Mar. Lug 16th, 2024
Sistema K22

Poche aziende tuttora attive nella produzione di arredamenti per l’ufficio possono vantare una storia lunga e prestigiosa come la Castelli di Bologna.

Di Stefano Boninsegna

 

Nata nel 1877 come ebanisteria artigiana, col tempo si è trasformata in Anonima Castelli e poi in SpA. Castelli è il nome della famiglia proprietaria dell’azienda, nome che nel dopoguerra era sinonimo di altissima qualità; una scrivania Castelli era paragonabile ad una Ferrari e gli arredi Castelli si trovavano in tutti gli uffici presidenziali delle banche, delle grandi industrie e degli enti pubblici.

L’Anonima Castelli resta famosa in tutto il mondo per la messa in produzione della seduta Plia, disegnata da Giancarlo Piretti, un capolavoro di essenzialità ed eleganza, che è entrata nella collezione permanente del MOMA di New York. Ma questa seduta è solo uno dei grandi prodotti ideati all’interno della Castelli, grazie al prezioso apporto di prestigiosi nomi del design, come Emilio Ambasz, Rodolfo Bonetto, Nilo Gioacchini, Giancarlo Piretti, Charles Pollock, F.A. Porsche, Richard Sapper. Ciò le ha permesso di conseguire importanti premi e riconoscimenti e tra questi per ben tre volte il prestigioso Compasso d’Oro dell’ADI.

Purtroppo la storia aziendale non è stata felice come il suo design. Durante gli anni Ottanta e Novanta l’azienda inizia ad indebolirsi sul mercato che si sta evolvendo con l’entrata nel settore di molti altri soggetti e la conseguente polverizzazione dell’offerta, un fatto tutto italiano che rende le nostre aziende di arredamento spesso poco solide. Contemporaneamente la Castelli inizia ad abbandonare il settore del lusso e dei sistemi di alta gamma per proporre arredi di fascia media, settore che col tempo si rivelerà ancora più esposto alla concorrenza e poco remunerativo. Mentre le aziende piccole potevano vendere un prodotto a basso costo e con pochi guadagni rimanere in piedi, la Castelli non riusciva più a pagarsi un corpo industriale internazionale con centinaia di dipendenti, una sede centrale prestigiosa e sedi periferiche nei centri cittadini. Inizia quindi a chiudere le succursali lasciando la vendita ad aziende esterne più capillari sul territorio, ma non sempre efficienti. Purtroppo le prime ristrutturazioni non sono sufficienti e l’azienda indebitata viene acquistata dalla statunitense Haworth Inc. che tra fine anni Novanta ed inizio Duemila riesce a fare crescere nuovamente la produzione, in particolare usando il sistema di arredo 3D che riscuote un enorme successo, e facendo entrare nei listini le sedute Comforto, tedesche e di alta qualità.

Partizione Esedra

Tra i prodotti più recenti di successo: K22, il sistema di arredo disegnato da Mario Ruiz; DSC Axis 9000 e 10000 collezione sedute collettività e attesa dal design innovativo di Haworth Design Studio; Mumbai, la linea direzionale disegnata da Doriana e Massimiliano Fuksas; Very, la seduta conferenza e visitatori e System 59, la nuova sedia per ufficio, entrambe disegnate da Simon Desanta; Kiron, il sistema di arredo lanciato nel 2010, disegnato da Andreas Struppler e Esedra3, il nuovo sistema di pareti mobili vetrate e cieche per Interni del marchio Castelli.

La corporation americana però cerca di appropriarsi del mercato italiano sostituendo il marchio Castelli con Haworth SpA, per poi ripresentarlo recentemente solo come linea di prodotti, col risultato di disorientare i compratori. Inoltre scelte sbagliate del management fanno tornare la Castelli in crisi. Si compie così la parabola discendente di un’azienda prestigiosa che dopo avere perso il mercato e l’autonomia vede cancellato pure il suo nome.

Le cose quindi non sono andate bene e la Castelli avrebbe rischiato la chiusura se Mutares AG, holding industriale con sede a Monaco in Germania, non avesse concluso a metà gennaio 2012 l’acquisizione di Haworth SpA (ex Castelli) incluso il marchio Castelli.

In seguito a questa acquisizione Haworth SpA torna all’antico nome di Castelli SpA con la possibilità di sviluppare piani industriali autonomi, sperando di fare rinascere un’azienda storica del design italiano.

Sito web: www.haworth.it