Ufficio Stampa nazionale
Studio ESSECI di Sergio Campagnolo
“Con grande rammarico e un profondo senso di tristezza dobbiamo arrenderci di fronte all’emergenza sanitaria del Covid 19. Lo facciamo però con la convinzione di aver indicato per il futuro una nuova prospettiva culturale attraverso il coinvolgimento e la collaborazione delle principali istituzioni della città che hanno saputo, con capacità e competenza, rappresentare e valorizzare al meglio la storia, l’arte e l’architettura offrendo a Vicenza un evento espositivo di altissimo livello” -. Con queste parole il sindaco Francesco Rucco ha chiuso ufficialmente “Ritratto di donna. Il sogno degli anni Venti e lo sguardo di Ubaldo Oppi”, la mostra curata da Stefania Portinari e realizzata dal Comune di Vicenza (assessorato alla cultura e Musei Civici), dal Palladio Museum, dal Teatro Comunale di Vicenza, in collaborazione con Accademia Olimpica e Fondazione Giuseppe Roi.
Si conclude così una delle mostre più apprezzate dalla stampa e dalla critica di questa stagione espositiva (e anche dal pubblico per i 2 mesi e mezzo della sua durata), mostra che ha vissuto online durante i mesi forzati della chiusura (inaugurata ad inizio dicembre, ha chiuso forzatamente il 23 febbraio) su www.mostreinbasilica.it e sui canali social (facebook, instagram, youtube), ma soprattutto che ha saputo segnare un cambiamento nel modo di proporre l’arte al pubblico, con un progetto di riconosciuto valore artistico, apprezzato dal mondo della ricerca e sostenibile, in termini di flussi di visitatori e di condizioni di vivibilità del monumento palladiano.
“Faremo in modo di ripetere questa esperienza positiva grazie al gruppo di lavoro tutto vicentino, che ha realizzato un’esposizione di qualità, affinché prima di tutto i cittadini e naturalmente i turisti possano tornare in Basilica palladiana ad ammirare il monumento ed una nuova mostra. Forti del grande affetto del pubblico e della critica che ci hanno dato numerosi riscontri positivi, coscienti di aver lavorato in modo costruttivo per raggiungere un obiettivo straordinario, continueremo a mantener vivo questo progetto, come molti ci chiedono, attraverso varie proposte” prosegue l’assessore alla cultura del Comune di Vicenza Simona Siotto.
Mentre Stefania Portinari, curatrice dell’esposizione e docente all’Università Ca’ Foscari di Venezia, sottolinea che “l’obiettivo fondamentale delle mostre deve essere la ricerca scientifica e a questo va accompagnata la creazione della “meraviglia” per un pubblico che sia il più vasto possibile. La mostra dedicata a Ubaldo Oppi e al contesto storico degli anni Venti ha raggiunto questi scopi. Abbiamo ottenuto prestiti internazionali, creato connessioni con i più noti studiosi e importanti collezionisti, creato un’impresa culturale di grande professionalità, anche molto al femminile. I risultati di questa esperienza espositiva sono dunque anche il suo catalogo, il nuovo allestimento per la Basilica e la fiducia ottenuta da parte dei più grandi musei del sistema dell’arte, una significativa rete di rapporti che abbiamo attivato e che sarà utile anche per il futuro. E non ultimo l’affetto del pubblico, che ha lasciati scritti giudizi entusiasmanti. Chiudiamo una mostra ma continuiamo con un progetto importante”.
Il gruppo di lavoro sullo sviluppo del progetto Grandi Mostre in Basilica – coordinato dall’assessorato alla cultura e Musei Civici del Comune di Vicenza – è infatti già attivo per poter realizzare la seconda esposizione del programma, inevitabilmente rimandata al 2021, “Dietro le quinte del Rinascimento. Fare arte nel Veneto di terraferma (1550-1616)”, per la curatela di Guido Beltramini, Davide Gasparotto, Xavier Salomon e Mattia Vinco. Chiuderà il ciclo “Tebe nel Nuovo Regno”, affidata a Christian Greco direttore del Museo Egizio di Torino.
La mostra celebrerà il Cinquecento, secolo d’oro di Vicenza: grazie ad Andrea Palladio, Paolo Veronese, Alessandro Vittoria, Jacopo Bassano, la città divenne uno dei centri più vitali dell’arte europea, culla delle straordinarie opere d’arte oggi custodite gelosamente nei musei di tutto il mondo e che, in occasione della mostra, ritorneranno a casa. Provenienti da Parigi, Vienna, Budapest, Londra le opere saranno esposte a Vicenza per raccontare una storia che nasce dalla creatività, dalla capacità imprenditoriale, dal talento e dal coraggio.
L’esperienza culturale della mostra dedicata ad Ubaldo Oppi (Bologna 1889 – Vicenza 1942) e al racconto degli “anni ruggenti”, che inizia fin dagli anni Dieci con le opere di Klimt e Picasso e ha il suo cuore in quegli anni Venti in cui agiscono sul palcoscenico dell’arte artisti come Felice Casorati, Arturo Martini, Gino Rossi, Mario Sironi e Achille Funi, esposti in Basilica palladiana, continua con il video della visita, accompagnati dalla voce della curatrice, pubblicato sul sito https://www.mostreinbasilica.it/it/ e su facebook, canali sui quali proseguirà la vendita dei cataloghi e dei gadget.
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