La palma della più apprezzata giovane attrice italiana dell’ultima stagione teatrale va a Roberta Caronìa, mentre il V Premio Giuseppe alla migliore attrice straniera tra le nuove generazioni è stato assegnato a Mouna Hawa, Sana Jammalieh e Shaden Kanboura, ovvero le tre protagoniste del film israeliano tradotto in Italia come “Libere, disobbedienti, innamorate”. Milena Vukotic ha inoltre ritirato il Premio Virginia Reiter alla Carriera. Padrini della serata sono stati per il Reiter Fabrizio Falco e per il Bertolucci Lino Guanciale. L’iniziativa si è svolta in collaborazione con ERT Emilia Romagna Teatro Fondazione presso il Teatro delle Passioni di Modena.
Roberta Caronìa attrice palermitana, diplomata giovanissima all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio D’Amico”, si aggiudica il XIII Premio Virginia Reiter. Il prestigioso riconoscimento è stato assegnato ieri sera presso il Teatro delle Passioni di Modena.
A contendersi la palma con la Caronìa erano Petra Valentini e l’intero cast di giovani attrici del progetto “Santa Estasi”, diretto da Antonio Latella. Padrino del Premio Virginia Reiter – pensato per promuovere la migliore giovane attrice italiana dell’ultima stagione teatrale e la cui direttrice artistica è Laura Marinoni, e consegnato alla Caronìa dal dott. Gianluca Trabucco, Responsabile Area Territoriale Modena-Sassuolo di BPER Banca, main sponsor dell’iniziativa – è stato il giovane e già apprezzato attore Fabrizio Falco.
“Tra le varie ossessive e alterate identità che hanno messo in luce il talento nevrotico di Roberta Caronia – ha motivato la giuria di esperti presieduta dal nuovo presidente Ennio Chiodi e composta da Rodolfo Di Giammarco (la Repubblica), Gianfranco Capitta (il Manifesto), Maria Grazia Gregori (l’Unità) e Maurizio Porro – c’è in particolare un percorso di giovani figure classiche (Ismene, Antigone, Ermione) che porta fatalmente alla via crucis di una Ifigenia contemporanea, ritratto di un’emarginata del Galles che ha fatto deflagrare la sua ossessione corporea e un suo straordinario flusso di coscienza in “Ifigenia in Cardiff” di Gary Owen (in origine “Iphigenia in Splott”) con regia di Valter Malosti, che l’aveva anche diretta in un’acuminata versione siciliana del “Berretto a sonagli” di Pirandello. Avendo lei già mostrato un suo ben forte carattere nella “Clitennestra” di Vincenzo Perrotta, in “The Coast of Utopia” di Stoppard, e nei panni della coraggiosa Rita Atria de “Il mio giudice” di Maria Pia Daniele – hanno concluso gli esperti – Facendo buon uso della formazione con Piotr Fomenko e Nicolaj Karpov”.
Nel corso della serata è stato assegnato anche il V Premio Giuseppe Bertolucci – alla migliore attrice straniera tra le nuove generazioni – a Mouna Hawa, Sana Jammalieh e Shaden Kanboura, ovvero leprotagoniste di “Bar Bahr” (2016), il film opera prima della 35enne Maysaloun Hamoud – nata a Budapest ma sempre vissuta in Israele – dedicato alle donne musulmane in Israele che si confrontano con l’intolleranza religiosa. Intitolato al regista che ha dato tanto impulso al Premio Reiter e ha ideato il Festival omonimo, è stato consegnato dal Padrino Lino Guanciale.
Consegnato anche il Premio Virginia Reiter alla Carriera alla grande interprete italiana Milena Vukotic: “Grande artista di teatro e di cinema – ha motivato la giuria – e con una evidente formazione originaria nella danza, Milena Vukotic ha percorso tutte le strade dello spettacolo, amata e inconfondibile anche per il grande pubblico televisivo. Grazie a un volto mobilissimo e di espressività straordinaria, ha rivestito qualsiasi ruolo con un’intensità totale, riuscendo a far emergere, in qualsiasi emozione interpretata, quel lampo di ironia che la pone nel ristretto novero delle signore della scena intelligente. Una storia artistica straordinaria sullo schermo (non solo signora Fantozzi, ma amata da Fellini come da Monicelli e Buñuel) come in teatro (una delle poche attrici che ha saputo tener testa a Paolo Poli) e ovviamente in tv (dalla mitica “Tv dei ragazzi” al “Giamburrasca” di Wertmüller al “Medico in famiglia”, Milena Vukotic continua ancora a colpire e conquistare il suo pubblico, dove ognuno vorrebbe una zia “sorella Materassi” come lei”.
