Il MADE expo è la nuova regina delle fiere dell’architettura, del design e dell’edilizia. In un colpo solo il colosso di Rho spazza via le 3 più grandi fiere bolognesi: SAIE, SAIE2, Cersaie e si colloca al centro del business di settore.
Cos’ha la fiera di Milano più di Bologna?
Un quartiere fieristico completamente nuovo, attrezzato alla perfezione sia per eventi destinati ai soli operatori, come il MADE, sia per eventi destinati anche al pubblico; collegamenti interni al quartiere, ma soprattutto esterni perfetti, pensati per spostamenti veloci e precisi. Un quartiere fieristico che è una macchina per il business, progettato per essere bello e funzionale.
Cos’ha Bologna meno di Milano?
Un quartiere fieristico fermo a più di venti anni fa, male attrezzato, incuneato nella città, con alle spalle anni e anni di ingorghi dovuti alla scarsità di collegamenti efficienti che hanno fatto fuggire gli operatori. All’ultimo Cersaie di Bologna di settembre 2011 si poteva assistere ad una fila interminabile di centinaia di operatori incolonnati per ore in attesa di taxi che arrivavano col contagocce, senza nemmeno la speranza di un autobus visto che le linee che passano dalla Fiera sono tra le più rade, circa 1 piccolo autobus ogni mezz’ora; un quartiere fieristico con attorno servizi sottodimensionati e scadenti che costringono a lunghe attese per fare qualsiasi cosa. Una città degradata da cui le aziende scappano per il totale disinteresse degli amministratori verso le imprese.
Il SAIE che inizia a Bologna assieme al MADE conterà circa 1000 espositori, sui 3000 soliti: una fiera sull’orlo del baratro a cui non servirà certo costruirsi in città un fuorisalone senza alcun senso, all’interno di studi di architettura sconosciuti che si aggrappano all’idea di farsi vedere vicino al marchio SAIE sperando in una breve pubblicità gratuita. Un salone specchio di una realtà cittadina molto molto difficile sia sul piano economico che sociale. Una città, Bologna, dove non mancano certo la cultura e la conoscenza, ma manca il saper fare business, il rispetto per l’impresa e le capacità individuali, una città, nel connubio tra cattalicesimo e comunismo, cresciuta sul sospetto verso il fare impresa e, da quando la situazione economica nazionale è diventata difficile, senza crescita, incapace di reagire, di rinnovarsi, rimasta vittima del conservatorismo più miope che fa gridare allo scandalo ogni volta che si muove qualcosa di nuovo.
Dal sito web del MADE ecco cosa si chiede oggi ad un a fiera:
“Ad una fiera attuale si richiede di assolvere oltre che alla necessaria componente commerciale un’altrettanto importante funzione di comunicazione e promozione.
Oggi una fiera di successo è una fiera che supporta efficacemente lo sviluppo e la promozione di un’intera filiera produttiva, che favorisce l’incontro tra il mondo della produzione, quello degli utilizzatori e quello della ricerca.
Made expo nasce per rispondere ad una precisa necessità di mercato, per colmare la lacuna creata in Italia dall’assenza di un grande palcoscenico di respiro mondiale.
Nasce affinché l’eccellenza produttiva in termini di tecnologia e di design delle aziende trovi finalmente riscontro in un appuntamento fieristico capace di imporsi all’attenzione internazionale, capace di dialogare con i media e con operatori abituati a muoversi in contesti evoluti.”
Il presidente della fiera di Bologna, prima di incolpare i milanesi di rubargli gli eventi, dovrebbe viaggiare un po’ e pensare cosa sta offrendo. (di Stefano Boninsegna)
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