Gio. Nov 21st, 2024
Ghirri

Artcurial in Italia, diretta da Gioia Sardagna Ferrari, presenta per il secondo anno consecutivo in collaborazione con Nicoletta Rusconi Art Project, nella propria sede milanese di Palazzo Crespi in Corso Venezia 22, la mostra Sulla via Emilia. Esplorazioni di una storia a cura di Giulio Bizzarri: un’inedita rilettura dell’esposizione curata nel 1986 da Luigi Ghirri, che nasce da un rinnovato sodalizio tra le personalità che vi presero parte.

Paola C. Manfredi / PCM Studio, Milano

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Sulla via Emilia. Esplorazioni di una storia sarà aperta al pubblico gratuitamente da martedì 4 ottobre a venerdì 4 novembre dalle ore 10.00 alle ore 18.00, chiusa durante il fine settimana.

Giulio Bizzarri, collezionista, amico e storico collaboratore di Luigi Ghirri, porta negli spazi espositivi di Artcurial in Italia, una selezione di 30 stampe originali provenienti dalla sua collezione privata, visioni del paesaggio realizzate da: Olivo Barbieri, Gabriele Basilico, Vincenzo Castella, Giovanni Chiaramonte, Vittore Fossati, Luigi Ghirri, Guido Guidi, Mimmo Jodice, Klaus Kinold, Claude Nori, Cuchi White e Manfred Willmann, in occasione della mostra curata da Luigi Ghirri, esattamente 30 anni fa, Esplorazioni sulla via Emilia. Vedute nel paesaggio.

« Siamo lieti di proporre una nuova esposizione dedicata alla fotografia italiana in collaborazione con Nicoletta Rusconi Art Project, dopo il grande successo dello scorso anno della personale di Mario Cresci. L’insieme di lavori presentati in mostra, selezionati dal corpus di opere che costituivano lo storico progetto dedicato alla Via Emilia immaginato nel 1986 da Luigi Ghirri, ripensa radicalmente la rappresentazione del paesaggio, al punto tale da influenzare in maniera significativa la fotografia italiana del Secondo Dopoguerra. Diversamente dalle precedenti riedizioni di Esplorazioni sulla Via Emilia, il percorso immaginato da Giulio Bizzarri è unico nella volontà di richiamare a rapporto tutte le forze creative coinvolte a suo tempo e allo stesso tempo di riattualizzare a distanza di 30 anni le investigazioni sulla via consolare, includendo opere inedite. »
Gioia Sardagna Ferrari, direttrice di Artcurial in Italia

Giulio Bizzarri ha scelto di aggiornare le ricerche sul paesaggio emiliano che scompare, muta e si rinnova, di fatto distaccandosi radicalmente dalle diverse riedizioni di Esplorazioni sulla Via Emilia, attraverso due installazioni inedite presentate da Franco Guerzoni e Paolo Barbaro.

Franco Guerzoni, i cui esordi si intrecciano con la vicenda artistica di Ghirri, presenta un nuovo progetto dal titolo Ogni strada è costruita sui resti di un’altra strada che, in bilico tra memoria e contemporaneità, rielabora l’opera omonima del 1976: una tavola in gesso sulla quale era riportato il disegno di una strada romana.

L’opera di allora si scinde in due oggetti distinti, la lastra di gesso riappare traforata dal ricamo del titolo, i cui solchi vogliono sottolineare come i sentieri siano originarsi dal sovrapporsi delle tracce lasciate dagli uomini che si sono succeduti su quel cammino nei secoli.

Gli elementi aggettanti, che si distribuiscono sulla tela come a incorniciare lo ‘statement’, trovano una propria individualità al di fuori della tavola, nella composizione di cocci e gesso allestiti a parete, sui quali compaiono le stampe di immagini di antiche strade romane. L’intervento di Guerzoni è particolarmente significativo, poiché in esso si riflette il senso stesso dell’operazione messa a punto da Bizzarri che dai resti de un antico e importante progetto, dà vita a un nuovo percorso espositivo.

