Due iguane abbracciate, due vecchie indiane dal viso deforme che per una frazione di secondo incrociano il loro cammino, un granchio immobile su uno scoglio delle Galapagos, due ebrei ortodossi che passano sotto un arco in una luce che pare bianco e nero ma che tale non è. E la luce, rifratta, a lampo, che cade dall’alto o illumina come una folgore la scala di un tempio. Un forno, piatti da lavare, un berbero che si riposa e scruta l’orizzonte, un elefante che invece scruta il volto di chi guarda.
Istantanee di viaggio che non sono cronaca, non vogliono documentare, né ritrarre il meraviglioso, tanto meno il pittoresco. Perché Gabriele Merlo fotografa con il medesimo spirito con cui viaggia, con il rispetto dovuto a uomini, animali, culture, paesaggi e architetture, riuscendo tuttavia a cogliere l’anima mundi. Non c’è nulla di studiato o programmato nei suoi scatti. E se i colori e la tecnica potrebbero far pensare a ritocchi di post produzione, così non è. La sua non è una natura alla National Geographic che cerca il meraviglioso e l’esotico, a costo dell’uso smodato e sfrenato di photo shop. La sua è una natura e un mondo che ancora esistono ma parecchio distanti non solo dagli schemi e dagli itinerari prestabiliti del viaggiatore quanto piuttosto dagli schemi mentali degli europei in viaggio.
“Istantanee. Dentro il mondo, oltre i confini”, la personale di Gabriele Merlo che si apre il 5 maggio alla libreria Pop Heart in via Barbaroux 44/E di Torino – fino al 5 giugno – dà conto di tutto ciò attraverso 44 fotografie selezionate dall’artista sulla base di temi affini, ma anche del puro colore, della luce, della vita.
Nello stesso mese, dal 18 al 20 maggio, tre opere di Merlo saranno esposte al London Photo Festival di Londra.
Lo stile di Gabriele Merlo si richiama, per sua stessa ammissione, alla prima produzione di Peter Lik e a John Mac Dermott. Sono immagini dal pianeta terra e come la Terra sono una miniera inesauribile di sorprese, di emozioni, che lasciano però nello sguardo di chi le osserva qualcosa in più e sommamente diverso dal puro piacere estetico. È come se l’osservatore fosse stato in quei luoghi, avesse visto le medesime cose, ma trattenendole nell’anima, più che nella retina.
DURATA: dal 5 maggio al 5 giugno 2017
SEDE: Pop Heart – via Barbaroux 44/E – Torino
ORARI DI MOSTRA: dal martedì al sabato dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 19.30.
Domenica dalle 16.00 alle 19.30. Lunedì chiuso.
INGRESSO: libero