“Considero le mie sculture come frammenti bloccati colti in un continuo processo in espansione. Non è importante se a volte esse si avvicinano alla figurazione e qualche altra al mondo dell’astrazione. Esse nascono dall’idea che il mondo sia un complesso di energia interattiva e in continua evoluzione, dove non c’è inizio e dove non c’è fine.
Sono certo che questa convinzione sia il risultato del mio lavoro attuale e non che il mio lavoro derivi dall’idea che mi spinge a produrre quello che poi eseguo; seguo questa filosofia semplicemente, istintivamente con adesione totale. Sono stato molto contento di conoscere non molto tempo fa, l’opera di Frijtiof Capra e mi sono sorpreso ad accorgermi di “seguire le orme” di questo ricercatore del visionario.
Il mio lavoro è cresciuto nella convinzione che il tempo non sia uno spazio lineare da usare per produrre qualcosa che si riferisce alla contemporaneità o alla tradizione, principi che, peraltro considero irrilevanti, diversamente dal comune pensare, cioè di intendere il tempo come un processo lineare (passato, presente e futuro), su cui il concetto dell’arte contemporanea si basa. Per lo più, nel mio lavoro il tempo è solo una delle componenti. I riferimenti che potrebbero essere presi in considerazione sono puramente casuali o possono essere filtrati istintivamente durante le varie fasi del mio operare.
Il mio lavoro è fortemente istintivo sebbene ci sia un’idea iniziale della quale si perdono le tracce durante le lavorazioni. Ho usato la parola “shamanic” descrivendo spesso come ogni lavoro, per ogni opera artistica, abbia una propria anima ed una propria componente sonora che la rende unica.
Le mie opere, sculture o meno, sono tutte pezzi unici, mai realizzate con stampi o altri mezzi di riproduzione. Il materiale base è argilla, che io unisco alla terra, materiale estratto proprio dal suolo. Tecnicamente fatte con la tecnica del colombino, il cordoncino di argilla avvolto a spirale, le mie sculture sono poi modellate e incise prima che inizi il processo di cottura. Uso, ma sempre in piccole quantità, alcuni ossidi come il rame, cobalto, ferro e alcuni smalti vetrificanti. Le temperature di fusione variano dai 1000°C. fino ai 1280°C. circa”. (Genc Mulliqi)
La mostra, curata da Arianna Sartori, comprende una serie di sculture in ceramica.
Galleria “Arianna Sartori – Arte”
Mantova, in via Cappello 17
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