Volando, come un cyber- cercatore d’oro, tra le pagine del web, armato di setaccio e rastrello, spesso passo le notti, prima di addormentarmi, alla ricerca di qualcosa che mi sembri interessante. Lo facevo anni fa vagando per la città da mezzanotte a mezzogiorno, vivendo col buio e conciliandomi il sonno con un after di electro-house, ho ricominciato a farlo da un anno a questa parte girando per fiere e siti web, convinto che un poco di creatività e di voglia di essere liberi esistano ancora in Italia e siano solo da portare alla luce.
Articolo di Stefano Boninsegna
E oggi l’ho trovato: Daniele Duo’! Così giovane da lasciare perplessi quando si passano in rassegna alcuni dei suoi lavori (spesso olio su tela piuttosto che acquerello) per la maturità del segno e la capacità di stendere il colore creando toni che diventano e sono veri e propri sentimenti. Questo artista ha la capacità, almeno ad osservare le sue opere sul web, di rappresentare ciò che coglie il suo sesto senso. Non è facile. Specialmente non è facile trasmetterlo e questo distingue l’arte dal disegno accademico. Le immagini che scorrono sul suo sito (www.wix.com/danyduo/art) sono come statue di cera in due dimensioni, ma sembrano piegarsi, muoversi impercettibilmente, sospirare, quasi che da un momento all’altro possano dirti qualcosa. Impressionante.
Aspetterò di vederlo dal vero, per un articolo più dettagliato, ma prima di tutto per mia passione, in occasione della sua personale “Black Candy” a cura di Pietro di Lecce c/o lo Spazio Orlandi in via Vespri Siciliani 16/4 a Milano che inaugura il 10 giugno 2011 (www.spaziorlandi.com)
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