Il design non è solo l’idea di un decoro accattivante, il design è lo sviluppo di forme che vanno incontro alle necessità che via via vengono a crearsi nella collettività e nei processi produttivi. Il design è uno dei primi fattori trainanti del Made in Italy, ha quindi un valore strategico nella crescita economica della Nazione e nel conseguente arricchimento di tutta la popolazione.
Di Stefano Boninsegna, giornalista e direttore
Le caratteristiche del processo di produzione del design sono complesse perchè necessita di variegati apporti di conoscenze specifiche: si va dalla creazione artistica, dall’ideazione di una forma che deve rispondere ad una precisa necessità del mercato, alla valutazione sociologica e manageriale dell’opportunità di produrre l’oggetto, si passa quindi all’ingegnerizzazione, alla creazione della tecnologia di produzione, quindi entra in scena il marketing, fino ad arrivare al packaging. Tutti settori con un loro indotto specifico.
Il successo dell’oggetto, che definiremo di design, deriva quindi da molti fattori, non ultimo quello della promozione del prodotto ed è proprio qui che vorrei focalizzare la riflessione. Considerato l’importante apporto economico del design, sarebbe bene valutare la sua presenza accanto ad altri settori che possono essere quello artistico, quello no-profit, oppure l’editoria. La sinergia che si verrebbe a creare aumenterebbe la forza del marchio “Designed in Italy” e darebbe beneficio ad attività che da sole faticano maggiormente a reggersi sulle proprie gambe.
Non mancano alcune iniziative in questa direzione. Dal 20 al 24 marzo 2012, ad esempio, ADI Emilia Romagna patrocinerà l’evento “Fruit 2012”, un luogo di riferimento per l’editoria micro e autoprodotta che metterà a disposizione laboratori per bambini e adulti dedicati ad approfondire gli aspetti della produzione editoriale ed indagherà sulle relazioni che esistono tra contenuto e contenitore, partendo dalla grafica per arrivare alla ricerca legata al formato e al concetto di libro-oggetto.
Nel 2011 ADI Nazionale ha sostenuto l’AIRC con la manifestazione “Love Design” attraverso una raccolta fondi realizzata vendendo prodotti famosi di design messi a disposizione dalle aziende produttrici a prezzi particolari per l’evento.
Questi sono solo due esempi di quello che si può fare. Le sinergie che vengono a crearsi tra settori diversi possono generare benefici a ricaduta per tutti. Un altro settore che si legherebbe molto bene al design è l’arte, di cui spesso si giova la fase creativa degli oggetti, fiore all’occhiello dell’Italia per tutti i turisti che decidono di passare alcuni giorni qui da noi. Il turista in Italia immagina di trovare luoghi che trasudano arte, raffinatezza, inventiva. Unire il patrimonio artistico italiano al design contemporaneo darebbe lustro e promozione al secondo e capacità di finanziamento per la sua conservazione al primo.
Può sembrare un discorso scontato, ma non credo sia esattamente così. Le nostre città hanno bisogno di ritrovare qualità più che quantità, e la qualità la si crea lavorando assieme, unendo le forze di settori diversi dell’economia per crescere assieme. Se la grande corporation ha una sede meravigliosa in mezzo ad una città di catapecchie con monumenti lasciati alle erbacce, la corporation avrà una pessima immagine. Stessa cosa per il settore del design.
Inoltre l’arte non è fatta solo di monumenti di pietra, ci sono anche i grandi della musica, della pittura, del pensiero. Un evento artistico affiancato da una mostra di design sarebbe un’iniziativa estremamente raffinata e positiva.
Si tratta di ripercorrere lo stesso meccanismo che si usa nello sport dove si trova sempre lo sponsor per fare correre l’atleta. La storia italiana è di per sé un’eccellenza e forse, molto più che delocalizzare, può essere utile valorizzare quello che abbiamo di nostro.
Aumentare le sinergie tra settori economici per rafforzare il “Sistema Italia” complessivo. Una visione del settore del design che sia sinergica con il territorio italiano può essere sicuramente una carta vincente nella partita mondiale della produzione dei beni di consumo.
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