A quasi vent’anni dall’ultima esposizione monografica, riflettori di nuovo puntati su Plinio Nomellini, maestro della pittura italiana, con una mostra tra le più interessanti ed attrattive dell’estate in Toscana. Teatro di questo atteso ritorno è lo splendido Palazzo Mediceo di Seravezza, patrimonio mondiale Unesco, al cuore di una terra, la Versilia, che l’artista livornese frequentò ed amò in uno dei periodi più fecondi della sua vita. La mostra – “Plinio Nomellini – Dal Divisionismo al Simbolismo verso la libertà del colore”, a cura di Nadia Marchioni – si potrà visitare dal 13 luglio al 5 novembre. In esposizione oltre novanta dipinti, suddivisi in sette sezioni, che ricostruiscono l’intero percorso artistico di Nomellini contestualizzandolo per la prima volta nella vitale atmosfera della sua epoca e facendo emergere il dialogo che legò il pittore ai maestri e agli artisti che lo accompagnarono negli anni della formazione e della prima maturità. Una prospettiva originale, che intende riaprire il discorso critico su un artista di straordinaria rilevanza nel panorama figurativo fra Otto e Novecento, destinata ad offrire nuovi stimoli alla comprensione dell’opera di Nomellini. In esposizione, molti capolavori ed opere inedite.
Ufficio Stampa, Stefano Roni, Scatizzi De Prà & Partners
L’ultima grande mostra dedicata a Nomellini, datata 1998, si tenne al Museo Civico Giovanni Fattori di Livorno e alla Galleria d’arte moderna di Palazzo Pitti a Firenze. Pochi anni prima era stata proprio Seravezza ad ospitare un’esposizione centrata sullo specifico momento creativo versiliese dell’artista, che visse intensamente questo territorio – soffermandosi a lungo soprattutto a Torre del Lago e alla Fossa dell’Abate – dai primi del Novecento fino al termine della prima guerra mondiale.
«Diversamente da una tradizionale esposizione monografica», spiega la curatrice Nadia Marchioni «questa nuova mostra non si limita a presentare le sole opere di Nomellini ma le affianca e le mette in relazione con le suggestioni del contesto culturale in cui l’artista operò, con una particolare attenzione ai primi e fecondi anni di attività, quando la sua giovane personalità fu più permeabile alle suggestioni esterne e, al contempo, foriera di sempre nuove sperimentazioni».
Dagli esordi, accanto al maestro Giovanni Fattori e ai macchiaioli Silvestro Lega e Telemaco Signorini, alle giovanili sperimentazioni fiorentine vicino ad artisti anch’essi giovani (fra cui Kienerk, Müller, Pellizza da Volpedo) la mostra rivela l’attenzione che Nomellini dedicò alla problematica sociale, il suo progressivo avvicinamento al divisionismo, la declinazione simbolista della sua visione della natura e della storia, per giungere a documentare l’intensissima stagione versiliese (1908-1919) e seguire infine l’opera dell’artista negli anni Venti e Trenta, quelli della maturità. Fra le molte opere selezionate per questa grande esposizione, veri capolavori come La diana del lavoro del 1893, che Nomellini realizzò negli anni in cui frequentava i circoli operai genovesi ed esponenti dei movimenti anarchici e socialisti, oppure i suggestivi La colonna di fumo (1900) e La ninfa rossa (1904), in cui emerge prepotente una visione più simbolica della realtà, o ancora i disegni originali che Nomellini realizzò per illustrare le poesie di Giovanni Pascoli, con il quale stabilì un profondo legame. In grande evidenzia, naturalmente, le opere della stagione versiliese (tra queste, La fiera a Pietrasanta del 1912-1913), anni in cui, come spiega ancora Nadia Marchioni “la solarità del litorale versiliese trasformò la tavolozza del pittore in una caleidoscopica celebrazione della natura e contribuì alla maturazione di una visione edenica del paesaggio”.
Per la messa a punto del progetto la curatrice si è avvalsa del supporto di un comitato scientifico e di consulenza presieduto da Carlo Sisi – tra i massimi esperti dell’arte italiana dell’Ottocento e Novecento – e composto da Silvio Balloni, Aurora Scotti e Andrea Tenerini. La mostra è accompagnata da un elegante catalogo edito da Maschietto Editore con le riproduzioni a colori di tutte le opere esposte e testi di Nadia Marchioni, Vincenzo Farinella, Silvio Balloni, Mattia Patti, Aurora Scotti Tosini.
