Ven. Nov 22nd, 2024
Giuseppe Carta

Un peperoncino di 16 metri – immagine iconica e tradizionale, pop per la sua naturale cromia, sempre attuale e carica di simbolismi – emerge dal sottosuolo e si innalza verso il cielo. Con la sua superficie mossa da sporgenze e rientranze, cattura la luce e la diffonde nell’ambiente circostante inondandolo di suggestioni. È così, all’insegna della meraviglia, che la mostra “Giuseppe Carta. Orti della germinazione” accoglie il pubblico nella Piazza del Duomo di Pietrasanta.

Ufficio stampa NORA comunicazione – Eleonora Caracciolo di Torchiarolo

Giuseppe Carta

Dal 26 febbraio all’11 giugno 2017 l’ampia antologica raccoglie circa cento opere, tra sculture monumentali e non – in bronzo, marmo, alluminio e resina – e oli su tela, esposte nella già citata Piazza del Duomo, nella prospiciente Chiesa di Sant’Agostino e sul pontile di Forte dei Marmi.
“Dalla pittura a olio, di cui è vertiginoso interprete attraverso una particolare forma di realismo – scrive il curatore Luca Beatrice – Giuseppe Carta affronta ora lo spazio pubblico dell’arredo urbano con la scultura di grandi dimensioni, confrontandosi con una delle piazze più suggestive d’Italia. I suoi peperoncini rossi, atterrati come alieni mansueti a Pietrasanta, riscaldano l’ambiente e il cuore. Più che mai il potere afrodisiaco dell’arte colpisce nel segno. La regia di Alberto Bartalini, eccentrico produttore di idee, arricchisce un allestimento onirico e surreale”.

La personale è promossa da Arte Contemporanea Italiana e dal Comune di Pietrasanta ed è realizzata grazie all’attiva partecipazione e collaborazione della Fonderia Artistica Mutti Francesco, della GBC Marmi srl, de La Fenice Marmi srl e della Eurit srl.

Concepita come un articolato e armonioso allestimento scenico, la mostra vede oltre alla curatela di Beatrice, l’orchestrazione registica di Alberto Bartalini.
“La volontà – spiega Bartalini – è stata quella di trasformare gli spazi urbani in luoghi di germinazione di pensiero: frutta, verdura, peperoncini rossi e melagrane quali simboli di fertilità e impulso alle idee. Di grande stimolo per il mio lavoro è stato il connubio tra l’arte classica del luogo, la pittura e la scultura realista del Maestro Giuseppe Carta e il suo linguaggio pop, con le macro dimensioni delle opere.”

Fil rouge del nucleo di lavori, come sempre in Carta, è la Natura: frutti e ortaggi sono ritratti tanto nei loro momenti di massimo splendore quanto in quelli di caducità, evoluzione e marcimento. La Natura, per l’artista, è sempre foriera di bellezza e di nuova vita anche laddove apparentemente la vita non c’è più.
Nato in Sardegna, dove vive e crea le sue opere presso la sua Fondazione sulle colline di Banari, in provincia di Sassari, Carta non potrebbe mai prescindere dallo stretto rapporto con l’elemento naturale: in veste di contadino, ogni mattina, osserva tutte le trasformazioni che sono avvenute nei suoi terreni durante il giorno.

Nella Piazza del Duomo germogliano quindi altri cinque peperoncini, piccanti simboli di prorompente vitalità e con essi il pensiero, le emozioni, la creatività. Sulla scalinata della chiesa, un asino d’alluminio in fremente tensione lancia il suo raglio.
Una pera in marmo è un particolare omaggio al territorio che ospita l’esposizione: Giuseppe Carta ama il marmo per l’eleganza della materia che regala alle sue sculture trasparenze e velature, le stesse che raggiunge dipingendo le sue nature morte.
I naturalistici ritratti della frutta e della verdura trasferiti nello spazio urbano prendono la consistenza della scultura, ma tornano a essere pittura all’interno della Sala dei Putti e del Capitolo della Chiesa di Sant’Agostino: qui infatti trovano spazio gli oli su tela, nature morte di commovente veridicità. Oltre ai prodotti della terra, antichi cristalli, preziosi tessuti e suppellettili sono riprodotti con sapienza attraverso l’antica tecnica della velatura.
Sempre nella chiesa, sopra ai nove altari esistenti, il regista Bartalini colloca nove riproduzioni di alcune opere dell’artista costruendo un insieme di notevole spettacolarità. Ad accentuare la teatralità dell’installazione, al centro dello spazio ecclesiale sono raccolti diversi frutti in bronzo policromo e alluminio.

L’evento si estende, infine, sul pontile di Forte dei Marmi: un’enorme melagrana dischiusa, da cui fuoriescono i chicchi succosi, diventa simbolo di prosperità e nuova vita. La scultura è stata creata nel 2012 come scenografia del Teatro del Silenzio di Andrea Bocelli a Lajatico in Toscana ed è poi divenuta simbolo dell’Andrea Bocelli Humanitarian Award.

L’esposizione è da intendersi quale esito dell’eccellente percorso scultoreo compiuto da Carta che è stato più volte riconosciuto negli anni grazie a importanti installazioni realizzate proprio a Pietrasanta con la Fonderia Artistica Mutti Francesco, la Fonderia d’Arte Massimo del Chiaro e il laboratorio di scultura di Marco Giannoni.
Si ricordano in particolare quelle proposte alla Biennale di Venezia, all’Euroflora di Genova, all’Expo Milano 2015 nei padiglioni Cina e KIP ONU, in Cina nelle grandi città di Chongqing e Chengdu e a Milano, dove il monumentale peperoncino esposto nel piazzale antistante l’ingresso di Eataly nel settembre 2016 sarà presto collocato in esposizione permanente. Un’ulteriore personale di Giuseppe Carta è inoltre prevista presso la sede di Eataly a Roma nella seconda metà del 2017, sempre in collaborazione con Arte Contemporanea Italiana.

Completa la mostra un catalogo edito da E20 Progetti con testi di Luca Beatrice e Ilario Luperini.

A cura di Luca Beatrice
Regia di Alberto Bartalini

Pietrasanta, Piazza del Duomo e Chiesa di Sant’Agostino
Forte dei Marmi, pontile
Date 26 febbraio – 11 giugno 2017
Inaugurazione sabato 25 febbraio, ore 18
Orari martedì – venerdì, ore 16-19; sabato, domenica e festivi ore 10-13 / 16-19.
Lunedì chiuso. Aperture straordinarie: 17 aprile, 24 aprile e 1° maggio.
Ingresso libero