Paolo Barbaro, che insieme a Giulio Bizzarri si era occupato della trascrizione delle Lezioni Fotografia di Luigi Ghirri, presenta, invece, un’opera collettiva. Si tratta di un’installazione costituita da un insieme di testimonianze e documenti cartacei, fotografici e filmici, sullo storico tracciato viario e una serie di riflessioni sul paesaggio monumentale di ieri e oggi sul tratto da Piacenza a Milanot. Tutte le informazioni sono state raccolte in collaborazione con gli studenti del laboratorio Ricognizioni sul Paesaggio del corso di Storia della fotografia dell’Università di Parma.

Accanto alle immagini fotografiche, nella seconda sala, la narrazione prosegue attraverso alcuni estratti del film documentario di Nino Criscenti Dal fiume al mare (1986) anch’esso parte del progetto originale. Bizzarri ha scelto di portare in mostra solo alcuni frammenti del lungometraggio, in grado di restituire in maniera profonda il senso di questo progetto permettendo all’osservatore di entrare nel vivo del racconto.

In particolare: la voce di Lucio Dalla che divaga sul mito della Mille Miglia con la rievocazione dell’affascinato pubblico di allora, le parole di Eugenio Riccomini sugli uomini antichi che solcavano il sentiero consolare per raggiungere Roma, un’intervista poetica a Tonino Guerra incentrata sul mare in Romagna e infine la testimonianza di un anonimo pescatore romagnolo.

La mostra è strutturata lungo due direttrici che si fronteggiano sulle pareti di Palazzo Crespi: da un lato ‘la via in su’, le immagini che ritraggono la via da Rimini a Piacenza, lungo l’antico tragitto romano costellato dai resti della centuriazione e da tracce della romanità; dall’altro, le fotografie che rappresentano ‘la via in giù’ le località lungo la discesa da Piacenza a Rimini, verso la Strada Santa, lo stesso tragitto compiuto dai pellegrini che raggiungevano Roma e l’Oriente, tra monumenti medievali e protomoderni, oggi intervallati da insegne pubblicitarie e piccole attività commerciali. Le immagini sono associate a porzioni di testo scritte dal curatore e a citazioni letterarie attinte dalla vasta letteratura dedicata al tema della via voluta da Marco Emilio Lepido nel I secolo a. C.

L’approccio multidisciplinare che sottende la costruzione del percorso espositivo – narrativo voluto da Giulio Bizzarri rievoca e in parte reinventa, attraverso un rinnovato sodalizio creativo, l’essenza stessa del progetto immaginato con Luigi Ghirri. La mostra propone una sorta di mitobiografia di quella che era stata la gloriosa impresa che Bizzarri e Ghirri avevano ideato e inscenato per la Via Emilia, ritraendone la quotidianità mutata, rispetto ai ritratti preesistenti delle località che vi si affacciano.

In collaborazione con Bizzarri, il fotografo di Scandiano, in seguito alla fortunata esperienza di Viaggio in Italia (1984), aveva proposto al Comune di Reggio Emilia e alla Regione Emilia Romagna una ricerca sul territorio che cinge l’antica via consolare, coinvolgendo fotografi, artisti, musicisti, letterati, cineasti e architetti per due anni, tra 1984 e 1986.

L’obiettivo era quello di costruire una narrazione corale sulla graduale scomparsa dello scenario agreste a causa dell’insorgere di nuovi fenomeni che hanno interessato l’Emilia tra anni Settanta e Ottanta, come la cementificazione diffusa, la crescita dei distretti industriali e l’urbanizzazione selvaggia. Le energie coinvolte hanno condotto una ricerca senza precedenti sulla Via Emilia, producendo una documentazione tuttora fondamentale per lo studio dell’identità emiliana.
Da queste molteplici esperienze avevano preso vita la mostra e il relativo catalogo Esplorazioni sulla Via Emilia. Vedute nel paesaggio, accompagnati dal volume antologico Esplorazioni sulla Via Emilia. Scritture nel paesaggio composto dai testi di 10 autori coordinati da Gianni Celati e da un’introduzione a cura di Italo Calvino, entrambi editi da Feltrinelli.