Gio. Nov 21st, 2024
Marco Montiel Soto, Arrivederci Maracaibo

Nato a Maracaibo nel 1976, Marco Montiel-Soto, parte dalla sua città natale per questo progetto, dal titolo appunto “Arrivederci Maracaibo”, un’istallazione multimediale che affronta il tema della partenza, dell’esilio, della patria, della perdita dell’identità. Maracaibo, nella poetica di Montiel-Soto, non è solo una città, ma un topos della mente: la separazione da un luogo noto, verso confini geografici ed esistenziali ancora ignoti.

Marco Montiel Soto, Arrivederci Maracaibo

Ma che cos’è Maracaibo esattamente? È lo stesso Marco Montiel Soto a descrivercela: “Fin dal 1950, in seguito all’esplosione economica del petrolio, Maracaibo divenne la capiate mondiale del denaro nero. La città crebbe in modo veloce, calamitando l’attenzione di molte altre nazioni. Nuovi migranti giunsero a Maracaibo per impegnarsi nel business crescente; denaro, feste, mafia e nuovi ricchi divennero il suo pane quotidiano. Così la città, che trasuda esoticismo e glamour, sussiste in uno stato di precarietà… un luogo impoverito nelle mani della criminalità, e dove il denaro si svaluta quotidianamente. Maracaibo, città di rumba, rum e cocaina, cade nel dimenticatoio, mentre la sua perdita di memoria passa attraverso i testi di una vecchia canzone italiana.”

Una descrizione di Maracaibo molto poetica che è allo stesso tempo la descrizione di uno stato esistenziale, individuale e collettivo. Da alcuni anni Marco Montiel-Soto vive tra il Venezuela e Berlino, e qui l’artista guarda con occhi nuovi ai temi contemporanei del post colonialismo e del neo colonialismo, inteso, quest’ultimo, come quell’inversione di rapporto che vede non più l’Europa, portatrice di ideologie, oggetti, e rituali nelle colonie africane o sud americane, bensì l’Europa stessa diviene in un certo senso il “nuovo vecchio mondo”, la cui nuova identità si costruisce giorno dopo giorno su idee, comportamenti, rituali, importati da oltre oceano. Ed è l’idea del melting pot ad animare l’arte di Montiel-Soto, le sue istallazioni sono labirinti, ma il caos è solo apparente, poiché al contrario, nell’accumulazione esiste una logica precisa che suggerisce un percorso alternativo di percezione intuitiva dei simboli e degli elementi culturali che la compongono.

davide gallo – via Farini 6 (2nd yard), 20154 – Milan
www.davidegallo.net

Fino al 14 gennaio 2017

La galleria rispetta i seguenti orari: dal 6 al 16 dicembre, orario continuato dalle 10 am alle 10 pm, incluse domeniche e lunedì. Dal 18 dicembre al 14 gennaio, su appuntamento. Pausa di Natale: 22 dicembre – 6 gennaio.