Mar. Lug 16th, 2024
Olaf Breuning, Happy Painters, 2018. Courtesy Galleria Poggiali

Lara Facco P&C

Nel rispetto delle norme di sicurezza, la sede fiorentina della Galleria Poggiali, riapre al pubblico consentendo l’ingresso libero con mostra personale di Fabio Viale Acqua alta High tide prorogata fino al prossimo 11 ottobre 2020.

Per Acqua alta High tide l’artista piemontese propone due diverse installazioni concepite appositamente per i due spazi della Galleria Poggiali di Firenze. Via della Scala è occupata dal gruppo di sculture che l’artista ha realizzato appositamente per il Padiglione Venezia (ai Giardini) della 58a Esposizione internazionale d’arte – La Biennale di Venezia, conclusasi lo scorso novembre e che ha visto la presenza di un gran numero di visitatori. In via Benedetta invece, Viale ha rovesciato quintali di pietrisco, detriti di marmo direttamente prelevati dai cosiddetti ravaneti, che sono in realtà gli strapiombi dove vengono gettati gli scarti della estrazione in cava: pietrame e schegge inutilizzabili, materiale prodotto dalla frantumazione della pietra che, precipitando e scivolando a valle, si sbriciola e crea delle vere e proprie cascate di marmo, che viste dalla marina sembrano antichi ghiacciai sopravvissuti al riscaldamento delle temperature.

Nel rispetto delle norme di sicurezza, la sede milanese della Galleria Poggiali riapre al pubbloco consentendo l’accesso solo su appuntamento (scrivendo a info@galleriapoggiali.com) con la mostra personale di Olaf Breuning We are All In the Same Boat. The weight of colour, prorogata fino al 24 luglio 2020.

Olaf Breuning, svizzero di nascita ma newyorkese d’adozione, per la sua mostra nello spazio milanese della Galleria Poggiali, in Foro Buonaparte 52, ha concepito un ambiente immersivo per riflettere su come gli attuali stimoli della vita quotidiana sono metodicamente registrati, metabolizzati e riproposti dagli “utenti” digitali. Esplicativo di questo approccio è la grande scultura al centro dello spazio che consiste in una scala di metallo, su cui è montata la sagoma in acciaio lucido di un volto stilizzato con al centro un cuore. La struttura bidimensionale diviene volumetrica e inafferrabile per effetto delle immagini che inesorabilmente riflette. Tale dimensione “multidisciplinare” e “multidimensionale” è adottata dall’artista per tutta la mostra fino anche all’installazione di disegni a china nera raffiguranti scene ‘possibili’, ma immaginarie, che suggeriscono un’inedita narrazione intima e corale.