Anche quest’anno Santella gioielli di Sperlonga ha realizzato, a cura della designer Daniela Izzi, i gioielli con cui sono state omaggiate la vincitrice del Premio Virginia Reiter e del Premio Bertolucci, mentre il manifesto del Festival è a cura dal giovane creativo dello IED Andrea Marchi.
Il Premio Virginia Reiter e il Premio Giuseppe Bertolucci sono stati realizzati dall’Associazione di Promozione Sociale Virginia Reiter in collaborazione con ERT – Emilia Romagna Teatro Fondazione. Enti promotori e patrocinanti dell’iniziativa sono il Comune di Modena e la Regione Emilia Romagna, Mibact, BPER Banca, Fondazione Cassa di Risparmio di Modena e Amici dei Teatri modenesi, oltre al Comune di Roma e la Regione Lazio.
Roberta Caronìa nel 2006 è al Festival di Madrid Sur nel ruolo di Ismene nell’”Antigone” di Brecht prodotta dal Teatro Stabile d’Abruzzo per la regia di Claudio Discanno e nel 2007 interpreta Arcia nella “Fedra” di Racine al Teatro Olimpico di Vicenza per la regia di Walter Pagliaro che la dirige nello stesso anno anche in “Trachinie” di Sofocle al Teatro Greco di Siracusa, dove sarà protagonista per altre due stagioni: nel 2009 è Antigone in “Edipo a Colono” con Giorgio Albertazzi per la regia di Daniele Salvo, ruolo per il quale vince il premio Assostampa Teatro e nel 2011 interpreta Ermione nell’“Andromaca” di Euripide per la regia di Luca De Fusco. Nel 2010, ancora diretta da Danele Salvo, è Miranda ne “La Tempesta” al Festival Shakespeariano di Verona. Tra gli spettacoli più importanti, nel 2012 interpreta Natalija Herzen in “The Coast of Utopia” di Tom Stoppard, per la regia di Marco Tullio Giordana, prodotto dal Teatro di Roma e dallo Stabile di Torino. Viene diretta, tra gli altri, anche da Vincenzo Pirrotta in “Clitennestra” con Anna Bonaiuto, una produzione del Teatro Stabile di Palermo. Dal 2015 è in tournèe nel ruolo di Beatrice nel “Berretto a sonagli” di Pirandello, del regista Valter Malosti che la dirige anche nel monologo “Ifigenia in Cardiff” di Gary Owen (debutto nazionale Festival delle Colline 2017). Nell’ultima stagione interpreta il doppio ruolo di Creusa-Sibilla ne “Il viaggio di Enea” di Olivier Kemeid per la regia di Emanuela Giordano, una produzione del Teatro Argentina e del Teatro Carcano. Sul grande schermo nel 2011 vince la Menzione speciale al Terre di Siena Film-Festival per il film “La Strada Verso Casa” di Samuele Rossi (in concorso al Festival del Cinema di Roma). Recita anche nel più recente “Lea” (2015) ancora una volta diretta da Marco Tullio Giordana. A febbraio 2017 è protagonista femminile nella mini serie di Raiuno “I fantasmi di Portopalo” di Alessandro Angelini accanto a Beppe Fiorello e a Giuseppe Battiston ed è attualmente impegnata nelle riprese di una nuova fiction Rai che verrà trasmessa il prossimo inverno. Roberta è anche interprete di teatro civile. Dal 2009, nel monologo “Il mio Giudice” (di M.P.Daniele) veste i panni di Rita Atria, la giovanissima collaboratrice di giustizia di Paolo Borsellino morta suicida nel 1992 e nel 2012 la CGL la sceglie per dar voce ai monologhi delle donne cassaintegrate de “I Fiori nel cemento”.
Ufficio Stampa MediaMente
Luisa Malaguti