Mar. Lug 16th, 2024

In occasione di ArteFiera Bologna 2012, il bistronomic Berberè conferma la propria vicinanza all’arte, al design e alla creatività ospitando una doppia installazione dei due artieri Carlo Pastore ed Elisabetta Bovina.

Aperto poco più di un anno fa a Castel Maggiore, a pochi chilometri da Bologna, Berberè offre cucina creativa e slow pizza, con una filosofia incentrata su sperimentazione, stagionalità, valorizzazione delle eccellenze gastronomiche dei diversi territori italiani, materie prime freschissime e metodi di cottura che non alterano i sapori dei cibi.

Per Berberè, un ambiente dalle atmosfere europee, caratterizzato da un arredamento all’insegna dell’arte e del design, Pastore e Bovina hanno pensato a una doppia installazione composta da elementi in porcellana e in gres, interamente realizzati e dipinti a mano Acquadolce e La prima pietra.

Diplomati all’ISIA di Faenza, Pastore e Bovina spaziano dalla creazione di opere uniche e di oggetti in piccola serie alla progettazione per l’arredo e l’architettura, all’allestimento di tableaux vivants e performance, sul filone dell’exhibition design e della scenografia ceramica [www.pastorebovina.it].

 

Acquadolce

Acquadolce è un progetto che fa parte di Naturalia, una collezione progettata dallo studio Elica di Pastore e Bovina come costruzione di paesaggi domestici, probabili e improbabili, come in un giardino zen, dove pochi elementi possono raccontare l’esistente.

Acquadolce è fatta di foglie di ninfea e sassi; le ninfee danzano, muovendosi sul ritmo dell’acqua, creando sempre nuove figure; i sassi si spostano e si modificano, soggetti alla sua forza.

Con Acquadolce l’uomo gioca a inventare paesaggi. Le composizioni sono infinite, verticali, orizzontali, a parete, in giardino o sulla tavola, che diventa specchio d’acqua.

 

La prima pietra

Gli elementi bianchi, con le lettere dipinte sopra, sono la rappresentazione di una tastiera qwerty, somigliano a sassi, a pietre…

Le pietre sono parole, un sasso la prima arma. Una selce per cacciare, una pietra per uccidere. Una lapide, tante pietre scagliate. Il greto dei fiumi è fatto di pietra. L’acqua la smussa ma resta pietra.

Le parole sono pietre. Usiamo armi intelligenti, non serve avvicinarsi per colpire. Dal graffito su pietra alla tastiera qwerty, la parola non ha ancora ceduto la sua forza.

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