L’ONU ha dichiarato il 2011 l’Anno Internazionale della Chimica. Per la comprensione del mondo e dell’universo. Per il contributo essenziale alla produzione di cibo, medicine, carburante, manufatti e prodotti. Per l’apporto alla conoscenza, alla tutela dell’ambiente e allo sviluppo economico. Un’azione di conquista, della realtà sociale, che coinvolge anche il mondo dell’arte. Nello sviluppo dei prodotti e delle tecniche di lavorazione, nel rinnovo delle tecnologie, nella possibilità di percezione e di fruizione. Dalla plastica alla resina, dalle fibre artificiali e sintetiche alla pittura, dalla vernice all’inchiostro.
La mostra offre al visitatore una riflessione sul significato della definizione di identità dell’opera. Un valore che non può non investire anche la superficie, non più semplice materiale di sostegno, nella messa in opera di un pensiero artistico distintivo e significante. Dodici opere firmate da 6 autori (Federico Basso, Alessandro Busci, Luca Casonato, Mauro Mariani, Ludmilla Radchenko, Mario Washington) rappresentano la manifestazione di un proficuo dialogo che comprende, del progetto comunicativo, le tecnologie, i processi di produzione, le possibili pratiche di intervento. Dall’analogico al digitale, oggi più che mai la fotografia contemporanea si appropria di una nuova sintassi combinando, come parti dello stesso processo ideativo, diverse modalità espressive. Un sostegno alla narrazione che non appartiene più a una sola (e semplice) presenza, quella dei materiali impiegati, ma che si annuncia come una pratica mediatica, di sviluppo e di costruzione del messaggio. Una dimensione coinvolgente, certamente emozionante, dove la separazione tra opera e materiale, tra opera e cornice, si annulla per rendersi, invece, in un corpo unico, senza livelli.
Ludmilla Radchenko tratta alcuni scatti di Mario Washington contaminando la superficie con un linguaggio pop. Utilizzando resine particolari, l’artista compie un’azione di scrittura delle proprie emozioni. Alessandro Busci si concentra sulla raffigurazione di una natura drammatica, ma non ostile, che si compone di elementi antichi e contemporanei. Un paesaggio stampato su Poliepo 505 nel quale convivono l’architettura industriale e i segni dell’espansione urbana. Mario Washington scopre un mondo tinto di colori e di forme e ne esplora le possibili espressioni. Il suo è un occhio attento e curioso verso il mondo circostante, attratto dalle armonie e dalle mescolanze. Federico Basso agisce con quell’ironia sottile e pungente che il pubblico gli riconosce, sia nell’opera fotografica (stampa diretta su pluriball) che sul palcoscenico di Zelig. Ogni elemento è parte di una narrazione che si nutre dell’illusione e della realtà, della figura e della metafora. Luca Casonato propone la Venezia di Macao, una delle tre esistenti nel mondo – le altre sono Venezia e il Venetian di Las Vegas) –. Ne risulta un’interessante opera di investigazione, stampata su resina Flexint Biolux, volta a comprendere i simboli dell’identità e l’eredità architettonica della città lagunare. Mauro Mariani guarda all’acqua, elemento vitale, interessato alle sue forme e memorie. Stampate su resina Flexint Biolux, le immagini rivelano armonie inaspettate.
Autori in mostra:
Federico Basso, Alessandro Busci, Luca Casonato, Mauro Mariani, Ludmilla Radchenko, Mario Washington.
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Via Privata Maria Teresa 11 (ang. via Morigi), 20123 Milano
WEB: www.clickgallerymilano.com
DATA MOSTRA: dal 15 giugno al 24 giugno 2011
ORARIO: da martedì a venerdì 15.30-18.30; sabato su appuntamento
Mezzi pubblici: M1 Cairoli o Cordusio; Tram 1, 2, 3, 4, 12, 14, 16, 27.
In collaborazione con l’IIC di Dublino che ospiterà la mostra nel mese di settembre 2011
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