La Galleria “Arianna Sartori – Arte & object design” di Mantova, nella sede di via Cappello 17, dal 10 al 23 dicembre 2011, presenta la mostra personale dello scultore Ylli Plaka intitolata “Forma del pensiero”.
L’artista Plaka torna alla Galleria Arianna Sartori di Mantova, dove aveva ottenuto un grande successo nella primavera dello scorso anno con una mostra personale che celebrava i vent’anni di attività con una serie di opere in ceramica realizzate ad Albisola.
Affianca la mostra la monografia “Ylli Plaka 1991-2011” con presentazione di Luciano Caprile e testi di Mario De Micheli e Francesco Dufour.
Dal comunicato ufficiale
Il bestiario fantastico di Ylli Plaka, di Luciano Caprile
Il percorso espositivo può idealmente iniziare da una sequenza di grandi buste tradotte in terracotta ingobbiata o smaltata, prodighe di intimi messaggi comportamentali. Il gesto di Ylli Plaka si nutre infatti di elementi narrativi di carattere allegorico che inducono l’osservatore a recepire immediatamente la piacevolezza anche concettuale della composizione, salvo dover fare subito dopo i conti con un rimando introspettivo che chiama sovente in causa un aggancio di natura surreale. Se le ceramiche appena citate e individuate dai titoli Silenzio, Incompreso, Bacio, Top Secret si distinguono per una perentoria, essenziale dichiarazione figurale intinta nel mistero (una cucitura di incomunicabilità, una chiave irraggiungibile da percepire, la trasformazione di due lembi in bocche e in labbra amorose, la presenza invalicabile di un lucchetto), la più ampia conquista dichiaratamente tridimensionale delle sculture successive permette all’autore ulteriori, ampi margini di creatività. In tali circostanze egli riesce a coniugare forma e contenuto ponendo sovente in evidenza le molteplici possibilità narrative scaturite dall’uso ideale dell’ “objet trouvé”; un uso ideale perché Plaka non si avvale del calco degli utensili che si offrono alla contemplazione in tutta la loro originaria evidenza (come succedeva per esempio con Pablo Picasso e con Joan Miró) ma li ricrea attraverso la manipolazione dell’argilla: in tal modo l’approccio “dada” si rispecchia nell’intenzione e nell’immagine, non nel concreto assemblaggio dei vari tasselli.
Queste prove recenti (concepite dal 2007 a oggi) si nutrono altresì di una componente giocosa e poetica: mimano l’illuminante invenzione della primissima infanzia e trattengono le folgoranti combinazioni suscitate da un’accensione lirica.
Il concetto “dada” emerge immediatamente al cospetto di Calzolaio, una terracotta smaltata scaturita dall’evocato connubio tra una scarpa e un martello per alludere a un’anitra; similmente Becco a forbice e Incantato esibiscono la vorace aggressività di un altro volatile grazie alla meccanica applicazione di un arnese che si apre con fare minaccioso atteggiandosi al taglio. Invece un rubinetto diventa la testa di un Uccello acquatico dal corpo allungato per simulare un tuffo. In Che emozione è la trivellante allusione di una vite dorata, che si traduce anche stavolta in becco, a fornire l’allegro ritmo a una famiglia di volatili originati dalla fantasia e dall’estro di Plaka.
Talora il nostro artista ama invece plasmare persuadenti armonie modulari per consegnarci una duplice lettura: quella dettata dal subitaneo coinvolgimento dello sguardo e quella immediatamente successiva suscitata dalla seduzione di un connubio formale. Ci riferiamo in particolare alla sequenza delle colombe che uniscono i loro corpi per descrivere una fusione amorosa di gesti, di sentimenti. Così Affidamento, Affiatati e Colombe azzurre ci rimandano al concetto di un cuore pulsante, ci consegnano all’armonia dettata dalla sinuosità delle forme e dalle delicate tonalità che le pervadono. Poi vengono i tacchini il cui corpo sembra spremuto da un vaso o le galline e i pavoni estratti dalla rapida manipolazione e giustapposizione di lembi e di frammenti a suscitare lo stupore dell’esito finale. In tutta questa fuga di movimenti e di materia solo i gufi sembrano mantenere una loro squadrata fissità, come si conviene al loro ruolo di vigili sentinelle della notte.
Così Ylli Plaka diffonde e rinnova l’incanto di un mondo che ci appartiene al pari di un desiderio smarrito con l’infanzia.
Galleria “Arianna Sartori – Arte & object design”
Mantova, via Cappello 17
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