Gio. Nov 21st, 2024

Daniele Duò, "Oya", olio su tela, Milano 2010, c/o Galleria Spazio Orlandi "Black Candy", 2011

“Il nostro spirito è la tela su cui gli artisti stendono i colori; le tinte sono le nostre emozioni; il chiaroscuro è la luce della gioia e l’ombra della tristezza” (tratto da “Lo Zen e la cerimonia del Tè” (di Kakuzo Okakura).

Avevo visto alcune opere di Daniele Duò su Facebook e ne ero rimasto colpito a tal punto da volerle vedere dal vero. L’occasione è arrivata con la sua personale ospitata dalla galleria milanese “Spazio Orlandi” in zona p.za Napoli, curata da Pietro di Lecce, personaggio eclettico, anche lui artista bravissimo e di cui sicuramente avremo modo di parlare ancora, che ama scoprire e dare spazio ad altri talenti e questo dice già tanto di un artista che dedica parte del suo tempo anche ai suoi colleghi. Che differenza, che salto di qualità rispetto all’autoreferenzialità di tanti artisti con più anni ed esperienza e molte molte meno capacità artistiche.

Di Stefano Boninsegna

 

Con Daniele Duò stiamo parlando prima di tutto di capacità tecniche, di reale bravura nell’utilizzo dei colori ad olio su tela, e poi di quella capacità unica dell’artista di sapere trasmettere emozioni, creando quella sapiente sintesi di arte e sentimento che stupisce lo spettatore e fa sì che dalla tela sgorghi la Vita attraverso pennellate leggere, vigorose, violente.

Daniele Duò ha solo 25 anni ed è capace in pochi giorni di creare dal nulla un capolavoro. Pennellate perfette e a tratti sapientemente imperfette fanno venire alla luce dalle profondità della tela immagini oniriche, romantiche; tratti decisi, taglienti per il reale, ombre tenui e profonde per i pensieri. Sono oli introspettivi. Daniele Duò riesce a svelare quello che le sue figure non vorrebbero essere, quello che nascondono, quello che sognano.

Il bianco puro della tela si unisce ai toni del nero che sfuma vorticoso e invade la mente dello spettatore, uscendo dal quadro. Bianco e nero, luce e ombra, yang e yin. Anche chi potrebbe non apprezzare il genere, ne resta colpito profondamente.

Scrive Okakura ne “Lo Zen e la Cerimonia del Tè”: “(l’amante dell’arte) Coglie un riflesso dell’Infinito, ma le parole non riescono a dar voce alla sua gioia, giacchè l’occhio è muto”. Anche nel caso di Daniele Duò è difficile esprimere con le parole tutta la sua arte. Le sue opere vanno osservate dal vero. Queste saranno sempre poche parole.

I suoi autoritratti, le nuvole cupe che escono dai suoi personaggi, il vento che li avvolge, la fissità delle immagini dei defunti, sono tutti capolavori.

Infine due parole sull’artista. Daniele Duò è giovane ma dimostra parlandogli di possedere una maturità e una profondità che rendono anche poche parole con lui un vero piacere. E’ bello discorrere con persone intellettualmente aperte. Daniele Duò è libero come il mare… e il mare a volte è imprevedibile.

Assolutamente da non perdere!

 

Galleria Spazio Orlandi

Via Vespri Siciliani 16/4 a Milano

www.spaziorlandi.com

IMMAGINI: www.facebook.com/media/set/?set=a.1997961073154.2118510.1367333933

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