“Quanto mai composito il lavoro dell’artista Pierluigi Cocchi. Romagnolo di nascita, risiede e lavora dal 1974 a Seregno in provincia di Monza e Brianza.
Dagli iniziali anni ’70 segnati dall’esperienza figurativa espressionista al passaggio astrattista degli anni ‘80 quando per vie semplici, ma non meno importanti, ha affrontato il problema dell’arte risolvendolo con un ritmo pittorico, geometrico, spaziale, matematico, venato di sottile poesia dove il colore unico celebrava il contrasto enigmatico fra luce e ombra. Negli anni ’90 è pervenuto, con una scelta carica di intenzionalità innovativa, trascendendo la dimensione del dipinto su tavola o su tela a una felice fusione tra pittura e scultura, tra astratto e figurativo. Sono così nati i “TOTEM” costruiti con lieve e sapiente gioco di incastri, dove il ritmo compositivo assume la sua pregnanza nell’alternanza di piani e linee, di superfici colorate. Un felice connubio dove irrompe la frenesia del mondo contemporaneo. Questa nuova dimensione astratto-figurativa permette all’artista di affrontare e focalizzare tramite la sua arte i problemi della società contemporanea specie laddove il divario tra ricchezza e povertà si fa evidente e drammatico. Se prima, nei suoi Totem e nei suoi paesaggi francesi, appariva un divieto come monito di “VIETATO, NON SI PUO’ DISTRUGGERE” ora nei suoi ultimi lavori “MANIFESTI METROPOLITANI” e “MURI METROPOLITANI” quel divieto si fa ancor più pressante e monito assoluto.
In questi lavori il rapporto fra ricchezza e povertà è evidente ed esplicito. Gli elementi verticali colorati rappresentano i grattacieli delle grandi metropoli a fianco di facciate di palazzi cittadini compaiono manifesti pubblicitari con visi di graziose ragazze invitanti, in basso vetrine di negozi d’alta moda attraenti quasi a dire prendimi acquistami sei mio “schiavo”, sui marciapiedi figure accasciate, ferite, stuprate, malmenate in poche parole “schiave”.
La solitudine metropolitana dove tutto è ma dove molti non possono più ottenere (per mille ragioni). Richiami della pubblicità, richiami all’acquisto ad ogni costo, consumare apparire, essere ma…………..chi non ce la fa soccombe. Nuove forme di schiavitù, sottile ironia, verità contemporanee. Muri metropolitani con i loro graffiti, manifesti con sguardi nel vuoto e perplessi, i colori delle città moderne piene di vita e di certezze e incertezze, culture diverse primordiali storie lontane di culture lontane si fondono nella civiltà contemporanea. Si incontrano si scontrano si amalgamano.
Un lavoro chiaro e luminoso quello del romagnolo Cocchi che però ci pone dinnanzi a forti riflessioni e a una profonda meditazione”. (Giulrepi)
Galleria “Arianna Sartori – Arte” di Mantova, in via Cappello 17
Dal 26 novembre all’ 8 dicembre
La galleria sarà aperta al pubblico nei giorni feriali dalle 10.00 alle 12.30 e dalle 16.00 alle 19.30 e nei festivi dalle 15.30 alle 19.00
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