Ufficio Stampa
PCM Studio di Paola C. Manfredi
Mercoledì 29 aprile 2020 la Fondazione Merz celebra un importante traguardo: quindici anni di attività che l’hanno vista tessere relazioni fondamentali con il proprio pubblico, sia a livello locale che internazionale, e prendere parte in forma attiva ad ambiziosi progetti espositivi tra le proprie mura o in collaborazioni con istituzioni e comunità in giro per il mondo.
Per festeggiare, la Fondazione Merz ricorda questo bagaglio di esperienze con #FondazioneMerzRewind e pone sul piatto anche nuove iniziative in risposta alla situazione attuale, tra cui il ripensamento del format Scusi, non capisco nei mesi di maggio e giugno, e si prepara a ripartire con la grande esposizione dedicata all’arte femminile PUSH THE LIMITS.
Sono passati quindici anni dal restauro e dalla trasformazione dell’ex centrale termica Officine Lancia di via Limone nella sede di un nuovo centro d’arte contemporanea. Un progetto ambizioso, nato per volontà di Beatrice Merz con l’intento di produrre mostre inedite, appuntamenti per il pubblico tra arti visive, musica e laboratori educativi, portando avanti un’intensa attività di ricerca e approfondimento dell’opera degli artisti contemporanei.
Nell’aprile 2005 la Fondazione apre al pubblico con una grande mostra dedicata a Mario Merz. In questi quindici anni si sono poi succeduti numerosi progetti che alternavano esposizioni dedicate a Mario e Marisa Merz a mostre site-specific, personali o collettive, che hanno invitato a confrontarsi con lo spazio della Fondazione 172 artisti, di cui 64 italiani e 107 internazionali, tra i quali Massimo Bartolini, Elisabetta Benassi, Fatma Bucak, Christian Boltanski, Mattew Barney, René Burri, Carlos Garaicoa, Petrit Halilaj, Alfredo Jaar, Sol LeWitt, Masbedo, Mona Hatoum, Emilio Prini, Wael Shawky, Simon Starling, Kara Walker, Lawrence Weiner.
A partire dalla propria inaugurazione sino a oggi la Fondazione ha dato vita a un intenso programma espositivo che conta 70 mostre, di cui 9 fuori sede e 13 collaborazioni internazionali, 1.605 laboratori con più di 70.000 bambini coinvolti dallo staff educativo e 147 appuntamenti per il pubblico di diversa natura che hanno presentato quasi 100 ospiti tra poeti, scrittori, architetti, attori, curatori, filosofi, antropologi, critici, registi, ballerini e oltre 200 musicisti.
Tra le iniziative sviluppate dalla Fondazione Merz anche il Mario Merz Prize, con cadenza biennale, che ha la finalità di individuare personalità nel campo dell’arte e della composizione musicale contemporanea.
Oltre a progetti e collaborazioni con le maggiori realtà internazionali, la Fondazione ha attivato una nuova rete operativa producendo mostre e opere nelle aree del Mediterraneo e MitteIeuropa, luoghi di confine, di accoglienza e confronto tra culture, popoli e tradizioni. Tra questi progetti anche l’intensa attività sviluppata a Palermo, oltre che nell’ambito di BAM – Biennale dell’Arcipelago Mediterraneo, in strettissimo dialogo con la comunità e le istituzioni.
Per celebrare questa occasione e restare vicina al proprio pubblico in questo momento di distanziamento sociale, la Fondazione ha lanciato #FondazioneMerzRewind, una narrazione online che raccoglie quotidianamente, attraverso i propri profili Instagram e Facebook (@fondazionemerz), immagini, testi e video per raccontare i 15 anni della sua storia espositiva. Anche il Dipartimento Educazione attraverso il suo profilo Instagram (@edu_fondazionemerz) si unisce al racconto, ricordando i workshop e le attività formative affidate agli artisti che hanno segnato, con i loro interventi, la storia della Fondazione.
Tra i prossimi progetti della Fondazione, una nuova versione del format Scusi, non capisco, ideato per andare in contro all’esigenza del grande pubblico di comprendere meglio i linguaggi e il pensiero che stanno dietro le opere di arte contemporanea, attraverso un dialogo a due e condiviso con il pubblico che coinvolge autori, intellettuali, professionisti e personalità del mondo accademico e imprenditoriale. La domanda che ci si pone in questo momento è qual è, se c’è, il ruolo dell’arte in un momento critico come questo. Parole come solitudine, fragilità, paura, speranza, futuro, abitare, solidarietà, precarietà, responsabilità, regole, ossigeno assumono oggi un significato diverso.
L’obiettivo è quello di cercare di capire, ponendo delle domande, magari a partire proprio da quello “scusi, non capisco”, su cosa sia arte e su cosa sia società, anche nei tempi di questa situazione drammatica e sospesa. I dialoghi avverranno in diretta Instagram ogni domenica di maggio e giugno alle 16.30 per circa 30 minuti in modo trasversale e aperto, accessibile e magari anche divertente, così che l’umanissimo bisogno di incontrarci e parlare trovi uno spazio anche in periodo di forzata ma necessaria distanza.
Inoltre, non appena sarà possibile, la Fondazione Merz porterà a termine l’allestimento e tornerà ad aprire le sue porte al pubblico per presentare la mostra PUSH THE LIMITS, curata da Claudia Gioia e Beatrice Merz. Un progetto tutto al femminile che indaga la capacità dell’arte di porsi costantemente al limite, spostando l’asse del pensiero, della percezione, del discorso, immettendo nuovi elementi nel sistema. Sarà un augurio che la Fondazione Merz può farsi per celebrare i primi 15 anni di attività e per iniziare con quelli che ancora verranno.
Il successo di un progetto è determinato dal rapporto che si instaura con gli attori coinvolti, siano essi artisti, curatori, scrittori o altro. Questo stretto rapporto di fiducia ha dato modo di veder realizzati i sogni e poterli trasmettere. E l’emozione di vederli nascere è stata memorabile. – Commenta Beatrice Merz, Presidente della Fondazione – Questo compleanno è giunto in un momento storico che ci ha colto tutti impreparati. Oggi festeggiamo questi 15 anni di attività ripercorrendo quanto realizzato fino a ora ma con lo sguardo ben puntato verso i prossimi anni, riflettendo sulla natura del luogo, dello spazio, del ruolo giocato dagli artisti e dalle loro opere e dalla funzione sociale data a un’istituzione.
È il momento di porsi domande, l’arte non può infondere certezze ma può aiutare a far cambiare il ritmo della ruota. Sarà necessario uscire dai nostri gusci senza personalismi e spogliati dall’invincibilità, offrendo contenuti per riavvicinare un pubblico che dovrà fare i conti con la necessaria elaborazione di un lutto collettivo. Gli artisti sono esperti nel porre in tempo reale importanti questioni poste dalla condizione umana, mettendo a nudo le strutture sociali e rivelandone la vera natura.