Gio. Nov 21st, 2024
Alexandra Galkina/David Ter-Oganyan, Four People in Metro, 2010

La mostra Modernikon, dopo essere stata presentata a Torino alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, giunge a Venezia in un riallestimento completamente nuovo, realizzato appositamente per gli spazi della Casa dei Tre Oci, futuro Centro Internazionale di Fotografia veneziano. Il palazzo, situato nell’Isola di Giudecca, riapre al pubblico completamente restaurato in questa occasione. All’interno della Casa dei Tre Oci, edificio realizzato all’inizio del ‘900 in stile neogotico, il percorso si snoda su tre piani attraverso le sale di quella che fu l’abitazione del pittore Mario De Maria.

Dal comunicato stampa

 

La mostra esplora una scena giovane e in divenire, presentando al pubblico le più nuove ed interessanti ricerche artistiche di un Paese che solo di recente si è proposto sulla scena internazionale. Il sistema dell’arte contemporanea in Russia si è formato negli anni Novanta, in concomitanza con gli estremi rivolgimenti politici e sociali seguiti alla caduta dell’Unione Sovietica. In quel periodo molti artisti hanno considerato l’arte uno strumento d’intervento sociale, un mezzo per agire direttamente sulla realtà, nella grande tradizione dell’avanguardia storica. La nuova arte aveva connotazioni politiche e un’estetica radicale, caratterizzata dal gusto per la provocazione e lo scandalo.

Oggi l’arte contemporanea russa è entrata in una nuova fase della sua evoluzione, come ha dichiarato Anatoly Osmolovsky, uno tra i più interessanti e influenti artisti russi. L’idea della pratica artistica come forma di azione diretta ha lasciato spazio a un approccio più riflessivo che mette al centro l’opera d’arte, riconsiderando l’eredità modernista e le sue ambizioni di rinnovamento sociale ed estetico. Il titolo della mostra, Modernikon, fonde il riferimento al moderno con la più classica delle forme artistiche russe, è una parola sospesa tra presente e passato, tra l’idea di un’immagine che vuol essere nuova e attuale e, al contrario, la mitologia di un progetto culturale superato.

Gli artisti in mostra puntano lo sguardo su questo luogo sospeso, creando immagini caratterizzate da una forte impronta autoriflessiva. Alcuni, tra cui lo stesso Osmolovsky, Dmitry Gutov, Victor Alimpiev, Vladimir Logutov, Stas Shuripa rivendicano lo spazio di un discorso artistico autonomo, di un’opera d’arte indipendente dalla rappresentazione della realtà, esplorando le potenzialità di ogni mezzo espressivo e di ogni genere artistico, da quelli più tradizionali quali pittura e scultura a quelli contemporanei come il video e l’installazione.

Altri artisti percorrono una strada differente, recuperando immagini passate e ricaricandole di dinamismo e materialità. Alexandra Galkina, Yakov Kazhdan, Anna Parkina, David Ter-Oganyan si appropriano di un immaginario artistico riconoscibile, dal Suprematismo e Costruttivismo alla cinematografia sovietica d’avanguardia, per crearne uno del tutto nuovo, che parla del proprio tempo, di pressanti questioni politiche e sociali.

Queste emergono più direttamente nel lavoro di artisti quali Olga Chernysheva, Sergey Bratkov, Alina Gutkina, che pur con linguaggi molto differenti esprimono un’urgenza di racconto della realtà, dall’umanità post-sovietica alla giovane scena underground alla poesia della vita quotidiana, immagini-documento che interrogano se stesse e il proprio statuto di verità.

Un’opera in mostra, realizzata da Arseny Zhilyaev, riassume simbolicamente questo percorso. Creando un monumento-archivio dell’avanguardia radicale degli anni Novanta, Zhilyaev crea una mitologia dell’artista di ieri e, allo stesso tempo, apre il discorso ad un nuovo spazio di creazione rivoluzionaria. L’esposizione include 20 artisti, alcuni dei quali già conosciuti sulla scena internazionale e altri emergenti, che lavorano in una molteplicità di mezzi espressivi, dalla pittura alla scultura, al video alla fotografia all’installazione.

Oltre ad opere già esistenti sono incluse numerose nuove produzioni commissionate per l’esposizione. La mostra è accompagnata da un ampio catalogo, pubblicato da SRR Press, che contiene la documentazione delle opere e saggi di critici italiani e russi.

 

LISTA DEGLI ARTISTI IN MOSTRA

− Victor Alimpiev, Mosca, 1973. Vive e lavora a Mosca.

− Alexandra Auerbakh, Mosca, 1985. Vive a lavora a Mosca.

− Sergey Bratkov, Kharkiv, Ucraina,1960. Vive e lavora a Mosca.

− Olga Chernysheva, Mosca, 1962. Vive e lavora a Mosca.

− Alexandra Galkina, Mosca, 1982. Vive e lavora a Mosca.

− Dmitri Gutov, Mosca, 1960. Vive e lavora a Mosca.

− Alina Gutkina, Mosca, 1985. Vive a Mosca

− Iced Architects (Igor Bury – Pavlodar (Kazakhistan) 1961;

Ilya Voznesensky – Mosca 1970; Alexei Kononenko – Kiev (Ucraina) 1968;

Mikhail Leiken – Volgograd 1962; Vera Samorodova – Shcherbinka (Regione

moscovita) 1974; Sergey Sitar – Mosca 1969) Vivono e lavorano a Mosca.

− Yakov Kazhdan, Mosca, 1973. Vive e lavora a Mosca.

− Elena Kovylina, Mosca, 1971. Vive e lavora a Mosca.

− Andrey Kuzkin, Mosca, 1971. Vive e lavora a Mosca.

− Vladimir Logutov, Samara 1980. Vive e lavora a Samara.

− Anatoly Osmolovsky, Mosca, 1969. Vive e lavora a Mosca.

− Anna Parkina, Mosca, 1979. Vive e lavora a Mosca.

− Pavel Pepperstein, Mosca, 1966. Vive e lavora a Mosca.

– Anastasia Ryabova, Mosca, 1985. Vive a Mosca.

− Sergey Sapozhnikov / Albert Pogorelkin, Rostov-on-Don, 1984. Vivono e

lavorano a Mosca

− Stanislav Shuripa, South Sakhalinsk (Isola dell’Estremo Oriente

appartenente alla Russia), 1971. Vive e lavora a Mosca.

− Ter-Oganyan David, Rostov-on-Don, 1981. Vive e lavora a Mosca.

− Zhilyaev Arseny, Voronezh, 1984. Vive e lavora a Mosca e a Goteborg.

 

Casa dei Tre Oci – Centro di Ricerca per la Fotografia Contemporanea

Giudecca, 43 | 30133 Venezia

Vaporetto stop Zitelle

Da piazzale Roma & dalla Ferrovia

Linea 41 (19 min.)

Linea 2 (32 min.)

Da San Zaccaria

Linea 2 ( 6 min.)

Linea 42 ( 4 min.)

Da Giardini della Biennale

Linea 42 (10 min.)

Orari di apertura

Martedì-Domenica 10 am – 6 pm

Lunedì chiuso

 

La Casa dei Tre Oci è accessibile alle persone con problemi di deambulazione, così come tutte le stanze del Palazzo, e il collegamento tra i piani.

WEB Fondazione Sandretto Re Rebaudengo: www.fsrr.org

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