Gio. Nov 21st, 2024

Medea, Teatri di Vita, Bologna 2011

Straniera, infanticida, eroina perversa di una società corrotta: così rinasce Medea nelle parole di Antonio Tarantino e nell’interpretazione di Francesca Ballico, per una potente prova d’attrice in scena venerdì 4 e sabato 5 novembre (ore 21) a Teatri di Vita (via Emilia Ponente 485, Bologna; infoline: 051.566330, www.teatridivita.it). Lo spettacolo Cara Medea, scritto dal drammaturgo più originale del teatro italiano contemporaneo, strappa la madre assassina dalla mitologia greca e la sbatte violentemente nel cuore di un’Europa martoriata, quella che va dai lager nazisti alle guerre balcaniche, fino all’interminabile esodo di romeni e albanesi ai confini italiani. Uno spettacolo di forte emozione, che vede l’attrice impegnata in un multiforme impasto linguistico.

Lo stesso Antonio Tarantino, dopo aver visto questa versione, ha scritto: “corrisponde esattamente alla mia intuizione drammaturgica originaria: dove il personaggio del mito viene precipitato in un inferno di irreali realtà post belliche, in un mondo che s’insegue vanamente alla ricerca di un senso di sé che forse non ha mai avuto prima ancora di averlo smarrito. Interpretata con grande intensità da Francesca Ballico”.

Fulminante e coinvolgente monologo del 2004, Cara Medea trasferisce il classico mito della infanticida ai giorni nostri, facendole indossare i panni di una straniera che viaggia attraverso le guerre e le migrazioni. Dai Balcani al Caucaso lo spettacolo crea una macedonia linguistica che tritura le parole di una Medea calpestata dalla storia, brutalizzata, che uccide quasi d’impulso. Nella semplicità naturale degli abusi, filtrano migrazioni che si mescolano nel tempo e nella geografia dell’umiliazione dei massacri. Dalle parole faticate di chi è sempre straniero, ad un corpo intruso e inopportuno, Medea incarna chi vive agli angoli delle strade delle nostre città così come chi si trova a vivere la condizione di immigrato.

Nella sua interpretazione, Francesca Ballico inchioda la sua Medea alla comunicazione di una grottesca telefonata d’amore impossibile, sputando dentro la cornetta dolore e sarcasmo in un impasto linguistico che mescola idiomi slavo-balcanici con l’italiano corrotto di Tarantino e il friulano.

Una vera “prova d’attrice” per un monologo che attraversa 6 lingue, senza mai trovare requie, proprio come la Medea straniera del mito. Una prova amplificata dal primissimo piano della bocca, degli occhi, del volto sofferente o beffardo, rilanciato su grande schermo: così la Medea di Francesca Ballico si ritrova lottatrice ma perdente, dopo aver attraversato l’inferno del lager di Sobibor, della prostituzione nelle camionarie della Mitteleuropa, irridendo un bolso Giasone diventato magazziniere nel fantomatico silurificio di Pola…

 

TEATRI DI VITA

Centro Internazionale per le Arti della Scena

via Emilia Ponente 485 – 40132 Bologna – Italia

www.teatridivita.it

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