzar – Marinelli sconfigge il nulla correndo la fissità del tempo. E il vento non cessa di soffiare.
Dal mercoledì al sabato: dalle 10.30 alle 19.00 orario continuato
Martedì e domenica: dalle 15.00 alle 19.00
Lunedì chiuso
Ingresso libero
Finissage della mostra il 12 aprile alle ore 18
Galleria Wikiarte
Via San Felice 18 – 40122 Bologna
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