«Siamo orgogliosi che proprio la nostra città riaccenda l’attenzione del pubblico e della critica su Plinio Nomellini dopo così tanto tempo dall’ultima grande esposizione a lui dedicata», commenta il sindaco di Seravezza e presidente della Fondazione Terre Medicee Riccardo Tarabella. «Ed ancor più siamo lieti di farlo accogliendo un progetto culturale così complesso ed articolato, che valorizza non solo l’artista ma anche il luogo di cultura più rappresentativo del nostro territorio, Palazzo Mediceo, il monumento versiliese che più di ogni altro lega questa terra alla tradizione storico-artistica della Toscana e alla bellezza dei percorsi medicei».
La Villa Medicea di Seravezza (Lu) è un complesso architettonico costituito dal Palazzo, dal giardino, dalla cappellina e dalle scuderie. Il Palazzo, fatto costruire da Cosimo I de’ Medici, ha caratteristiche e funzioni diverse rispetto ad altre residenze medicee della Toscana, caratterizzandosi per un’estrema semplicità stilistica: una residenza dalla struttura solida, elegante, tra i migliori esempi di architettura signorile toscana non urbana del periodo. L’edifico principale, il Palazzo, fu costruito tra il 1561 e il 1565 come residenza temporanea per le frequenti visite del Granduca alle cave di marmo e alle miniere d’argento della zona. Rimase per molti anni residenza estiva dei Medici e successivamente degli Asburgo-Lorena e di altre famiglie nobili toscane fino all’Unità d’Italia, quando il palazzo divenne sede del Municipio e tale rimase fino al 1967. Riconosciuto nel 2013 Patrimonio Mondiale dell’Umanità e inserito nel sito seriale delle “Ville e Giardini Medicei della Toscana”, è oggi un polo culturale in cui si svolgono importanti esposizioni d’arte e di fotografia e rassegne teatrali, è sede del Museo del Lavoro e delle Tradizioni Popolari della Versilia Storica, della Biblioteca Comunale e dell’Archivio Storico.
L’intero complesso e le attività che in esso si svolgono sono a cura della Fondazione Terre Medicee, braccio operativo del Comune di Seravezza in ambito culturale. La Fondazione svolge un’intensa attività di promozione e diffusione delle arti e della cultura, di recupero della memoria, di valorizzazione del territorio e delle tradizioni.
www.palazzomediceo.it
www.terremedicee.it
A cura di Nadia Marchioni
Palazzo Mediceo di Seravezza (Lu), viale Leonetto Amadei 230
Esposizione
da venerdì 14 luglio a domenica 5 novembre 2017
Palazzo Mediceo di Seravezza (Lu), viale Leonetto Amadei 230
Info
Biglietti – intero 7 euro; ridotto 5 euro; biglietto famiglia 14 euro (due adulti con ragazzi fino a 14 anni) – I biglietti si acquistano direttamente in loco presso la biglietteria di Palazzo Mediceo
Orari – dal 14 luglio al 3 settembre: dal lunedì al venerdì, ore 17:00 – 23:00; sabato, domenica e festivi, ore 10:30 – 12:30 e ore 17:00 – 23:00 – dal 4 settembre al 5 novembre: lunedì chiuso; dal martedì al sabato, ore 15:00 – 20:00; domenica e festivi: ore 10:30 – 20:00
Catalogo
“Plinio Nomellini – Dal Divisionismo al Simbolismo verso la libertà del colore”, Maschietto Editore – formato 24×30, 184 pagine, 32 euro – Dal 13 luglio nel bookshop della mostra al Palazzo Mediceo di Seravezza; dal 20 luglio nei bookshop e in libreria
Visite guidate e attività per i più piccoli
Visita guidata – tutti i martedì dalle 19 alle 20 – costo 10,00 euro (ingresso ridotto + guida)
Visita a misura di bambino – tutti i giovedì dalle 19 alle 20 – costo 6,00 euro
Divertiamoci imparando LAB – tutti i lunedì dalle 17,30 alle 19 – costo 6,00 euro
Visite e attività didattiche sono tutte a prenotazione obbligatoria