La mostra “Orientamenti figurativi” presenta una selezione di opere recenti di tre donne artiste che affrontano le loro ricerche nell’ambito della pittura. Una pittura narrativa moderna – ecco ciò che accomuna la loro esperienza – che si sviluppa in soluzioni espressive diverse, per contenuti e interpretazioni formali.
Dal testo di presentazione di Giovanni Cerri
Troviamo, in questa mostra, tre “modi” di intendere la rappresentazione figurativa, sia essa intesa come figura o paesaggio, espressione legata a un concetto realista o invece evocativa, onirica o analitico – oggettiva.
Judith Holstein è una giovane artista che lavora soprattutto sulla rappresentazione della figura umana, concentrandosi soprattutto sui volti, sui ritratti risolti in modo iperrealista, tendente a un richiamo proveniente dal territorio pop americano e inglese. Colori accesi e marcati, dove l’elemento del disegno – sintetico e costruttivo – è da intendersi come rapido e preciso tratto delineante i particolari somatici, le caratterizzazioni del volto e della figura. C’è un segno grafico che si inserisce nel linguaggio pittorico, come flash di immediatezza e al contempo evidenza netta ed esaltazione del volto.
Alessandra Trento tende a raffigurare scene quasi favolistiche, di un mondo immaginario ”ingrandito”. I protagonisti della sua pittura sono animaletti come lumache, coccinelle, gechi, ma anche oggetti comuni quotidiani che diventano “personaggi” di un racconto fiabesco, con tonalità gradevoli e improvvise sottolineature cromatiche di dettagli e particolari. Una sottolineatura, la sua, del “quotidiano” vivere, di ciò che spesso ignoriamo o sottovalutiamo, perché apparentemente “piccolo”, non degno di nota, poco visibile. Ma sono i tanti particolari e dettagli del micromondo che compongono poi il “tutto” che reputiamo importante.
Marina Centonze ha invece una ricerca che è incentrata sulla rappresentazione della quotidianità, che diventa però simbologia, allegoria, metafora. Interni, figure, paesaggi, “finestre” che si aprono a illustrare un mondo di sensazioni e memorie legate al proprio vissuto di emozioni e affetti. Ricordi “magrittiani” affiorano da queste immagini tra realtà e sensazione onirica. Ricordi, riflessioni, meditazioni…Si pondera, qui, sulla nostra natura di uomini e sulla natura intesa invece come “paesaggio” esterno, tra territori dell’anima e contemplazioni di ciò che è fuori da noi.
Galleria “Arianna Sartori”
Mantova – via Cappello, 17
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