Segnaliamo questa mostra che si preannuncia interessante. Opere sognanti, visionarie, che catturano l’attenzione.
“Il termine “visione”, oltre a significare l’atto fisiologico del vedere, indica anche un qualcosa di fantastico, di straordinario, dovuto ad un evento miracoloso o a un’allucinazione. L’evento miracoloso, nel caso di un artista, è l’arte, che identificandosi con la sua stessa vita ne riporta la visione del mondo, rielaborata. “Visione” nel senso di insieme di pensieri e sentimenti scaturiti dal suo relazionarsi con la realtà. Così è per Keziat. Se in ogni cultura i miracoli sono realizzati esclusivamente da divinità, demiurghi, o individui dotati di capacità straordinarie, possiamo dire che l’artista sia un demiurgo dell’immaginario, creatore di mondi fittizi, rielaboratore del reale. Nelle proprie opere fa ritrovare all’osservatore elementi in cui riconoscere parte di sè e della propria storia, oppure suscita domande che svelino altri modi di guardare la realtà. Il miracolo è allora questo manifestarsi dell’arte come relazione extra-ordinaria.
I disegni sono realizzati in bianco e nero, su fogli dove ombre e luci si disegnano vicendevolmente. Ci mostrano esseri polimorfi e animali modificati geneticamente dalla fantasia; oppure pesci insolitamente espressivi, che ci scrutano da antri bui che si rivelano schermi di computer o televisivi, quasi sostituti del corpo nell’interrelazionarsi col mondo…”
Testo di Emanuela De Notariis, tratto dal catalogo “Visionaria”, Red Poppy Art House, San Francisco (USA), 2009.
LA PARADA – Associazione Culturale
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