Sab. Nov 23rd, 2024
Colzato - Incontri in cortile - piccolo

L’arte figurativa di Gilberto Colzato è caratterizzata, assieme alla grande precisione esecutiva, anche dalla tendenza ad inserire le figure in un contesto geometrizzante, che unita alla oculata sequenza dei toni cromatici, finisce con il conferire alle opere un senso di pacata razionalità. Naturalmente almeno all’inizio il contrasto fra la dolcezza delle figure, la cromia originale ed il taglio deciso delle tante linee che sembrano sezionare i dipinti, provocando un effetto che richiama antichi mosaici ed imponenti vetrate, genera nell’osservatore una serie di sensazioni contrastanti.

Di Ottavio Borghi

 

In seguito però l’intento dell’autore di creare un contesto omogeneo ad effetto figurativo, vocato a causare un senso di evoluzione che suggerisca anche i contenuti intrinseci dei dipinti, emerge con tutta la forza della vera ispirazione artistica. Così che la costante presenza di una chiave di lettura parzialmente geometrica, sembra rappresentare l’intenzione di imbrigliare ogni spunto ideale istantaneo servendosi di una struttura razionale concreta, come a voler costituire un freno all’immediatezza dell’espressione incontrollata. Ma nella realtà il tutto, da un punto di vista estetico conferisce ad ogni opera una severa eleganza, favorendo nel contempo una transizione ideale dal puro naturalismo ad orientamenti che richiamano velatamente un indirizzo di carattere metafisico.

Gli scorci paesaggistici di Colzato sentiti in modo, estremo indicano una visione pragmatica che pure nella sua essenzialità, riesce a compendiare un romanticismo latente espresso con immediatezza e toccante semplicità. Il tutto in una atmosfera virtuale di grande silenzio che induce sentimenti gravidi di nostalgia e di incertezza sul futuro. Ed ancora tante bianche colombe elette a simboli di innocenza, di pace, di libertà, ma anche di abbandono al fluire della vita nel letto del Fato, dimentichi di ogni cura terrena, librandosi con il pensiero verso un cielo popolato di sogni e di speranza.

Le sue Madonne con bambino rappresentano quasi una raffigurazione stilizzata dell’amore materno, collocato in un contesto universale indifferente a specifici riferimenti dogmatici, geografici e temporali. Infatti vogliono essere la sintesi di una maternità che lascia trapelare assieme ad un senso di grande gioia, anche un sottofondo sentimentale gravato da oscuri vaticini. Ciò non toglie che le severe inquadrature possano assumere nella loro essenzialità iconica una naturale sacralità, favorita particolarmente da un intelligente richiamo ad un sempre suggestivo carattere bidimensionale dal fascino antico.

Ancora un cenno alla raffigurazione essenziale degli insediamenti umani comparati con variopinti alveari, quasi a sottolineare differenze ed analogie nei confronti del vivere quotidiano. Come pure alle vaste vedute dove risulta quasi conturbante il contrasto fra gli orizzonti lontani e la schematizzazione di alberi, case ed ondulazioni, generante un insieme di aspra e nello stesso tempo esaltante poesia. Ed un cenno anche alle tante avvenenti fanciulle nei sogni delle quali si alternano ideali, speranze ed ambizioni nel contesto di una estremamente discreta, ma sempre latente sensualità. In modo particolare un riferimento pure alle Madonne di Colzato che con fissità di sguardo mirano verso l’infinito, fatto questo che annullando la sensazione del tempo, accentua una solida e solenne monumentalità.

Pittura, incisione, disegno. L’autore è sempre dibattuto fra il rigore del segno, le necessità mimetiche e l’impulso artistico creativo personale, che gli impone di esprimere in modo inedito la ricchezza dei significati più profondi. Obiettivo che consegue ottimamente anche con i suoi pastelli ad olio, le cui dolci sfumature ammorbidiscono scene e figure donando all’insieme un tocco di calda ed intima famigliarità.

 

Galleria “Arianna Sartori – Arte & object design”

Via Cappello 17, Mantova

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